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mondo granata
Per un momento penso alla Candid camera, allo scherzo, a qualcuno che possa entrare improvvisamente nello stadio e dire: “Ci siete cascati eh? Siete su scherzi a parte! Pensavate davvero che Abbiati avesse bisogno di tutto questo tempo per calciare un terzino?”Se avesse le tasche, scommetto che ci ficcherebbe dentro mani e guantoni. La testa bassa come chi cammina nel chiostro di un monastero di provincia, in un tempo sospeso, il silenzio assorto di chi cerca di guadagnarsi la pace eterna. Tutto intorno a lui, decine di migliaia di granata fumano sperando di drogare un po’ anche lui, di eccitarlo, di svegliarlo, di mettere fine all’agonia di quell’interminabile rinvio. Si dice che qualcuno in Maratona, durante queste operazioni, abbia avuto il tempo di preparare esami e sbrigare alcune faccende di lavoro. Io osservo la sua rincorsa con l’attenzione con cui si segue una puntata di Quark, cercando di imparare qualcosa sullo strano animale. Mentre il bradipo si muove verso il pallone ho trentaquattro anni: ho sognato di poter giocare nel Toro per almeno tredici anni, dai sei (la prima stagione nei Pulcini del Montalto Dora) ai diciannove (Promozione in Eccellenza con la Strambinese). Suppergiù, mi sono ripetuto che ce la potevo fare per il 30% circa della mia esistenza. Può la cosa non avermi cambiato? Io non sto assistendo a una partita: io sto giocando! Se mi concentro un po’ posso vedere, come ha scritto Nick Hornby, le barre metalliche fissate sulla schiena dei giocatori e le manopole che ti permettono di muoverli.I sogni non possono soltanto capitare o non capitare: devono trasformarsi, per essere sopportabili in altre età. Ho smesso di voler giocare nel Toro ma non smetterò mai di sognare che i giocatori giochino per me. Per questo la carriera, la testimonianza, l’esempio di Fontana è importante. E per questo la sua carriera è la migliore che un giocatore possa sperare di fare: perché è la carriera di un bambino a cui la vita non ha chiesto di spostarsi troppo da quello che era. E perché è la carriera che regala la stessa sensazione a tutti noi. Grazie Jimmy! Un abbraccio a tutti, Marco
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