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Renato Zaccarelli è il nuovo direttore sportivo del Bologna, curerà tutta l’area tecnica, a partire dalla prima squadra per arrivare alle giovanili.
Mercoledì nel primo pomeriggio ha preso il primo contatto con la sua nuova realtà di vita, partecipando ad una lunga conferenza stampa dove s’è presentato al nuovo pubblico. Non sono mancate ovviamente le battute rivolte al suo lungo e prestigioso passato in maglia granata, da calciatore prima, grande numero dieci dello scudetto ‘75/76, fino alla promozione in serie A ottenuta dopo i playoff nel giugno 2005. Il resto è storia attuale, senza dimenticare che Zaccarelli è stato l’unico (insieme a Gabriele Chiuminatto) a reggere la baracca fino al termine della storia del Torino Calcio 1906. “Al Toro sono arrivato nel ’69 e ho finito quattro mesi fa con la promozione in Serie A il 26 giugno, quindi è molto difficile riuscire a cancellare in un colpo tutte queste cose. Dopo un periodo di vacanza forzata, ho avuto il tempo di ritemprarmi dopo le ultime vicissitudini: avevo proprio bisogno di staccare un attimo la spina. Mi si è presentata ora questa opportunità e sono venuto con grande entusiasmo: mi stimola, mi piace e sono anch’io curioso di cominciare. Il Toro è una parte importante della mia vita e il pensiero al Toro c’è sempre: un grandissimo in bocca al lupo glielo faccio, che faccia bene ma non troppo! Ne approfitto per ringraziare i tifosi del Torino per le manifestazioni di affetto che mi hanno dimostrato”.
Queste le sue parole riguardo alla domanda sul suo passato granata. C’è anche un retroscena che lo portò vicino a vestire la maglia rossoblu da calciatore “Nel 1980 c’era Radice allenatore e voleva fortemente portarmi a Bologna. A Torino avevano fatto acquisti, tra cui un libero: di conseguenza non c’era più spazio per me; fu allora che Radice mi cercò, poi incontrando casualmente l’ex presidente Sergio Rossi mi disse: lei di qua non va via. È stato il presidente a trattenermi a Torino: se non l’avessi incontrato casualmente, probabilmente sarei venuto a giocare a Bologna”.
Sotto le due torri Zac incontrerà altre due vecchie conoscenze: Renzo Ulivieri e Luca Mezzano. Difficile trovare una squadra che non annoveri qualche ex granata tra le sue fila e nemmeno il Bologna si smentisce. Renato Zaccarelli lascia al Toro in eredità il figlio Edoardo, giovane promessa dalla Primavera, il cordone ombelicale con la sua città adottiva resterà sempre forte, le vie si separano, ma il ricordo rimarrà sempre forte, come merita un campione del suo calibro.
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