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Il salario della paura

Redazione Toro News
di Steve Della Casa

'Il salario della pauraì è un rifacimento firmato da William Friedkin (il regista di “L’esorcista”) di un vecchio straordinario film francese che qui da noi era uscito con il titolo “Vite vendute”. Si è dibattuto a lungo se fosse più bello l’originale o il remake, ed è stata una bella lotta. La lotta nel film la compiono un gruppo di disperati che devono guidare un camion pieno di materiale molto pericoloso. Rischiano la morte a ogni momento, lo sanno ma affrontano lo stesso l’impresa. Il problema è che hanno davvero molti nemici, non basta la nitroglicerina che trasportano su due camion che più scassati è difficile immaginarli…Lo confesso, ogni volta che entro allo stadio o accendo la televisione per guardare il Toro un groppo di paura mi prende lo stomaco. Il Toro ha tanti nemici, proprio come i senza Dio che devono guidare quel camion. Le squadre avversarie contro noi giocano sempre la partita della vita. Gli arbitri manco a parlarne: ammonizioni chirurgiche per i diffidati e una particolare predilezione per far innervosire Rolando Bianchi (se a Vieri avessero fischiato tutti i falli contro che fischiano a lui, di goal ne avrebbe fatti ben pochi). E anche i nostri giocatori sono un gruppo che è stato assemblato in fretta e furia a gennaio per rimediare agli errori precedenti, e adesso paga infortuni, squalifiche, problemi. Eppure siamo ancora lì e ce la possiamo fare. Qualcuno dice che è meglio se restiamo in b (la pensavano così anche i padroni della Longobarda di Oronzo Canà: volete fare compagnia con loro?). Altri dicono che se restiamo in B poi scompariamo. Umberto Eco aveva scritto un saggio famoso, Apocalittici e integrati. Qui pare ci siano solo gli apocalittici. Ma io in questi ragazzi ho ancora fiducia. Buona vita.