I mercanti nel tempio

Buongiorno Toro...Prendo spunto da alcuni interventi nell'articolo di presentazione della mostra temporanea su Ferrini al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata, in cui traspariva (eufemismo, eheheh!) il desiderio di vietare agli attuali giocatori del Toro l'entrata al Museo.Comprendo lo stato d'animo ATTUALE, ma bisognerebbe entrare in un'ottica più ampia. Se ne avessimo parlato venerdì scorso, avremmo detto le stesse cose? Alcuni elementi della rosa possono apparire distaccati rispetto alla nostra storia, ma credetemi se vi dico che alcuni hanno invece mostrato interesse in essa. Uno su tutti, mister Colantuono conosce il nostro passato e lo rivanga di tanto in tanto, come esempio da rispettare e al quale bisogna mirare. Che poi non sempre si riesca, questo è un altro paio di maniche e c'è da dire che il nostro passato è spesso una montagna troppo alta da scalare per alcuni. Alcuni giocatori (pochissimi, a dire il vero...) sono venuti in visita al Museo negli ultimi anni e ne hanno capito la profonda importanza.Non dobbiamo pensare che il Museo sia un tempio dal quale tenere lontani i mercanti: le sue porte sono aperte a tutti i granata di buona volontà. Chi è già venuto, ritorna con piacere, mentre chi è alla sua prima visita, promette di tornare presto. Entrano i fratelli e sorelle da 0 a 99 anni: quelli che vanno allo stadio e quelli che la guardano in tivù, gli ottimisti, i pessimisti e i realisti. Sapete qual è il motto dell'Associazione Memoria Storica Granata che gestisce il Museo? "La vera tragedia non è morire, ma dimenticare". Il nostro compito non è chiudere le porte di Villa Claretta, bensì SPALANCARLE a chiunque, e non dobbiamo insegnare o educare, ma semplicemente tramandare, un po' come i vecchietti nel far west di cui vi parlai nel mio primo Cappuccino e, credetemi, a capire sono molti più di quanti crediate: capiscono persino i gobbetti...Venghino siore e siori venghino, nell'agorà aperta a tutti dove il passato incontra il futuro!