mondo granata

Il Toro e Wile Coyote

Redazione Toro News
di Silvia Lachello Sabato 24 aprile 2010, Crotone – torino 1-0Caro Diario,sì, ho scritto torino, con la t minuscola, quel suffisso -ino è un diminutivo.Il giramento di coglioni è sempre gigantesco.Non ho visto la...

di Silvia Lachello

 

Sabato 24 aprile 2010, Crotone – torino 1-0

Caro Diario,

sì, ho scritto torino, con la t minuscola, quel suffisso -ino è un diminutivo.Il giramento di coglioni è sempre gigantesco.Non ho visto la partita: ero al battesimo di Sofia, lei e i suoi genitori stanno per tornare in Brasile, chissà quando li rivedrò.A sentire gli amici non mi sono persa nulla, anzi: è stato un bene che io non abbia visto lo scempio.

Io rimango sempre dell'idea che sia meglio rendersi conto con i propri occhi della morte dell'oggetto amato.Per elaborare correttamente un lutto è necessario passare attraverso differenti fasi: dichiarazione della morte, presa di coscienza della medesima, funerale.

Vogliamo parlare dei lutti che non possono essere elaborati perché manca uno dei fattori testé elencati? Che ne so... vogliamo parlare di qualcuno che rimane a piangere per tutta la vita qualcun'altro che ha avuto la bella pensata di morire prematuramente? E che lo piange perché gli è mancato, mettiamo caso, di partecipare al funerale? Ma no, dai... non parliamone... se no entro definitivamente in un loop di pensieri mortuari che non fanno bene a nessuno.

Però voglio dire una cosa, una cosa che può apparire irriverente, ma dell'irriverenza me ne sbatto allegramente gli zebedei ... io mi sento così, mi sento come quella volta in cui era morto uno che conoscevo bene e non ero andata al suo funerale (non per mia scelta). Ancora oggi non mi rendo conto, al di là dell'assenza, che sia morto. E la parte folle (sana?) di me ancora si aspetta di vederlo sbucare da dietro l'angolo.

Quante volte ti ho già detto che il Toro (oh... faccio fatica a scriverlo con la maiuscola... questa è una novità...) è morto? Un migliaio? Facendo una stima per difetto, quella è la cifra.Ma non avendo mai partecipato al suo funerale... come detto più o meno sopra: la parte sana (folle?) di me si aspetta di vederlo sbucare da dietro l'angolo.

Perché ci sia un angolo è necessario che sussistano parti del piano visivo celate.Tu non hai idea, proprio non hai idea, di quanto mi piacerebbe PER UNA VOLTA percorrere una strada DIRITTA, come quelle highways nei deserti americani.Niente di qua, niente di là.Solo strada.Davanti.Alle spalle.Strada.Niente muri, niente dossi, niente cunette, niente ostacoli.Niente di niente: solo andare.

E mentre ti scrivo queste parole sento la solita vocina (vaffanculo, grillo parlante...) che riconferma che sto dicendo una marea di balle.E poi un'altra vocina (ehilà, grillo intrigante) che smentisce il tutto.E infine l'ennesima vocina (e figurati... ciao, grillo parlante 2, la vendetta: proprio non vuoi tacere, eh?) che mi riconduce lì dove, in ogni caso, avrei finito per parare (io paro sempre, io).

Questa volta voglio anticipare i tempi.Di solito è necessario un paio di giorni per smaltire le botte, un altro paio per vivere in una sorta di limbo, gli altri giorni sono di ansia pre partita, le botte non sono solo dimenticate: cancellate dalla memoria e dalle fibre, è tutto uno spasimare per il colore, per la maglia, per il Toro (ahia, di nuovo 'sta fatica da lettera maiuscola...).

Questa volta, ti dicevo, voglio anticipare i tempi.Voglio sentire SUBITO quel trasporto incontrollabile verso il rettangolo verde, le maglie granata e bla bla bla.E per anticipare i tempi ricorro alla Grande Finzione: è una specie di esercizio spirituale.Che cos'è la Grande Finzione? Oh be', sai... faccio finta di niente.Faccio la tonta.Faccio l'idiota.Faccio l'illusa.Faccio finta di niente.Faccio finta che ogni partita sia a se stante.Faccio finta che la volta dopo si possa iniziare tutto da capo.Faccio finta che alla mia domanda “E' finita?” non ci sia nessuno che mi dica la verità.Faccio finta che il mondo sia sempre bello, sempre giusto, sempre splendido, sempre entusiasmante, sempre fantastico.

Che figata.Uh, come mi entusiasma fingere.Veramente bello.Quasi come darsi martellate sulle ginocchia e poi giocare a bocce con le proprie rotule.

Evidentemente non sono fatta per gli esercizi spirituali.Forse non ci metto lo stesso impegno e la stessa costanza che adopero nell'essere del Toro (sigh...).Forse sono del Toro () ed è inutile stare a filosofeggiarci sopra.Forse se non ci filosofeggiassi sopra fingerei di essere un'altra persona e – un bene per alcuni, un male per altri – per quanto 'divertente' non sarebbe pienamente reale.

Adesso ti spiego meglio... ci provo almeno (che roba difficile spiegare se stessi a se stessi).Dentro 'sta testolina – nella fattispecie: la mia – ci sono infiniti mondi.Alcuni si intersecano, buona parte di essi non entrano né mai entreranno in contatto.Viaggio continuamente nei/fra i miei mondi.Si chiama “viaggiare nella fantasia”.Tu potresti pensare che ho la testa fra le nuvole.Sì, è così.Ma non limitare la tua visione: guarda dove sono i miei piedi.Saldi a terra.Viaggiare nella fantasia aiuta solo a trovare soluzioni inaspettate a problemi contingenti.Io non sono ancora riuscita a trovare la soluzione per 'sto mal di cuore da strappi continui.Ma ci arriverò prima o poi, certo che ci arriverò...E' come se avessi ferite vive che minacciano continuamente di lacerarsi di nuovo, come se vedessi tirare punti sul punto di esplodere e poi... e poi le ferite rimangono lì.Abbastanza vive da far male.Abbastanza salde da non lacerarsi, da non esplodere, da non fare nient'altro che rimanere lì ad identificarsi per identificarmi.

Troppo arzigogolo? Pazienza: meglio del coriandolo, del ranuncolo, del peduncolo.Nonsense a go-go? Sì: il fatto che le mie ferite non si lacerino, non esplodano, non facciano nient'altro che rimanere lì, non significa che non vadano curate.Intanto vado verso l'ennesima notte insonne condita dalla domanda del secolo (quanti secoli vivo in un giorno? Pi greco... quando i numeri fanno male è meglio usare le lettere): quanto spazio occupa un'assenza?Buonanotte.

Domenica 25 aprile 2010

Caro Diario,

due cose:- ho dormito come un sasso ed ho pure sognato- non ho scoperto quanto spazio occupi un'assenzaMi riservo di fare un'altra volta l'esercizio di matematica eterica che mi ero assegnata ieri.Tanto conosco già la risposta.Quello che mi interesserebbe scoprire è il processo attraverso il quale si arriva al quantitativo finale.

Però... sì, sì: esigo di parlarne. Allora? Quanto spazio occupa un'assenza?Ora ti spiego. E' una roba un po' lunga ma oggi ho voglia di cazzeggiare ed allora... ti tocca.Ti do qualche indizio con immagini che chiunque sarebbe in grado di comprendere anche se non emotivamente coinvolto.

Il davanzale su cui si accovacciava sempre il mio gattone nero Pascià: vuoto da quando lui non c'è più. Spazio vuoto anche quando occupato da un vaso di basilico o dal gattone Cico. Spazio occupato dal vuoto della sua assenza.Mi spiego? Non ancora? Vado avanti.

La sedia su cui sedeva sempre il Nonno: vuota da quando lui non c'è più. Spazio vuoto anche quando era diventata la sedia su cui la Nonna appoggiava il golfino. Spazio vuoto occupato da vuoto della sua assenza.Inizi ad avere una minima idea di ciò che voglio dire?

La scrivania su cui studiava e scriveva e leggeva sempre, che ossessione, Joe: vuoto, o meglio: inutile, da quando lui non c'è più. Spazio vuoto occupato dal vuoto della sua assenza.Così va meglio? Sì? Allora guarda bene la prossima immagine.

E' un'immagine in parole ma tu guardala con gli occhi di chi non fa differenza fra una lettera e l'altra, guardala, sentila, percepiscila: la conosci, la conosci bene come la conosco io.

Il Toro. Spazio vuoto occupato dal vuoto della sua assenza.

Booooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooom.Touché?Touché.

Adesso un bel respiro e avanti. Sempre avanti. Che palle... il paradiso in terra non esiste, l'inferno evidentemente sì ed è perfido: ci regala sprazzi di paradiso per ingolosirci e noi, noi che siamo affamati oltre ogni limite, ne facciamo indigestione. Perché, appunto, abbiamo così tanta fame da perdere la percezione di quanto lo stomaco, il nostro stomaco, possa tollerare ed allora... ed allora è inferno fino al prossimo sprazzo di paradiso.

Te ne rendi conto? Abbiamo inventato il moTO peRpetuO.Siamo dei grandi... veramente dei grandi...E mettiamoci in testa una volta per tutte che il cielo non ci ascolta.Il cielo non ci ascolta.Ed è un bene perché se ci ascoltasse pioverebbe per settimane e settimane e settimane e pure io, già, inizierei a stancarmi della pioggia.E quanto all'essere grandi... al di fuori di qualsiasi ironia dettata da rabbia e stanchezza: potremmo anche essere grandi ma ci siamo dimenticati come si fa.

Lunedì 26 aprile 2010

Caro Diario,

apperò.Sono combattuta.Oscillo.Non vacillo.Però oscillo.Mi capita spesso di stim... smi... stimag... stigmatizzare l'atteggiamento di quelli che hanno sempre innescato l'indice del j'accuse eppure oggi mi sento gli indici caldi e non perché voglia appoggiarli alle tempie.Non so come spiegare... o forse sì.Io avrei voglia di un gesto definitivo.Ma anche no.Cioè.Boh.

Cerco di riassumere in breve (ah ah ah!) il mio sentire: è come quando uno dei miei figli, un amico, qualcuno a cui voglio bene, mi fa montare la rabbia, mi fa salire la emme al cervello, mi fa prudere così tanto le mani che parto in quarta pronta a mollare sganassoni e quando sono lì, davanti alla causa della mia rabbia, alzo le mani... e mi produco in un abbraccio.Perché gli sganassoni farebbero solo male.Voglio dire... se do una sberla in piena faccia a uno dei sopra elencati, che cosa posso ottenere se non un fastidioso formicolio al palmo della mano ed uno sguardo carico d'odio da parte di chi il formicolio ce l'ha sulla guancia?Roba inutile, roba inutile... la rabbia si scarica ma gli strascichi sono ben più pesanti.

Meglio, molto meglio stemperare la rabbia dedicandosi ad altro: passeggiate, giri in bicicletta, levatacce all'alba per andare in collina (non una a caso, néh?), cattura di momenti sparsi con quell'aggeggio miracoloso che è la macchina fotografica... esistono tanti modi per scaricare la rabbia, alcuni si dicono, altri si fanno, semplicemente si fanno. I modi ci sono.Non vedo l'utilità di stare a rodermi il fegato.Sì, d'accordo: non necessariamente si ha il controllo sempiterno sulle proprie emozioni: non sarebbero tali, se fossero controllate.Però si può scegliere se macerarsi nell'autocompatimento dell'”eccoiolosapevo” o se uscire dal pantano di un atteggiamento mentale/emotivo disfattista (anche se supportato da indiscutibili dati di fatto).Cioè... fermo restando che esistono situazioni in cui è tutto un masticare amaro... perché aumentare il retrogusto così distante dal dolce, dal piccante, dal non-amaro?

Certo che essere Granata è una bella palestra per l'anima, eh? Si toccano le punte più alte e quelle infime del sentire. E così si procede.Come Wile Coyote.

Una volta ci sentiamo coyotes, la volta dopo siamo già intenti a mettere in pratica nuove strategie per catturare il maledetto pennuto.E sai qual è la cosa bella? Che sappiamo bene che al 99% cadremo di nuovo nel dirupo.

Per quanto ci sentiremo coyotes, la volta dopo saremo già intenti a mettere in pratica nuove strategie per catturare il maledetto pennuto.

Perché per tutte le volte in cui ci siamo sentiti coyotes, c'è stata una volta, sì: c'è stata almeno una volta nella nostra storia, in cui abbiamo catturato il maledetto pennuto.

Presente, futuro, passato. Ripetizioni su ripetizioni, lo so. Non importa quale sia il giusto ordine. Non sempre la storia segue la convenzionale struttura sequenziale del tempo.

La storia, è un dato di fatto, si ripete.Non voglio passare il mio tempo ad aspettare che la storia si ripeta, posso fare di meglio: vivere la storia mentre si svolge.Una perfetta coyote, eh?Sì.And I'm proud of it.Rolling, rolling, rolling on the river...

Martedì 27 aprile 2010

Caro Diario,

giorno ricco di compleanni.Auguri, Pupi, oggi vai in cifra tonda, eh?Ma tu sei sempre andato in cifra tonda, sei tu che mi hai insegnato che cosa significa essere cerchio perfetto.E auguri anche a quei due miei Amici speciali che oggi soffiano sulle candeline.

Sai, anche se non tutti ci credono, io ho un caratteraccio.Mi aggiro per il mondo come un'Erinni anche se ho non vendette da compiere né da esigere (utilità della vendetta? Nessuna).La gggente ha paura delle Erinni.La gggente ha paura dei caratteracci.La ggente non ha carattere.Io (forse) sì.E i miei due Amici speciali anche.E' per quello che, con la massima naturalezza, sanno darmi schiaffi (morali) che sono definitivi e dolci come carezze.Auguri a voi tre, dunque, auguri: vi voglio bene.

Poi ti devo raccontare di Diego che giovedì notte non ha praticamente dormito e mi ha raccontato via mail che cosa fosse il Toro per lui, venerdì era incredulo di fronte ai miei complimenti per essere riuscito a mettere per iscritto l'anima Granata, sabato era incazzato come una biscia e sempre sabato era già sulla rampa di partenza per il futuro, qualunque cosa esso riservi, ma non adesso, non adesso...

 

Approfondimenti (trovate tutto in rete):- Proud Mary, Credence Clearwater Revival- Wile Coyote e quel rottinchips di Beep Beep- Paolino PuliciInternet è grande: andate in pace.

P.S. Grazie a Giorgia per la continua ispirazione e a Marco per il tenace incoraggiamento.