La rabbia, l’esaltazione e le certezze del Signor C.
—
Mi chiamo C. e anche io sono tifoso del Toro da sempre. Per il Toro ho girato tutta l’Italia ed ho preso tanta pioggia e tante botte. Anche se avevo solo diciassette anni, ero a Roma la sera della nostra vittoria in Coppa Italia. Ho seguito il Toro nei posti più incredibili: da Castel di Sangro ad Andria. Ero tra quelli che, nel novembre del 2000, abbandonarono lo stadio esponendo la bandiera con il dollaro per contestare una squadra di infami mercenari. Quella stessa squadra che, grazie alla nostra contestazione, iniziò a correre ed a lottare vincendo quel campionato. Ero in prima fila alla marcia del 2003, anche se non ne ho mai compreso fino in fondo le ragioni. Ero stato tra i primi a capire che con Rosina non saremmo andati da nessuna parte. Che solo cacciandolo saremmo finalmente tornati ad essere il Toro. E per fortuna lo abbiamo contestato talmente da convincere la società a cederlo. Penso che certi giornali dicano la sacrosanta verità: il vero problema del Toro è la Società. Il presidente attuale è un incapace e se ne deve andare. Chi vorrei al suo posto? Quello non è affar mio. L’importante è che lui se ne vada, visto che è il peggiore che abbiamo avuto non so da quanti anni, anche se non me li ricordo tutti: d’altra parte il passato è passato e conta solo il presente. Lo scrivono anche i giornali. Non capisco davvero perché su certi siti pieni di articoli noiosi si ostinino ancora a difenderlo: ma anche in quelli faccio sentire sempre la mia voce urlando forte nei forum che, con questa dirigenza, non andremo da nessuna parte! Ero presente a Toro-Lecce l’altra sera. Dopo la partita di Trieste dovevo per forza esserci per far capire a quella banda di incapaci e debosciati che cosa significa davvero essere del Toro. Gente come Di Michele o Gasbarroni non è degna del Toro! Hanno troppa classe per indossare la nostra maglia. Noi vogliamo gente che corra, anche se ha una vaga idea di cosa voglia dire giocare a calcio. Il Toro siamo noi! Noi che vogliamo undici leoni e vediamo sempre undici pecore! Per questo, stasera, non daremo tregua a quegli infami e faremo sentir loro le nostre voci!Ecco: come volevasi dimostrare. Il Lecce è in vantaggio! Non è che abbia visto molto del primo tempo, dato che me ne stavo con le spalle alla porta per incitare i miei a contestare. “Vergognatevi!…Andate a lavorare!….Vi levate la maglia o no?….” . Ora ne becchiamo un altro, così facciamo fuori anche il mister e Cairo finalmente si leva dalle balle. Azz….rigore. Ma sicuramente lo tira Di Michele e lo sbaglia. “Ah….quello è Bianchi? Va beh, sbaglierà anche lui scarso com’è….”. Pareggio. Ma dobbiamo vincere. Non serve a niente pareggiare. “Gooooolllll”. Ancora Bianchi. Esulto. Abbraccio gli altri. L’avevo detto io che siamo forti. L’avevo detto io che Gasba è forte….che il Capitano è un grande…che Bianchi è il nostro bomber. ”Vi vogliamo così! Vi vogliamo così!”. Leon è fortissimo non perderà mai quel pallone…..ah….l’ha perso….l’ho sempre pensato io che è un brocco. Ecco! Hanno pareggiato! Indegni! Vergogna! A lavorare! Avevo ragione, ragazzi. Come sempre. Andiamo! Andiamo a contestare questi vergognosi pagliacci!“Ver-go-gnatevi! Ver-go-gnatevi!”. Anche oggi ci siamo fatti sentire, mica come quei conigli che stanno sempre zitti e cui va sempre bene tutto. E se non era per me e per i miei amici, stasera avremmo preso una valanga di gol. Perché quegli infami non sono degni del Toro. E il Toro siamo noi!
E se provassimo semplicemente ad amare il Toro?
—
Il Signor P ed il Signor C., ovvero due modi radicalmente diversi di essere tifosi. Evidentemente non c’è alcun punto di contatto tra loro, se non il fatto che entrambi sono (o pensano di essere) innamorati del Toro. In quale dei due tifosi ci riconosciamo di più? Può essere che in noi ci sia parte dell’uno e parte dell’altro a seconda dei momenti. Ma poniamoci alcune semplici domande, visto che amiamo tutti quanti il Toro e che vorremmo vederlo vincere e tornare in A al più presto: in questo momento, è più utile mantenere un atteggiamento il più possibile sereno come ha fatto il signor P, o piuttosto scagliarci contro tutto e tutti come ha fatto il signor C.? Ci piace gridare al mondo che il Toro siamo noi, ma è davvero così se continuiamo a comportarci come i tanti, troppi signori C. presenti allo stadio lo scorso lunedì? E soprattutto: non sarebbe opportuno che i signori P. ed i signori C. trovassero un accordo per aiutare col loro tifo l’unica cosa che li unisce, ovvero il Toro che tutti diciamo di amare?
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)