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GIANLUCA TARTAGLIA
Per i tifosi del Toro, senza alcuna distinzione territoriale, la giornata odierna è come il Venerdì Santo. E’ il giorno della Passione. Un anniversario che si celebra da quasi...
GIANLUCA TARTAGLIA
Per i tifosi del Toro, senza alcuna distinzione territoriale, la giornata odierna è come il Venerdì Santo. E’ il giorno della Passione. Un anniversario che si celebra da quasi sessant’anni e che raggiunge il suo apice al termine della Santa messa quando, di fronte alla lapide che li ricorda, il capitano del Toro legge solennemente i nomi degli Invincibili, dei giornalisti e dell’equipaggio che perirono il quattro maggio del ‘49. Una cerimonia semplice, ma significativa che contribuisce a mantenere vivo il ricordo degli Eroi, a tramandarne la loro storia alle nuove generazioni, a rendere ancora più forte il legame tra il Toro e i suoi tifosi. Gli stessi che oggi si ritroveranno, come di consueto, al Filadelfia.
Il Tempio che, alcuni anni fa, mani sacrileghe ridussero ad un cumulo di macerie che solo altre mani, questa volta sante e mosse dalla sola forza della passione, seppero mantenere in piedi con il dovuto decoro. Mani granata che domenica impugneranno vessilli color sangue nel corso di una marcia organizzata per chiedere, a gran voce, la fine di una vergogna durata troppi anni, per chiedere la ricostruzione materiale del Tempio. Si, perché nel nostro cuore il Fila non è stato mai abbattuto. In tribuna Bolmida continua a suonare la carica e sul suo prato verde gli Invincibili non hanno mai smesso di giocare.
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