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MACUGNAGA (Verbania) - San Maurizio D’Opaglio è un ameno paese che si affaccia sul Lago d’Orta, famosissimo per le sue aziende di rubinetteria è anche il luogo dove c’è uno dei Toro...
MACUGNAGA (Verbania) - San Maurizio D’Opaglio è un ameno paese che si affaccia sul Lago d’Orta, famosissimo per le sue aziende di rubinetteria è anche il luogo dove c’è uno dei Toro Club più antichi d’Italia. Domenica mattina prima della partita a Borgomanero gli amici granata si sono riuniti per la festa sul lago. La sede è un tourbionne di bandiere, i colori granata svettano, all’interno foto e antichi e preziosi cimeli arricchiscono e rendono l’aria pregna di storia e di gloria. Numerosi i Club presenti, alcuni arrivano da Torino, in primis i rappresentanti del Coordinamento dei Toro Club, Ottavio e Beatrice, gli amici del G.O.L. (Granata On Line), il Toro Club Borgo Vittoria e dopo un po’ su un pulmino, giungono allegri e festosi i simpatici membri del Toro Club di Montanaro, pronti a festeggiare con i più vicini Club di Cressa e del Lago d’Orta.
Il Comune di San Maurizio in collaborazione con il dinamico club alcuni anni fa ha dedicato un monumento al Grande Torino: è piccolo, bello e prezioso. Lì, troviamo la comunità granata e gli ospiti, riuniti nel ricordo della fede. “Siamo nati nel 1963 – sostiene Paolo Rossignoli, il presidente – siamo sempre andati allo stadio e spesso anche in trasferta. L’anima che diede il là al nostro Club fu Teofilo Neve, per 40 anni è stato il nostro presidente, purtroppo ci ha lasciati, ma è sempre con noi. Il nostro spirito è la voglia di vincere contro tutto e contro tutti, non è importante il risultato, ma la voglia di esserci e noi ci saremo sempre! In fondo è meglio vivere un giorno da Toro che cento da agnelli! Negli anni d’oro eravamo oltre mille soci, attualmente siamo quasi in duecento”. “Mio padre con il suo immenso cuore granata ha acceso l’entusiasmo – ricorda Luca Neve – e noi siamo qui a continuare l’opera. Siamo molto uniti, l’amicizia e il Toro si fondono in noi. La trasferta più bella è stata quella di Roma per la Coppa Italia, la più importante e triste è quella di Udine dove il club ebbe un grave lutto”.
Dopo il ricevimento vanno tutti a pranzo, ridono e cantano per il Toro. Un anziano signore si avvicina, ha in mano un abbonamento degli anni ’60: “Sono uno dei soci fondatori – dice Rosilio Gaboli – per anni sono stato vice presidente”, poi fa vedere un anello bellissimo: “È un dono di Ferruccio Novo, andai a Torino a trovarlo, lui mi donò questo distintivo e io lo incastonato nell’anello come il diamante più prezioso e sacro”. Dopo pranzo le macchine sussultano, i clacson emettono suoni granata, Borgomanero li attende, il Toro li aspetta.
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