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Il grande rimpianto

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di Guido De Luca
Redazione Toro News

Ed eccoci al racconto della logorante estate del 2005. Suddivideremo in tre parti il resoconto delle sessioni di calciomercato che si sono susseguite dal 26 giugno al 10 settembre 2005, ovvero dall’ultima partita con il Perugia che sancì l’illusoria promozione in serie A del Torino Calcio alla prima di campionato di serie B del nuovo Torino Fc risorto dal fallimento contro l’Albinoleffe.La notte dopo la finale play-off contro gli umbri è lunga e festante, anche se un presagio del dramma che sarebbe toccato alla squadra da lì a poco si fosse già intravisto in quei lunghi 120 minuti di gioco. La partita si concluse con una vittoria del Perugia, gol di Mascara, ma in virtù del 2-1 a favore del Toro in terra umbra, toccò proprio ai granata aggiudicarsi la promozione nella massima serie. In pochi avrebbero sognato di concludere il campionato con una sconfitta, la partita fu anche bruttina oltre che sofferta. I giorni a seguire, una volta superato lo stress e realizzato il sogno del ritorno al grande calcio (tanto grande quanto corrotto), furono vissuti all’insegna della speranza di poter vedere una squadra competitiva all’opera. Rimane Renato Zaccarelli alla guida della dirigenza. Francesco Cimminelli è sempre il proprietario, mentre il Presidente Tilly Romero continua a mantenere le pubbliche relazioni, ma all’improvviso giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia che il Torino versi in cattive acque a livello economico. Il 27 giugno, la società deve presentare la documentazione necessaria per l'iscrizione al campionato, vale a dire che deve presentare i bilanci al 30 giugno 2005, la relazione semestrale al 31 dicembre 2005 e le attestazioni dei pagamenti verso Fisco, Enpals e il Fondo di fine carriera al 31 marzo. L’8 luglio c’è il responso della Covisoc: il Torino Calcio non è in regola. Dovrà ricorrere in appello. Queste le prime dichiarazioni di Attilio Romero, nel tentativo di giustificare la situazione quasi fallimentare della società: "In questa fase non ci aspettavamo nulla di più soprattutto alla luce della truffa che abbiamo subito con la fideiussione falsa. Adesso dobbiamo lavorare sull' appello per ribaltare il giudizio". Si parla quindi di un Torino truffato, la situazione non è rosea.Nonostante tutto, ha inizio il progetto per allestire la rosa di giocatori del prossimo campionato. La prima notizia riguarda la scelta del nuovo allenatore: Daniele Arrigoni. La squadra è pressoché confermata; rientrano dai prestiti alcuni giovani come Simone Rizzato dall’Ancona, Giovanni Marchese dal Treviso e il brasiliano Ronaldo Vanin dall’Avellino, mentre sono pronti per esordire in prima squadra alcuni prodotti della Primavera: Bongiovanni, Patti e soprattutto il bomberino Robert Acquafresca. E’ un bel Toro, fondato soprattutto su calciatori cresciuti in casa. Sono sufficienti pochi innesti per completare il quadro. Le attenzioni degli osservatori di mercato si spostano sull’estero. La scommessa vinta due anni prima con l’acquisto del congo-belga Mudingay, spinge Zaccarelli e soci a sondare ancora di più il mondo d’oltre frontiera. E in pochi giorni vengono ufficializzati gli acquisti del danese Christian Thielsen Keller dal Viborg e del greco Antonios Natsouras dall’Iraklis Salonicco. Tutti e due giocano a centrocampo e sono dotati di un fisico possente. Voci insistenti, infine, danno quasi per scontato l’arrivo dell’esterno destro del Cagliari Edgar Alvarez, di nazionalità honduregna. I giorni scorrono veloci, le notizie sul fronte societario sono poco positive, le speranze di mantenere in vita il Torino Calcio sono sempre più fievoli e si spengono definitivamente il 10 agosto 2005, data in cui il Torino Calcio disputerà l’ultima partita della sua storia contro l’Acqui Terme in amichevole. La società viene dichiarata fallita e la favola di una delle squadre più gloriose al mondo  può solo riprendere con un nuovo marchio, un nuovo nome e nuovi proprietari, iscrivendosi al campionato inferiore a quello spettante di diritto, grazie all’adesione salvagente del Lodo Petrucci. Tutti i calciatori in forza si possono considerare automaticamente svincolati da qualsiasi obbligo nei confronti dell'ormai scomparsa società di appartenenza.

PS: alla prossima puntata con tutti i colpi di scena del caldo mese di agosto del 2005.