Sono convinto che il Toro meriti un po’ della nostra gioia e non soltanto delle nostre nevrosi: per cui, invece che perdere tempo lanciando in rete proclami da Apocalisse (ho letto commenti tipo “ultimo raduno di A”, oppure “consigliatemi un cellulare che costi come l’abbonamento”), mi sono concesso una sera infinitamente più granata andando a bere una bottiglia con due amici. Alla fine le bottiglie erano tre, gli amici che vedevo erano quattro, ma non importa: abbiamo respirato un po’ di Toro senza levargli l’aria e siamo planati sulla sua storia come rapaci senza gufare.Per mia grande fortuna, i due amici sono fontane di aneddoti e la serata è finita in un lago di storie, una più bella dell’altra. Simone è il compagno di sempre, il fratello con cui sono cresciuto dividendo le passioni più forti, Rock e Toro. Franco è uno dei fuoriclasse della Maratona più folle che si ricordi, noto a moltissimo di voi come “Fracchia”.Protagonista indiscusso della serata, condottiero in un viaggio nel tempo senza ombra di nostalgia, locomotiva, cavallo pazzo, Fracchia ha snocciolato immagini da far impallidire Quentin Tarantino: pullman in retromarcia sull’autostrada; pullman carichi di salami come un tir della Beretta; pullman come luoghi sacri in cui ripetere ogni domenica il più celebre dei miracoli, la Moltiplicazione dei Panini e delle Peperonate; aerei in volo verso Copenaghen su cui saltare tutti come allo stadio, con il pilota che minaccia di “tornare indietro”, manco stesse guidando una corriera di scolaretti, in gita da Torino all’abbazia di Vezzolano.Fracchia raccontava con passione, gli occhi attraversati da una scintilla di follia gentile, parlando lentamente come chi ha il carisma della persona e non del personaggio. E’ possibile che quest’uomo sia pure uno stupefacente, perché dopo mezzora passata ad ascoltarlo ridevo senza fermarmi, con le lacrime agli occhi e il cuore che picchiava nelle tempie come un tamburo (ma devo riconoscere che il Nebbiolo – sparendo misteriosamente dalle bottiglie – ci metteva del suo).Sono stato davvero bene, e volevo condividere la serata con voi.A proposito... Ero felice anche perchè non avevo fatto l’errore di quando le emozioni si presentano con tanto di parole e tu, come un cretino, sei uscito senza block notes. Mi ero presentato munito addirittura di Minidisk, e non c'è niente di quel ben di dio che non sia stato immortalato.Per cui vedrete che, in un futuro più vicino di quanto crediate, vi farò una bella sorpresa.Un abbraccio a tutti, Marco
mondo granata