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Il Toro è morto

Il Toro è morto - immagine 1
di Silvia Lachello Sabato, 10 gennaio 2009Caro Diario,non immaginavo che non facesse alcun male, che fosse assurdamente indolore.Credevo che il dolore sarebbe stato lacerante e mi avrebbe scossa con violenza, lasciandomi insonne ed...
Redazione Toro News

di Silvia Lachello

 

Sabato, 10 gennaio 2009

Caro Diario,non immaginavo che non facesse alcun male, che fosse assurdamente indolore.Credevo che il dolore sarebbe stato lacerante e mi avrebbe scossa con violenza, lasciandomi insonne ed inappetente per giorni, settimane, mesi.Pensavo che avrei versato litri di lacrime, che avrei vissuto a lungo con gli occhi gonfi e a tirare su con il naso.Immaginavo che mi sarei trascinata per la città smarrita andando a vedere se almeno i luoghi esistevano ancora.Pensavo anche che avrei raccontato ai miei bambini la storia che c'era stata, che continuava ad esserci e che sempre ci sarebbe stata. E che si era interrotta una, due, tre, non so più quante volte per poi riprendere lentamente.Questo era il mio sottofondo mentale, il pensiero intrecciato con il mio essere.Soprattutto dopo quella che era stata la sua ultima morte, quella dell'agosto del duemilacinque.Perché effettivamente, in quell'agosto, tutto ciò che avevo pensato, creduto, immaginato... be', si era concretizzato.Ma avevo trascurato un particolare: quella non era la sua ultima morte.No.Era la morte definitiva.Non rendendomene conto, non volendo rendermene conto.

La via più semplice sarebbe stata quella di permettere a me stessa di elaborare  il lutto.Avrei trascorso il resto della mia vita senza il Toro.Ed avrei avuto un nuovo punto di inizio.Senza Toro.Pur sempre, dolentemente, un punto di inizio.

Ed invece no.Mi sono intestardita, per troppo Amore, in una sorta di accanimento terapeutico.Io chiedevo a gran voce che il Toro venisse lasciato morire con DIGNITA'.In realtà il Toro era già morto e defunto.Ero solo incarognita.Ma mascheravo questa verità con il non arrendersi mai.

Tutta la letteratura divorata negli anni no mi aveva insegnato nulla o forse, in una sorta di delirio d'onnipotenza, tal quale a quello del Dottor Frankenstein, volevo a tutti i costi ridare vita ad un cadavere. Si trattava solo di aspettare che dal cielo cadesse il fulmine giusto.Avesse voluto il Cielo che quel fulmine ci incenerisse invece di donare nuovo battito ad un cuore morto!Tutti insieme tenendoci per mano, in cerchio come di rituale, gridavamo a labbra chiuse il nostro FORZA VECCHIO CUORE GRANATA.Forse gli avremmo dimostrato più Amore gridandogli RIPOSA IN PACE VECCHIO CUORE GRANATA.Forse.Comunque, abbacinati da sperati, disperati, forzati, desiderati, financo temuti, nuovi battiti, abbiamo levato le mani al Cielo in giubilo.Avremmo dovuto seppellirlo, quel Toro, invece di celebrarlo come redivivo.

Ma si può condannare un errore fatto per Amore? No, io credo di no. Mi biasimo e al tempo stesso mi assolvo.Non riesco, però, a cancellare l'amarezza.Tutto il nostro Amore ci ha trasportati in una zona di tempo in cui la realtà è deformata dal sentimento.La capacità di giudizio, annebbiata dall'Amore, si è fatta flebile, si è fatta sfuggente come nebbia.

Me ne sono resa conto all'improvviso questa sera mentre parlavo con la Stefi.Eravamo in auto a fumare una sigaretta dopo Genoa-Toro.Già durante la partita lei si era espressa sul forte odore di serie B.Io negavo ed intanto cercavo speranza scambiando SMS con il caro amico Marco.E' stato solo dopo la cena, solo dopo migliaia di parole fatte, che è caduto il Silenzio.Ho preso fiato mentre tutto il mondo si fermava e l'ho detto.Ho detto: “Il Toro è morto”.

La Stefi ha annuito. La verità ci era caduta addosso all'improvviso.Meno male che eravamo insieme, meno male che non eravamo sole. Se fossimo state sole, forse, non avremmo avuto QUELLA consapevolezza così precisa, così tagliente.

Hai vinto, Mister X: ora pianta la tua lapide finché la terra è fresca.Noi manterremo la memoria e la dignità.Senza più un futuro.

Ma era notte, fuori la temperatura era rigida e si sa: il freddo esterno si propaga feroce verso i recessi dell'anima, soprattutto se hai tre gol sul groppone e se hai visto il Nulla in campo.

Poi sorge il giorno e l'anima si fa di nuovo battagliera. Non potrebbe essere altrimenti.A volte la Morte, la consapevolezza di essa, giunge in ritardo ma quanto meno giunge.Di lì si riparte. Con il cuore più pesante ma sempre e per sempre CUORE palpitante. PAL-PI-TAN-TE.

Aspetta, aspetta, lasciami tirare il fiato un attimo... il Toro è morto? Ma figurati!E' in coma? Ma va là!Ha nemici? Sempre!E abbiam paura noi? GIAMMAI.Vado incontro al futuro perché io credo al futuro. Comunque vada.No pasarán. Punto.

Avrei quasi voglia di mettermi a correre sulla neve innalzando il mio stadiesco grido di battaglia: CARICAAAAAAAAAAA!!!!E chiudendo gli occhi  o guardando verso il sole sentirei forte anche i gridi di battaglia dei fratelli e delle sorelle:- Paolo e i suo ANDIAMOOOOOOOOOOO!!!!- Lucio e i suoi ALEEEE'! e i suoi SEEEE!- Stefi e i suoi DAIIIIIIIIIII!- Giacomo e i suoi CREDICIII!Voci. Energia. Luce. Speranza. Essere indomiti. Essere. ESSERE.

Ho paura, te lo confesso, ho paura. Ma la paura può aspettare.Come quando ero bambina ed avevo paura del buio: chiudevo gli occhi ed il buio si popolava di mostri, aprivo gli occhi ed i mostri scomparivano. C'era solo il buio ed il buio finiva per essere confortante, così riuscivo a prendere sonno e manco mi accorgevo di aver chiuso gli occhi.

Ora, qui e ora, decido di tenere gli occhi aperti e mi concedo anche di chiuderli per riposarmi ne ne avrò voglia o bisogno.Sono libera di scegliere e scelgo, quindi, di non avere paura.Forza Toro, forza.

Poi ti devo raccontare di quanto avesse ragione il Poeta Ivano fossati nel cantare che “la costruzione di un amore / spezza le vene delle mani / mescola il sangue col sudore / se te ne rimane, la costruzione di un amore / non ripaga del dolore / è come un altare di sabbia / in riva al mare...” ma non adesso, non adesso...

Post scriptumEra solo lo sconforto del momento. Perché la realtà dei fatti è questa: Mister X... col ca§§o che ci ammazzi.

Post post scriptum: sono proprio distratta ho scritto per ben due volte “Mister X”... in realtà volevo scrivere “Fato”...