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Il fascino discreto della borghesia

Redazione Toro News
di Steve Della Casa

I protagonisti del film di Luis Bunuel che ha vinto l’Oscar come miglior film straniero sono due coppie di borghesi irreprensibili. Hanno concluso un buon affare basato su un traffico di droga, ma con grande eleganza e mantenendo tutte le forme e il modo di comportarsi del loro ceto. Vorrebbero tanto andare a cena insieme tutti e quattro. Ma non ci riescono. Ogni volta un imprevisto manda in fumo il loro desiderio.Noi tifosi del Toro non possiamo certo definirci dei buoni borghesi né (almeno spero!) dei trafficanti di droga. Avremmo solo due desideri. Uno è una squadra che combatta e sputi sangue. L’altro è vedere i gobbi inabissarsi nelle serie minori. (Io poi ne ho un terzo: vedere Di Michele che chiede l’elemosina all’angolo e rifiutargliela). Sarebbe stata la domenica perfetta grazie al Siena, che ha guastato il sorriso che il sopravvissuto della triade (non sempre sono i migliori che se ne vanno per primi: se Moggi era il genio del male, Bettega è il ragazzino che con la fionda distrugge le uova nei nidi di rondini). Peccato che il giorno prima si sia risuscitato l’Ancona, sull’orlo del fallimento ma capace di farci due goal. Nel film di Bunuel i sogni si mescolano continuamente con la realtà, e così anche io nel dormiveglia ho sperato ardentemente che fosse vero Maccarone e solo un sogno Colacone. Ahimè, erano veri entrambi. Non vedo l’ora di uscire e di cenare sereno. In fin dei conti Di Michele ne ha prese cinque e da quando è arrivato il Lecce… Dai ragazzi, basta poco e siamo felici anche noi.