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mondo granata
di Gianluca Sacchetto
15 ottobre 1967-15 ottobre 2010. Quarantatre anni sono trascorsi da quel drammatico giorno, nel quale Gigi Meroni perse la vita in corso Re Umberto, investito mentre attraversava la strada in compagnia di Poletti, da colui che a distanza di decenni sarebbe poi diventato presidente del Torino: Attilio Romero. La vita di Gigi era stata spezzata a soli 24 anni, ma in quel bravo lasso di tempo oltre alle qualità di giocatore aveva dimostrato di essere un personaggio unico nel suo genere.
In un’Italia che si avvicinava a grandi passi alla rivoluzione culturale del Sessantotto, Gigi Meroni divenne il simbolo di questo spirito di rinnovamento, di questa voglia di cambiare le regole. Anticonformista per antonomasia Gigi lasciò il suo segno, indelebile, tanto sul rettangolo di gioco quanto al di fuori. Dalla gallina portata in giro con il guinzaglio al taglio dei capelli, dagli abiti che egli stesso disegnava al lancio degli occhiali da sole stile americano, tante furono le innovazioni introdotte dalla “farfalla granata”.
Gigi iniziò a tirare i primi calci ad un pallone nell’oratorio di Como, la sua città, tra le fila del Libertas. Poi continuò con il Como, il Genoa ed infine il Toro. I due anni passati a Genova furono indimenticabili per Gigi, che rimase stregato dalla bellezza della città e lì conobbe Cristiana, proprietaria di uno stand al Luna Park, che divenne successivamente la sua musa ispiratrice. A Torino, invece, arrivò in punta di piedi, spaventato dal fatto di essere giunto in una società così rinomata troppo giovane. L’umiltà e la timidezza che dimostrava fuori dal campo scomparivano però quando si avvicinava l’ora della partita. Sulla fascia destra con il pallone tra i piedi diventava inarrestabile, l’andatura caracollante era il suo marchio di fabbrica.
La sera del 15 ottobre 1967 un incidente ce lo portò via tragicamente. Gigi non riuscì a dribblare il suo ultimo avversario, quello più difficile, ma a quarantatre anni di distanza il suo ricordo continua a vivere in tutti i tifosi granata.
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E proprio tra le tante iniziative per ricordare la mitica “Farfalla granata”, ne segnaliamo una molto interessante, che mescola musica, costume e, per l’appunto, calcio. Parliamo di un radio documentario su Gigi Meroni scritto e prodotto da Dario Castelletti, voce di Radio Flash, e collaboratore di Radio Popolare Network, in cui, il 2007 all’interno del programma “Jalla Jalla” è stato mandato in onda l’elaborato, in memoria del quarantennale dalla scomparsa del calciatore.“L’idea” ci dice l’amico Dario “nasce dal fatto di raccontare un’epoca passando da quel fenomeno che era Gigi. Con lui, ben due generazioni speravano nella rinascita del Toro: c’era chi aveva vissuto il grande Torino, e voleva tornare a sognare, e c’erano anche i più giovani, che si identificavano in Meroni per lo stile controcorrente. Tra le tante testimonianze, c’è anche quelladi Carelli, autore del goal del 4-0 nel derby subito dopo la tragedia di Meroni, di cui proprio quel giorno indossava la maglia. Nell’occasione del goal, Carelli prese il pallone e lo alzò al cielo, in memoria del compagno che non c’era più. È stato un intervento molto toccante e significativo”.
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