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mondo granata
Stamattina sono riuscito a farmi piccolo piccolo come un uccellino, ma così piccolo che nemmeno quello di Del Piero…, coff coff…, stavo dicendo che sono riuscito a trasformarmi in un uccellino piccolo piccolo e ad accomodarmi sul davanzale di una finestra aperta del grande salone della sede della Juventus Fc. Sin dalle prime ore dell’alba, all’interno dello stesso, erano riuniti tutti i massimi dirigenti dello staff bianconero. C’erano proprio tutti, dal presidente Andrea Agnelli al direttore generale Giuseppe Marotta, dall’allenatore Antonio Conte al consigliere d’amministrazione Pavel Nedved, più una rappresentanza dell’area atletica e medico sanitaria. L’ordine del giorno dell’incontro aveva come titolo: “Mazzuolati da Mazzoleni”. A seguito delle dichiarazioni a caldo rilasciate nella sala stampa dello stadio Tardini di Parma, giunte dopo un palese tentativo di aggressione a fine gara ai danni dell’esperto arbitro Mazzoleni, era doveroso riunirsi di prima mattina per preparare l’ennesimo dossier di tutte le ingiustizie che la Vecchia Signora del calcio italiano subisce ormai da tempo. Tema dominante: gli atterramenti in area di rigore di Giaccherini, Giovinco e Pirlo. Avevo timore di essere visto e di essere scacciato via, ma erano tutti intenti a scartabellare fascicoli e a scarabocchiare fogli di carta tra la forfora che scendeva copiosa dal parrucchino del nervoso Antonio Conte e i colpi d’aria nauseabonda provenienti dalla bocca di un irascibile Andrea Agnelli afflitto da una devastante alitosi. Il solo che riusciva con un occhio a fissarmi costantemente e con l’altro a leggere gli articoli di giornale presenti sul tavolo era Giuseppe Marotta, ovvero l’unico uomo di ampie vedute della società bianconera. In più avevo anche timore che qualcuno potesse chiudere la finestra per paura di gesti sconsiderati e che io quindi non potessi più seguire la riunione. Passano pochi secondi e giunge il primo colpo di scena. A verbale si mette nero su bianco che i rigori da assegnare alla Juventus ieri sera dovevano essere tre e non due. Ebbene sì. I primi due su Giaccherini e Pirlo, il terzo... quello su Giovinco che, sebbene ieri giocasse tra le file dei parmigiani padroni di casa, ha avuto un trascorso nelle giovanili della Juve. Indi per cui, è diritto della società che l’ha fatto crescere calcisticamente usufruire del calcio di rigore a favore in quanto può vantare il diritto di insegnamento dell’ ars cascandi, cioè dell’arte di buttarsi in area di rigore non appena ci sia un refolo di vento nella concreta speranza di usufruire di un penalty. Smarcato questo faticoso capitolo, si sono tutti prodigati a redigere un testo di lamentele rivolto all’Associazione italiana arbitri per rivedere le posizioni sempre più rigide adottate nei confronti della Juve. Se Antonio Conte insisteva su una vendetta legata al caso Calciopoli e trovava conferme in Andrea Agnelli, Pavel Nedved addirittura riesumava come gli arbitri avessero ingiustamente cambiato atteggiamento nei confronti della squadra da quella volta in cui lui prese a camminare coi tacchetti affilati sui piedi della giacchetta nera Stefano Farina in quel di Marassi di qualche anno fa durante un Genoa-Juventus. Marotta annuiva e continuava ad osservarmi … Si passava poi ai temi degli scudetti revocati. Dai due sino ad ora rivendicati del 2005 e 2006, si è arrivati a reclamarne un terzo su imbeccata di Giampiero Boniperti che all’improvviso si è presentato in sede. Queste le sue testuali parole: “Ricordate di mettere per iscritto che alla Juventus spetta anche lo scudetto del 1927, quello che fu revocato al Torino per una testimonianza (ndr. poi rivelatasi falsa) di un nostro giocatore che disse di essere stato corrotto dai granata durante un derby. Io dovevo ancora nascere, ma so tutto di quella ingiustizia” Ebbene quel titolo non venne mai assegnato a nessuno, nemmeno al Bologna che arrivò secondo, ma per il buon presidente onorario Giampy, ormai ultraottantenne, dovrebbe essere assegnato di diritto alla sua società per corretta calunnia. Senza che nessuno battesse ciglio, nel dossier da presentare alla Figc, all’Aia, massì anche all’Uefa, si è aperto verso fine riunione il capitolo relativo alle Coppe Campioni perse negli ultimi 40 anni. A partire dalla finale del 1973! Secondo la commissione riunitasi stamane, infatti, è da rigiocare la gara di Belgrado con l’Ajax perché gli olandesi tutti, con Johnny Rep in testa, erano sotto effetto di sostanze stupefacenti; quella di dieci anni dopo ad Atene, contro l'Amburgo, perchè il portiere Dino Zoff non poteva disporre di adeguate lenti a contatto senza le quali prese il famoso gol da trenta metri di Felix Magath. Per passare poi alla sfortunata finale persa nel 1998 contro il Real Madrid per un netto gol in fuorigioco del madridista montenegrino Predrag Mijatovic. Ma udite, udite, la più bella motivazione, secondo la quale è da rigiocare un’altra finale di Coppa, è quella che portò alla sconfitta contro il Borussia Dortmund nel 1997. In quel caso le lamentele riguardano l’effetto ritardato degli integratori che vennero somministrati a tutti i calciatori bianconeri prima della gara. Invece di sortire effetto la sera della finale, provocarono uno sconvolgimento ormonale ai titolari e riserve juventini il giorno successivo, una volta fatto ritorno a Torino. Pare che nello spogliatoio, prima dell’allenamento defaticante, successe di tutto. Da Angelo Di Livio che inseguiva, vestito da Tafazzi, per tutto lo stanzone un preoccupato, ma anche divertito Del Piero, a Moreno Torricelli che, avvolto in neri collants su tacchi vertiginosi, ballava una conturbante lap dance davanti agli occhi di un compiaciuto Marcello Lippi nelle vesti del grande voyeurista Tinto Brass intento a fumare un lungo sigaro toscano.
Cara Juventus Fc, non t'arrabbiare, a Carnevale ogni scherzo vale…
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