La testata di Toro News è lieta e onorata di poter offrire ai propri lettori una intervista esclusiva a Stephen King, in città per una visita lampo al Salone del Libro. L’indiscusso maestro dell’horror è stato intervistato nel pomeriggio di ieri dal nostro Mauro Saglietti.
mondo granata
Il Re granata
E’ arrivato a Torino di nascosto, all’ultimo minuto, sorprendendo anche gli organizzatori, che lo inseguivano e supplicavano da anni.Così quando è arrivata la telefonata, nella giornata di ieri, ho sinceramente pensato a uno scherzo maldestro, come se aprissi la porta di casa e mi trovassi David Gilmour sul pianerottolo che mi supplica di lasciarlo entrare, per suonarmi una versione personalizzata di Comfortably Numb.Invece era tutto vero, e me ne sono reso conto soltanto vedendo la folla di giornalisti e curiosi sotto il prestigioso hotel del centro.Figurati! Io che intervisto il maestro dell’horror (definizione fuorviante secondo me – ha scritto delle pagine meravigliose quando ha parlato di amicizia), a Torino per il Salone del Libro!Sinceramente non credevo di farcela e non avevo idea di come varcare i cordoni di sicurezza, di come bypassare colleghi ben più scafati.Invece un energumeno con un vistoso pass mi individua e mi fa accedere all’interno, insieme ad una decina di colleghi, tra le proteste degli altri.Credo sia stata fatta una sorta di selezione casuale e la dea bendata mi deve aver regalato un’opportunità sfacciata.Così veniamo fatti accomodare in un elegante salottino, in uno sferragliare di laptop e macchine fotografiche che anticipa un nervosismo neppure troppo latente.Circola la voce che King non riceverà tutti, ma solo qualche persona, causa il poco tempo nel quale si tratterrà a Torino.I colleghi di nobili testate mi guardano come un mezzo scarafaggio, considerandomi il “looser” di turno ed io tutto sommato considero già un successo l’essere arrivato fin lì.Di lì a un momento però alcuni giornalisti vengono allontanati, e mi devo sorbire le scene di rabbia dei respinti.- No way, no way…! – grida un uomo, scaraventando a terra il proprio computer.Mi spiegano che l’inviato del Wall Street Journal. Da anni cerca di intervistare King senza successo e probabilmente perderà il posto causa di questo ennesimo fallimento. Stessa sorte tocca, con grande sconforto, agli inviati del Time e dell’Osservatore Romano.E’ evidente che c’è un errore, un colossale misunderstanding.Cosa faccio io lì?In quel momento un energumeno di colore, che assomiglia molto a Mike Tyson, mi si avvicina.- You! – mi indica- Me?- Sì, prope ti! Come here, please.Alé, mi hanno sgamato, penso. Si sono accorti che non ho neanche il patentino da giornalista ed ora mi faranno volare dalla finestra.Appurato che l’energumeno non vuole implaccarmene uno in faccia, mi chiede cortesemente di seguirlo ed io ovviamente ubbidisco solerte.Mi conduce attraverso un dedalo di corridoi e di tappeti dal soffice color lavanda pallido, ascensori dall’interno rivestito in noce e specchi che rivelano la mia faccia terrorizzata.La sorte mi sta giocando un bel tiro, penso. Devono avermi scambiato per un cronista all’avanguardia e…Un lungo corridoio , che sembra non finire mai, conduce ad una porta.La scena mi ricorda Shining.Vengo assalito dal panico, non perché tema di vedere due bambine mano nella mano, ma perché non so minimamente cosa chiedergli!!E se scappassi?E se simulassi un malore?Una caduta accidentale?Un attacco di orticaria?Mio Dio, aiutami, la porta si avvicina.Magari è tutto uno scherzo di quel buontempone di Alessandro Salvatico, che mi ha affidato l’incarico, penso come estrema difesa.Ora la porta si aprirà e ci sarà il suo bel faccione sorridente…La porta si apre.Ma non c’è Salvatico dietro.
Cosa so di Stephen King?Quasi tutto. Ed in particolare so che non rilascia interviste così volentieri.E soprattutto credo che detesti le domande banali e scontate.Nella frazione di secondo che intercorre tra l’apertura della porta e la vista della persona che sta sorseggiando un’aranciata nel lungo ed etereo divano, mi rendo conto che tre quarti delle domande che mi ero preparato sono delle fesserie incommensurabili.Poi lo vedo.E’ lui.
Mi aspetto uno sguardo staccato e annoiato da chi si è sottoposto a migliaia di interviste.Invece King, in maglietta bianca e jeans, si alza dal giaciglio e mi viene incontro tendendomi la mano.Lo valuto rapidamente.E’ troppo alto. Non può essere Salvatico travestito.E’ stranamente sorridente e di buon umore.Mi chiede se desidero qualcosa.Un caffè magari?Sì, grazie, d’orzo in tazza grande, mi viene da dire.Lui fa cenno ai due camerieri in livrea della suite, che mi portano una gazzosa.E ora saranno… gazzi.Mi rendo conto di avere le mani fredde e sudate, il respiro rallentato e di non essere in grado di pronunciare neanche mezza parola, e se lo facessi, sputazzerei in giro.L’Esorcista mi fa un baffo, allegria!
- How are you? – mi chiede.Lui a me. Probabilmente sono già morto e non me ne sono reso conto.- Well, fine, and you? – la mia voce sembra quella di Marlon Brando nel Padrino.- Very well! Please, sit down. – mi indica il divano.Bene, abbiamo esaurito i convenevoli.E anche l’inglese di base.Accendo il registratore portatile, dopo essermelo fatto scappare dalle mani soltanto due volte.- Ehm… Mr. King, how are you?Terribile, vorrei morire, comincio a vedere le cose appannate. Tra poco tutto sarà finito, penso.Anche io.- Very well, and you?Siamo finiti in un circolo vizioso. Questo lo abbiamo già detto a parti invertite. Un altro signore corpulento (che assisterà a tutta l’intervista in silenzio), mi guarda come si guarda un gobbo.Devo essere più forte di me stesso. Parto a razzo, cercando di nascondere l’espressione ebete.- First of all, Mr. King, let me thank you so much for this interview, is it your first time in Turin? (Prima di tutto, Mr King, lasci che la ringrazi. E’ la prima volta che viene a Torino?)Lui è l’antitesi dell’uomo che ha scritto le pagine che hanno terrorizzato il mondo.- Well, to be honest with, you, it’s not the first time. I paid a visit here when I was a young man (Bè, ad essere sinceri non è la prima volta. Ci sono stato quando ero giovane).- I had a small house in a beautiful place, where I used to think of stories that later would become my novels (Avevo una piccola casa in un posto meraviglioso, dove pensai a storie che più tardi sarebbero diventati i miei romanzi).Chissà quale sarà stato questo posto, mi chiedo. Portofino? Capri? Venezia?- And this place was called… (E questo posto si chiamava…).San Gimignano? Sirmione? Sorrento?- It was called Germagnano.(Si chiamava Germagnano).Eh? Germagnano? Germagnano in Val di Lanzo? Ho sentito bene? Probabilmente sono vittima di Scherzi a parte. Adesso spunta veramente Salvatico con una telecamera.
King invece sembra deciso. Dunque il re dell‘horror a fare la coda per comprare pere e albicocche al mercato di Germagnano. Sarà. E poi cosa faceva in Italia? Boh, mistero. Andiamo avanti.- Did you ever see something in Italy that inspired your worst nightmares?(C’è stato qualcosa in Italia che le ha ispirato i suoi peggiori incubi?)Si ferma e mi guarda in modo strano dietro le pesanti lenti. Sembra sorpreso e spiazzato.- I’ve answered so many questions throughout all my career… but it’s the first time that someone goes so deep, reaching the truth… I was told that you were a tough one…(Ho risposto a così tante domande lungo la mia carriera, ma è la prima volta che qualcuno va così in profondità, raggiungendo quella che è la verità. Mi avevano detto che eri un tipo in gamba…).Alè.Questo prende per i fondelli in pieno. Certo, in gambissima! E poi cosa ha visto di così terribile? E se in quel periodo fosse stato visitato da Guido Regis? In fondo l’amore per la tortura… i bisturi… Non è da escludere.- Yes, my friend. I was shocked from something horrific here in Italy… Something twisted that really disturbed my brain. I’ve never told anyone before, but my whole production was inspired by this thing.(Sì, amico mio. Sono stato scioccato da qualcosa di spaventoso che ho visto qui in Italia… qualcosa di contorto che ha veramente dato fastidio alla mia mente. Non l’ho mai detto a nessuno prima d’ora, ma la mia intera produzione è stata ispirata da questa cosa).A questo punto gli chiedo che cosa possa esserci di così spaventoso, una cosa tale da far contorcere le budella, a quanto pare.- Well, this thing is…(Bè, questa cosa è…).Cosa sarà? La rabbia per le stragi irrisolte? L’abusivismo edilizio? Il Grande Fratello?- …is…Il commissario tecnico della Nazionale? Un famoso uomo politico italiano? La corruzione?- …is..L’acqua alta a Venezia? La corsa al nucleare? Finisco col pensare anche alla gobba- The queue in Venaria.(La coda di Venaria).Se avessi la dentiera, me la farei cadere.Il mio labbro inferiore comincia a tremare come quello di un 95enne.Sta parlando della terribile e micidiale coda di Venaria, per la quale ogni giorno centinaia di lavoratori sono costretti a trascorrere ore in macchina, nell’estenuante attesa di poter attraversare il paisiello.- I’ve never conceived any monster which is only half horrific as that damned thing in Venaria. Such an incredible thing cannot be seen even in the poorest, desolated and forgotten place in the world.(Non ho mai creato alcun mostro che fosse terrificante anche solo la metà di quella cosa dannata in Venaria. Una cosa del genere non si vede neanche nel posto più povero, desolato e dimenticato del mondo).Continuo a tremare, ma non posso dargli torto. Penso agli sventurati che sono costretti a farla tutti i giorni per lavoro. Di sicuro non li invidio.- Mr King, forgive me . I miss the reason for which you were queuing up in Venaria. Why were you in Italy?(Signor King, mi perdoni. Non riesco a capire la ragione per la quale lei stava facendo la coda a Venaria. Per quale motivo si trovava in Italia?).King sospira.- I was going to the stadium.(Stavo andando allo stadio).Ossignur.Stephen King stava andando alla partita.Già che ci siamo ora mi dirà che si è fermato anche all’Auchan, visto che c’era l’offerta sul Tavernello.Vede la mia espressione da ebete e si mette a ridere.- Can you keep a secret? (Sai mantenere un segreto?).Lo vedo armeggiare con il portafoglio.Mi porge una foto.- This is my house, in Bangor, Maine…(Questa è la mia casa a Bangor, nel Maine…)
Lo guardo come si guarda un marziano.Quel lenzuolo… Quella bandiera…- I admit I’m a Turin Fc supporter… - dice candidamente.(Lo ammetto. Tifo per il Torino FC).Olé. Un altro. Dopo le rivelazioni di Obama di un anno fa, anche Stephen King ammette di essere del Toro. Mi racconta infervorato di una volta nella quale era andato in trasferta a Bergamo con gli Ultras e si era trovato in mezzo a una carica…Quando riprendo conoscenza (perché nel frattempo sono svenuto), cerco di ricordarmi della mia intervista…- Ok, Mr King, I understand that the queue in Venaria moved your spirit towards gloomy atmospheres, but… was there something specific here in Italy, from which you created a novel?(D’accordo, signor King, capisco che la coda di Venaria abbia spinto il suo spirito verso atmosfere tenebrose. Ma c’è stato un qualcosa di specifico qui in Italia, dal quale lei ha creato un romanzo?)Riflette brevemente. - Christine…Sobbalzo. Il primo libro che ho letto del Maestro.Christine, la macchina infernale.- How dit it happen? – gli chiedo.(Come è nata la cosa?).King si irrigidisce. Si vede che la cosa lo innervosisce ancora adesso.- Christine was a FIAT and it was always broken. I was there, queuing up, and that FIAT was there still, broken. This inspired a story about a devil car.(Christine era una FIAT ed era sempre, ovviamente rotta. Io ero lì, che tentavo di fare la coda e la macchina era guasta, immobile. Questo ha ispirato una storia su di una macchina infernale).Hai capito.Uno pensa… e invece.- And then CUJO was also inspired by an italian person.(E anche CUJO è stato ispirato da una persona italiana)- Who? - gli chiedo.- This dick! - Mi fa una pernacchia sghignazzando e comincia a ripetere 1-0... Ah ah ah, 1-0!!!Non ci credo. Non ci posso credere.Quando si calma, torna serio come la morte e mi dice.- I have to admit that CUJO was completely inspired by the figure of Lapo. Do you know him?(Devo ammettere che CUJO è stato completamente ispirato dalla figura di Lapo. Lo conosci?)Mi alzo e mi risiedo.Mi siedo e mi rialzo.Mi è preso il ballo di San Vito.Mi attacco a una bombola ad ossigeno.Lui sembra non accorgersene.King non molla la presa- When the book was released I was very upset because of the mistake made by the final printer in the front page, but it was a huge success anyway.(Quando il libro uscì, ero molto arrabbiato per via dell’errore di ortografia commesso dal tipografo in copertina, ma è stato un grande successo comunque).Sento che sto per lasciare questo mondo. Cerco di farlo in modo onorevole.Spero che san Pietro sia meno beffardo di questa vita.- Is there something you don’t like, here in Italy?(Gli chiedo se c’è qualcosa in Italia che lui non sopporta).- Well, to be honest Wight you, I hate Juventus, of course, but there’s something more. I received some dead threats this week…(Ad essere onesti odio la juventus, naturalmente, ma c’è dell’altro. Questa settimana ho ricevuto delle minacce di morte...).King si è fatto serio. Ha una faccia che fa paura.Mi porge dei fogli.Sono composti da lettere ritagliate da un giornale e sono firmate WOOF ARF.Tutto questo mi ricorda qualcosa, ma non riesco a comprendere cosa.- There’s a madman who deals with animals, who would like to kill me because I wrote “Pet Sematary. He’s crazy!(C’è un pazzo che ha a che fare con gli animali che mi vorrebbe uccidere perché ho scritto “Pet Sematary”. E’ completamente pazzo!).Rifletto su queste parole. E sulla firma di queste lettere anonime.Come ho fatto a non pensarci prima?!Il Dottor Puzzetto.Deve essere incavolato come una belva (ooops) e non c’è niente che possa fermarlo dai suoi momenti d’ira.- Mr. King – cerco di cambiare discorso – What are your projects for the future?(Signor King, quali sono i suoi progetti futuri?)Sviare il discorso dalle lettere anonime sembra rilassarlo.- At the moment I’m working on two translations of my previous works, IT and Duma Key. The first will be soon translated into the Sicilian dialect, and the second one into Piemontese.(Al momento sto lavorando a due traduzioni di miei lavori passati, “IT” e “Duma key”. Il primo sarà tradotto in siciliano, il secondo in piemontese). Mi porge due bozze delle copertine.
Non dico altro, ho la lingua retroflessa.Il nostro incontro sta per terminare e…- I have to ask you one favour… - mi chiede con molta cortesia.(Devo chiederti un favore…).Barcollo. Cosa vorrà? Magari ha bisogno che qualcuno gli porti giù il sacchetto dell’immondizia.O più probabilmente mi chiederà di restituirgli il nastro dell’intervista…Garantito al limone.- I knew who you were from the beginning… and I really wanted to talk to you. I was so anxious…!(Sapevo chi eri sin dal principio e volevo proprio parlarti. Ero così emozionato…!).La stanza gira, din don dan.Aspetto sempre che esca Salvatico con la telecamera da un momento all’altro.- Me? – gli chiedo.- Yes, turna ti – mi risponde convinto.King guarda verso il basso arrossisce.Poi dice a mezza voce- I would like to write for Toronews…(Mi piacerebbe scrivere per Toronews…).Alé! Bingo bango bongo stare bene solo al Congo!Questa mancava proprio!King vede la mia espressione allucinata e la prende come un rifiuto.- Look! (Guarda!) – mi dice, porgendomi dei fogli – Here is a short story I prepared only for Toronews! I thought of a story with Paolo Pupillo being killed…(Qui c’è un racconto che ho preparato solo per Toronews! Ho pensato a una storia nella quale viene ucciso Paolo Pupillo…)Sobbalzo imbarazzatissimo.- Actually… we already killed him (Effettivamente… l’abbiamo già ucciso…)- Did you really kill Paolo Pupillo? (Avete davvero ucciso Paolo Pupillo?)- Ehm… no… ehm… we already published that story…(Ehm… no…ehm… abbiamo già pubblicato quella storia)- Oh no! – grida e quasi si getta ai miei piedi – I have really to write for Toronews! Please, please, I beg you! (Devo davvero scrivere per Toronews! Ti prego! Ti prego!).In quel momento il mondo potrebbe scoppiare.Ma non lo fa.Lo fa la porta di ingresso.Udiamo un ringhio feroce dietro il legno massiccio e poi una serie di versi spaventosi.La porta sobbalza sotto il peso di mille zampe che spingono.- Il Dottor Puzzetto! – esclamo - Presto, scappiamo! - Hurry up! Dr. Stinky is here! – gli grido nelle orecchie.Ci diamo alla fuga per la scala antincendio. Quando arrivo giù la security lo ha già infilato in una limousine.Guardo mentre la macchina se ne va a tutto gas.Ora che ci penso non l’ho neanche ringraziato per l’intervista.
----------------------------------------------------------------------
Cari Amici,“Istantanee” continua per tutta la durata del Salone del libro, con interviste, fatti e opinioni.Il prossimo appuntamento, a voi piacendo, è per domattina alle ore 8:00. Mauro Saglietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA