mondo granata

Il ritorno di Pupigol

Redazione Toro News
di Walter Panero

Domenica 6 febbraio 1983. Pomeriggio. Stadio Comunale.

 

“For-za Pu-li-ci! For-za Pu-li-ci!”

“Un Pupigol....c'è solo un Pupigol....un Pupigoooolll....c'è solo un Pupigoooll...”

“Pupi, tu sei sem-pre o'Rey!....”

Mamma mia che frastuono questi tamburi. Sembra che mi battano tutti insieme sulla testa. Eppure ormai dovrei esserci abituato, visto che non è la prima volta che vengo allo stadio. Però....però oggi proprio non è giornata col maledetto mal di testa che mi perseguita in questo pomeriggio gelido d'inverno.Forse ho la febbre addosso e non lo so. O forse è solo la conseguenza del fatto che ieri sera, per la prima volta in vita mia, ho fatto davvero le ore piccole. E sì, perché ieri sera.....ieri sera alla televisione....

 

Sabato 5 febbraio 1983. Sera, notte.

 

….Ieri sera alla televisione c'era il Festival di Sanremo e io l'ho potuto finalmente vedere fino alla fine!

Ho scoperto il Festival qualche anno fa, più o meno quando ho iniziato ad innamorarmi del Toro, e devo dire che mi piace molto. Mi piace l'atmosfera di attesa che si crea a casa mia nei giorni precedenti la gara. Mi piace il fatto che per giorni interi non si parli d'altro in televisione e sui giornali. Mi piace l'idea che canzoni fino a quel momento sconosciute e mai cantate da nessuno, in poche ore diventino “di tutti”. E il giorno dopo, se vai per strada, le senti cantare dal muratore e fischiettare dal parrucchiere. Quando c'è Sanremo a casa mia tutto si ferma: alle otto e mezza siamo già piazzati in fila sul divano davanti alla televisione, pronti a commentare le canzoni, ma non solo quelle. Si parla dello strano vestito di quella, del parrucchino e della dentiera di quell'altro, delle stonature di quegli altri, e così via. Insomma, le canzoni finiscono per passare in secondo piano, anche se poi a volte, magari quando ci incontriamo con i nonni o con degli amici dei miei genitori, si prendono carta e penna e si inizia a dare i voti a questo o quel cantante.Il problema di Sanremo, per me, è che finisce sempre troppo tardi. Inizio a sentire le canzoni,  apprezzo questo o quel cantante fino a sperare che vinca, mi innamoro di questa o di quella ragazza, ma finisce sempre nella medesima maniera: vengo spedito a letto prima che il conduttore proclami, davanti a tutta Italia, il nome del vincitore. E' un po' come vedere una partita importante, magari ad eliminazione diretta, e doversene andare sul più bello senza sapere come va a finire. Che disdetta, però! Ma guai ad opporsi: se papà ha deciso che la regola è quella, non si può assolutamente derogare. Se mi lamento, mi mette ancora in castigo e non mi porta per un po' a vedere il Toro. E io ci voglio andare a vedere il Toro, cavolo!

Così fino ad oggi è capitato sempre che io andassi a letto senza sapere il vincitore di Sanremo, mentre gli altri se ne stavano alzati fino alla fine. Così è capitato sempre che, la mattina dopo il Festival, io mi alzassi e corressi velocemente a chiedere a papà o a mamma (o ai nonni che però non si ricordavano mai, perché forse a un certo punto si addormentavano) chi avesse vinto.

“I Matia Bazar con E dirsi ciao....”

“Oh noooooo....io volevo vincesse Gianna di Rino Gaetano o al massimo quella là vestita da uomo....la Oxa, mi pare si chiami.....” (1)

Mino Vergnaghi con Amare......”

“Ma chi cavolo è questo?!....ah sì: quello con la salopette da idraulico....accidenti: a me piacevano Barbara di Enzo Carella, Nocciolino di AntoineA me mi piace vivere alla grande di Franco Fanigliulo....” (2)

Toto Cutugno con Solo noi.....”

“Ah sì....quello che quando canta dorme, come dicono i nonni.....non male....mi piaceva quella canzone....per me una delle migliori insieme a Su di noi di Pupo e a quella del gruppo con quello strano cantante coi capelli biondi e gli occhiali di plastica.....i Decibel, sì.....con Contessa....” (3)

Alice con Per Elisa .....” (4)

“...questa poi....e chi l'aveva mai sentita prima con quel vocione?....Ce n'erano almeno cinque che mi piacevano di più come per esempio Maledetta Primavera di Loretta Goggi....ma si vede che non ci capisco molto.....d'altra parte sono ancora un bambino....”

“...Riccardo Fogli con Storie di tutti i giorni....”

“...bravo...però a me piaceva di più Felicità di Al Bano e Romina, di cui mi sono fatto regalare il disco per cantarla in continuazione imitando le loro voci....mi piacevano anche Solo Grazie di Frate Cionfoli, che somiglia alle canzoni che cantiamo all'oratorio, e  Lisa di Stefano Sani che faceva impazzire le mie compagne delle medie. A qualcuno piaceva molto quello strano tizio che sembrava ubriaco e forse lo era: Vasco Rossi con Vado al Massimo, arrivato ultimo.....” (5)

Ecco. Questo era per me Sanremo fino allo scorso anno. Ma quest'anno no. Quest'anno ho parlato per tempo con la mamma, dicendole di intercedere per me con papà. Insomma, quest'anno potrò finalmente vedere Sanremo fino alla fine. Fino all'ultima canzone. Fino alla premiazione. Che emozione grande, forte. Che strano effetto stare alzato fino a tardissimo. Oggi pomeriggio sono persino andato a riposare un po', cosa che non faccio mai, per essere sicuro di resistere. Come se non bastasse tutta l'adrenalina che ho in corpo, simile a quella che mi prende quando il Toro gioca una partita importante, o si avvicina l'arrivo di una corsa ciclistica.Il vincitore, quest'anno, sarà per forza Toto Cutugno, che canta "L'Italiano". Una canzone che parla anche del nostro Presidente partigiano, ma che a me ricorda soprattutto la nostra vittoria ai Mondiali di Spagna dello scorso anno. Non smetterei mai di ascoltarla! E di cantarla sotto la doccia e nella mia stanza. Poi mi piace molto anche “Io volevo dirti”, cantata dalla giovane Donatella Milani: mi piacerebbe conoscerla e magari, se mi volesse, fidanzarmi con lei visto che la trovo bellissima. Pure Giorgia Fiorio mi piace tanto, anche se ha la voce un po' da uomo: dicono che lei è di Torino e magari la conoscerò davvero, un giorno. Chissà....Mi piace abbastanza anche “Vita Spericolata” di Vasco Rossi, ma tutti dicono che una canzone del genere a Sanremo non avrà possibilità. E se lo dicono i grandi ed i giornali, io ci devo credere...

Comunque, alla fine della lunghissima esibizione dei ventisei cantanti giunti alla finale (otto “Nuove Proposte” e diciotto “Big”) vengono scelte sei canzoni  per la finalissima (tre per ogni gruppo, in modo da agevolare le “Nuove Proposte”). I sei cantanti rimasti sono il “mio” Toto Cutugno; i Matia Bazar con la strana ma bella “Vacanze Romane”; Dori Ghezzi con “Margherita non lo sa” (che è lì perché la raccomanda suo marito De Andrè, almeno questo dice mio padre che poi chi cavolo sarà 'sto De Andrè?...); Tiziana Rivale con “Sarà quel che sarà” (che a me ricorda la colonna sonora di un film...); la bella (per me) Donatella Milani con “Io volevo dirti” e Fiordaliso (che quando canta sembra che....va beh....faccia un grosso sforzo...) con “Oramai”.

Li fanno cantare di nuovo tutti. Mezzanotte è passata da un bel po'. Anzi, saranno le due di notte. Altro che ore piccole: io non ci ero mai stato alzato fino a così tardi! E devo dire che, sarà l'emozione che provo, proprio non mi viene sonno, mentre i miei genitori sbadigliano e papà minaccia di andarsene a dormire. Invece stiamo tutti lì, in fila sul divano, in attesa del verdetto. Andrea Giordana, l'attore che interpretava il promesso sposo di Marianna in Sandokan, ma che qui fa il conduttore, prende la parola ed ha un foglietto in mano. Accanto a lui ci sono le vallette e altre persone vestite da pinguini....

“...La canzone vincitrice della trentatreesima edizione del Festival dalla canzone italiana è....”

Silenzio nel teatro. Silenzio a casa mia.

“Toto!...Toto!...” penso dentro di me....

Sarà quel che sarà di Tiziana Rivale...”

“Ooooooo....” dice il pubblico.

“Seconda Donatella Milani e terza Dori Ghezzi....un Festival tutto al femminile.....”

“Ooooooo....” ancora il pubblico.

Delusione. Grandissima. E Toto? E i Matia Bazar? Per il primo resta la soddisfazione di aver vinto, davanti a Gianni Morandi, il referendum popolare fatto con le schede del Totip. Ma il Totip conta poco o nulla. Forse dal prossimo anno lo faranno contare, ma quest'anno no.

Ha vinto quella sconosciuta biondina che ora, commossa, riceve i premi e canta per l'ennesima volta la sua canzone, certo orecchiabile ma niente di che.

Ho aspettato fino quasi all'alba per avere questa delusione. Forse era davvero meglio che me ne andassi a dormire come voleva fare papà. Bisognerebbe sempre ascoltarli, i grandi. Anche perché domani non avrò tanto modo di riposarmi. Eh sì: perché domani, anzi oggi vista l'ora, è domenica....e....

 

Domenica 6 febbraio 1983. Di nuovo Stadio Comunale.

 

“For-za Pu-li-ci! For-za Pu-li-ci!”

“Un Pupigol....c'è solo un Pupigol....un Pupigoooolll....c'è solo un Pupigoool...”

“Pupi, tu sei sem-pre o'Rey!....”

….mamma mia...non li sopporto più!...Vorrei andare a casa e infilarmi sotto le coperte, ma purtroppo non posso. Non sono solo qui, ma col mio amico Massimo e suo padre che non mi darebbe mai il permesso di andarmene tutto solo, visto che mio papà oggi non c'è e mi ha affidato a lui, come già era accaduto più o meno un mese fa quando avevamo fermato sull'1 a 1 la Roma di Liedholm, Pruzzo, Bruno Conti e Falcao. E poi c'è un altro motivo per cui comunque non potrei andarmene: io voglio vedere Pupi! Cioè, in realtà l'ho già visto prima quando è venuto qui da noi, sotto la curva, a salutare e a lanciarci i fiori prendendosi tanti applausi che se li ricorderà per tutta la vita. Ma io voglio vederlo in campo! Per capire che effetto fa vedere Pupi con addosso una maglia diversa da quella che ha portato per quindici anni. Una maglia bianconera, per giunta.E sì, perché oggi il Toro affronta l'Udinese, dove Pupi è andato a finire la scorsa estate. Dicono che sia vecchio, e forse hanno ragione, ma io continuo a chiedermi se davvero non ci fosse la possibilità che restasse ancora con noi, anche solo a fare  panchina come peraltro fa ad Udine. Già, perché oggi Pupi mica sarà in campo dall'inizio! L'Udinese davanti ha gente come i gobbi Causio e Virdis, lo slavo Surjak e  Massimo Mauro. E non c'è posto per uno come il vecchio Pupi. Dicono però che Mister Ferrari gli farà comunque giocare uno spezzone, in modo che possa prendersi, da quella che rimane la sua gente, tutti gli applausi che davvero merita.

La partita inizia e io vorrei che finisse presto, visto che il mio mal di testa non molla e in campo non succede un gran che. Per il Toro ci provano Dossena (oggi il migliore in campo) e Borghi (che prende il palo alla destra del portiere Corti); mentre l'Udinese risponde con Virdis, Miano e un tiro da fuori del terzino Tesser. Ma non c'è niente da fare. Le difese hanno sempre la meglio sugli attacchi. E poi, almeno oggi, le nostre punte non sono un gran che: il Campione del Mondo Spadino Selvaggi e l'argentino Pato Hernandez non sembrano in giornata, poi c'è Borghi che a me pare proprio scarso, a meno che la sua giornata debba ancora venire. Se il Toro fa giocare uno come lui, forse ci sarebbe stato ancora posto anche per Pupi. Ma qualcuno che capisce di calcio sicuramente più di me non l'ha più voluto.

Mancano più o meno venti minuti alla fine di una partita che sembra ormai indirizzata inesorabilmente verso lo 0 a 0, quando un uomo si alza dalla panchina. E un boato enorme sale dalla folla. Io stesso, che mi sento sempre peggio, urlo con quel poco di voce che ancora mi resta.

“For-za Pu-li-ci! For-za Pu-li-ci!” grida ora tutto lo stadio facendo girare le sciarpe.

“Adess 'n lu fica chiel!...” dice qualcuno mentre altri annuiscono.

“Autr che col cioch 'd Borghi....” gli rispondono.

“Speroma mach da portè a ca stu pont.....”

“Già....a parlu 'd Copa Uefa, ma dovuma pitost pensè a salvesse....”

“Con Bersellini 'nduma da gnune part....” (6)

Ognuno ha la sua da dire. Io me ne sto zitto e ascolto. Me ne sto zitto e guardo il campo dove intanto Pupi ha preso il posto dell'ex gobbo Virdis. E' proprio lui. Si muove come ai vecchi tempi. Che strano vederlo con una maglia che non è la nostra. Che strano vederlo colorato di bianco e nero.Quando tocca la palla, sale un boato che parte dalla Maratona e riempie tutto lo stadio. Quando avanza verso la nostra porta, e Danova cerca di impedirgli di essere pericoloso, la gente non sa con chi stare: l'istinto direbbe di tifare per il nostro antico idolo, ma tifare per lui significherebbe perdere. E nessuno vorrebbe perdere né oggi, né mai.Ci prova, Pupi. Insieme allo slavo Surjak. Ma in fondo chi glie lo fa fare? La gente, la sua gente lo ha accolto da re. E forse non capirebbe se fosse proprio lui a darci il colpo di grazia. O magari sì, perché lo ama talmente tanto da perdonargli tutto. Comunque non succede. Non succede più niente, anche quando il nostro Mister toglie finalmente Borghi e mette in campo Bonesso. Finisce 0 a 0 e tutti a casa. Questo Toro, da cui quest'anno ci si aspettavano grandi cose, dopo un buon inizio di campionato, proprio non riesce a fare quel salto che lo porterebbe verso la “zona Uefa”.

Il mal di testa è sempre più forte. Ho i brividi. Mi sento la febbre e probabilmente domani non andrò neppure a scuola, cosa che non è che mi dispiaccia poi tanto.Non vedo l'ora di essere a casa, infilarmi sotto le coperte al calduccio e addormentarmi, ascoltando ancora una volta le canzoni di Sanremo che preferisco. E sognare di incontrare Donatella Milani e Giorgia Fiorio. E sognare che il Toro torni nuovamente grande dopo alcuni anni brutti. E sognare di vedere ancora in campo, e stavolta con la maglia giusta, il grande Pupigol.

 

Che fine hanno fatto?...

 

I Matia Bazar: continuano ad esistere, anche se la cantante non è più la stessa da un bel po' e della formazione originaria è rimasto solo Piero Cassano. Hanno rivinto il Festival di Sanremo nel 2002 con “Messaggio d'amore”.

Anna Oxa (Anna Hoxha): ha avuto alterni successi, partecipando tantissime volte al Festival e vincendolo in due occasioni, nel 1989 assieme a Fausto Leali (“Ti lascerò”) e nel 1999 con “Senza Pietà”. Ha preso parte al Festival di Sanremo di quest'anno con la canzone “La mia anima d'uomo”, ma è stata eliminata prima della finale di stasera.

Rino Gaetano (Salvatore Antonio Gaetano) : è morto in un incidente d'auto nel giugno del 1981. Le sue canzoni rimarranno vive per sempre.

Mino Vergnaghi: dopo il Sanremo vinto nel 1979, ha abbandonato la carriera di cantante solista per intraprendere quella di corista. Ha lavorato, tra gli altri, con Zucchero, Giorgia e Mina.

Enzo Carella: prosegue, con alterne fortune, l'attività di cantante ed autore.

Franco Fanigliulo: negli anni '80 ha collaborato con grandi artisti come Zucchero e Vasco Rossi; purtroppo è morto prematuramente, a soli 45 anni, il 12 gennaio del 1989 a causa di un'emorragia cerebrale.

Antoine (Pierre Antoine Muraccioli): si occupa di viaggi, fotografia e documentari.

Alice (Carla Bissi): ha continuato la carriera da cantante solista con alterne fortune; nel 2009 ha ricevuto il Premio Mia Martini, alla luce di una carriera portata avanti con coerenza e caratterizzata da scelte artistiche coraggiose e spesso lontane da logiche commerciali. Sta lavorando ad un nuovo album che vedrà luce nel corso del 2011 con la collaborazione, tra gli altri, di Franco Battiato.

Loretta Goggi: ha ottenuto grandi successi soprattutto in qualità di conduttrice televisiva, mentre attualmente lavora come attrice teatrale.

Riccardo Fogli: ha proseguito la sua carriera di cantante partecipando varie volte a Sanremo. Il suo ultimo album risale al 2008.

Al Bano e Romina: da qualche anno non sono più “Al Bano e Romina”, nel senso che si sono separati sia nella vita che sul palco scenico. Il cantante pugliese è presente al Festival di quest'anno con la canzone “Amanda è libera”.

Stefano Sani: si è ritirato presto dalle scene ed ha recentemente dichiarato di essere stato vittima di una depressione durata diversi anni.

Vasco Rossi: dopo la sua prima esibizione al Festival del 1982 con “Vado al massimo” quasi tutti lo avevano guardato come un U.F.O. Quando l'anno dopo ci riprovò con “Vita Spericolata”, molti cominciarono a capire che sarebbe diventato il “Vasco”. Il grande Vasco.

Frate Giuseppe Cionfoli: svestiti gli abiti religiosi e abbandonata la carriera di cantante, ha partecipato nel 2006 al noto reality “L'isola dei Famosi”. Attualmente si occupa di quadri e sculture dedicati a Padre Pio.

Tiziana Rivale (Letizia Oliva): ha inciso vari dischi di scarso successo negli anni successivi. Il suo ultimo album è “Mystic Rain” del 2009, anche se il numero di copie vendute risulta non pervenuto.

Donatella Milani: la mia bella Donatella Milani, che rivista ora non era niente di che, è sparita totalmente dalle scene musicali alla fine degli anni Ottanta.

Dori Ghezzi: ha abbandonato la carriera da solista nel 1990, anche se ha a lungo affiancato il marito Fabrizio De Andrè in alcune esibizioni dal vivo.Dopo la morte del grande Faber, avvenuta nel gennaio del 1999, si occupa della gestione della Fondazione Fabrizio De Andrè, che ha lo scopo di preservare la memoria e l'arte dell'immenso cantautore genovese.

Fiordaliso (Marina Fiordaliso): ha partecipato a diverse edizioni del Festival nel corso degli anni successivi. Più recentemente, dopo aver preso parte ad alcuni reality show, è stata impegnata in vari spettacoli teatrali e musical. Fa parte della Musical Artime Academy (Accademia Nazionale dello Spettacolo) in qualità di docente di interpretazione scenica.

Giorgia Fiorio: ha abbandonato la carriera di cantante (e di attrice) sul finire degli anni Ottanta ed ha intrapreso con ottimi risultati quella di fotografa.

Toto Cutugno: dopo la vittoria del 1980, ha partecipato tantissime volte al Festival senza più riuscire a vincerlo, ma piazzandosi in varie occasioni al secondo posto. Dopo una lunga malattia, è tornato a Sanremo nel 2010 con la canzone “Aeroplani”. Quest'anno è tornato sul palco dell'Ariston a cantare "L'Italiano", affiancando Tricarico nella serata dedicata ai 150 dell' Unità d'Italia.

Gianni Morandi: nonostante i suoi sessantasei anni, ha più o meno la stessa faccia e le stesse movenze che lo caratterizzavano quando partecipò al Sanremo del 1983, o a quello di quattro anni dopo da lui vinto insieme a Ruggeri e Tozzi con “Si può dare di più”. Col tempo, si è trasformato sempre più da cantante a presentatore. Conduce il Festival di Sanremo che si concluderà stasera.

Eugenio Bersellini: dopo il Toro ha allenato Sampdoria, Fiorentina, Avellino, Ascoli, Como, Modena, Bologna, Pisa, Saronno, Nazionale Libica, Al-Alhy Tripoli, Al Ittihad Tripoli, Lavagnese, Sestri Levante. Attualmente è disoccupato.

Giuseppe Dossena: lasciato il Toro nell'estate del 1987, è passato all'Udinese e da qui alla Sampdoria dove si laureò campione d'Italia nel 1991. Ha chiuso col calcio nel 1992 per diventare allenatore e opinionista televisivo.

Franco Selvaggi: al termine della stagione 1983-84 passò dal Toro all'Udinese e da qui all'Inter ed alla Sambenedettese dove chiuse la carriera. Divenuto allenatore, attualmente ricopre l'incarico di docente alla scuola allenatori del settore tecnico della FIGC.

Patricio Josè Hernandez: nell'estate del 1984 passò dal Toro all'Ascoli, per tornare poi in Argentina dove chiuse la carriera da giocatore nelle fila dell'Huracan nel 1992. Ha allenato tra le altre squadre l'Estudiantes e il River Plate, mentre attualmente fa il commentatore tecnico per la televisione argentina.

Luigi Danova: nel 1985 si trasferì dal Toro al Lecce e da qui al Mantova ed al Varese, dove chiuse la carriera nel 1991. Ha fatto l'allenatore di squadre dilettantistiche.

Carlo Borghi: al termine della stagione 1982-83 passò dal Toro all'Ascoli e da qui al Catania dove rimase per ben cinque stagioni. Ha chiuso la carriera al Grosseto nel 1993.

Colui che scrive: come tanti amava il Toro, il ciclismo e seguiva Sanremo. Ora, molto tempo dopo, è rimasto uno dei tanti (o dei pochi) ad amare il Toro ed il ciclismo. E continua, suo malgrado, da oltre trent'anni, a seguire anche Sanremo. Ogni anno dice che quella sarà l'ultima volta, ma l'anno  successivo ci ricade inesorabilmente. E stasera, dopo essere stato a quello che era il Comunale a vedere il Toro (altra malattia difficile da estirpare), sarà ancora una volta davanti alla televisione, insieme ai genitori, fino a tarda notte. Purtroppo si aspetta solo delusioni. Dal Toro. E anche da Sanremo.

Paolo Pulici, detto Pupi (Roncello, 27 aprile 1950): dopo la stagione all'Udinese, ha chiuso la carriera da calciatore alla Fiorentina nel 1985. Per tutti noi continua ad essere e sarà sempre l'immenso Pupigol!

 

 

Domenica 6 febbraio 1983

Torino, Stadio “Comunale”

Torino – Udinese 0 – 0

Torino (All. Bersellini): Terraneo, Van de Korput, Beruatto, Corradini, Danova, Galbiati, Zaccarelli, Dossena, Selvaggi, Hernandez, Borghi (82'Bonesso).A disposizione: Copparoni, E.Rossi, Salvadori, Cravero.

Udinese (All. Ferrari): Corti, Galparoli, Tesser, Gerolin, Edinho, Cattaneo, Causio, Miano, Mauro (85' Orazi), Surjak, Virdis (71' Pulici). A disposizione: Borin, Chiarenza, Degiorgis.

Arbitro: Ballerini della Spezia

Spettatori: 25.811, 16.883 paganti, 8.928 abbonati per un incasso di 104.066.000 di lire.

Corner: 9 a 5 per il Toro.

 

 

(1) Sanremo del 1978(2) 1979(3) 1980(4) 1981(5) 1982(6) Adesso ce lo infila lui/ Altro che quel ciucco di Borghi/Speriamo solo di portare a casa questo punto/Già, parlano di Coppa Uefa ma dobbiamo piuttosto pensare a salvarci/Con Bersellini non si va da nessuna parte.