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“Gigi Meroni- Stella del calcio granata e nazionale”. Questa è la scritta che accompagna la foto dell’indimenticabile campione comasco sul monumento inaugurato in mattinata in Corso Re Umberto, in corrispondenza del numero civico 46. La scultura commemorativa è composta, inoltre, dalla raffigurazione di un campo da calcio in granata sulla quale è posto un pallone di bronzo. Presenti all’evento figure istituzionali, il Presidente Cairo, ex giocatori, la sorella Maria, che ha ringraziato brevemente tutti i presenti per l’affetto dimostrato verso il suo Luigino, e la compagna della “Farfalla granata”. E poi tanta altra gente, gente del Toro.La cerimonia è stata sobria e piuttosto concisa, iniziata con l’intervento del Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Castronovo il quale ha ricordato il forte legame che univa la città a Gigi Meroni: ‘Mezza città lo amava e mezza lo invidiava. Per me è stato un giocatore indimenticabile e la sua memoria fa pulsare ancora forte il vecchio cuore granata’.
Il Presidente Cairo ha cominciato il proprio intervento riferendosi alla sorella Maria: ‘Quando l’ho sentita parlare poco fa ho compreso appieno quanto sia ancora vivo, sentito e straziante il dolore a 40 anni di distanza. Quando avvenne la tragedia, il 15 ottobre 1967, io avevo 10 anni e per me la notizia fu un duro colpo. Mi piaceva tantissimo il suo modo di giocare e di essere. Spero che gli attuali giocatori del Toro seguano il suo esempio: sempre corretto in campo nonostante ricevesse molti colpi dai difensori avversari. Ringrazio il Comune per aver dedicato questo monumento a Gigi e regalo a Maria Meroni la maglia attuale del Toro con il nome del grande campione ed il suo numero 7’.E’ poi intervenuto il consigliere comunale Giuseppe Sbriglio, promotore dell’iniziativa, che con la voce rotta dall’emozione ha posto l’accento sul carattere anticonformista della Farfalla granata, sul suo coraggio nell’affrontare le critiche dei benpensanti rivolte al suo modo di vivere fuori dagli schemi dell’epoca. ‘Ora l’auspicio- ha concluso Sbriglio- è che dopo il doveroso monumento a Meroni, rinasca anche la casa del Toro: il Fila’.
Sul palchetto allestito per l’occasione è salito anche un altro cuore granata di provatissima fede, il giornalista Giampaolo Ormezzano, il quale ha ricordato un aneddoto molto particolare che lo lega al “calciatore beat”: ‘Ho avuto il privilegio di conoscere Gigi. Una sera ero in macchina fermo al semaforo, giro lo sguardo e lo vedo nella vettura decappottabile di fianco alla mia. Dopo uno scambio di sorrisi abbiamo ingaggiato una gara semaforo per semaforo. Vinse lui e mi portò fino a casa sua, nella soffitta di Piazza Vittorio. Meroni non era un eversivo ma semplicemente un uomo libero, di grande educazione che amava follemente questa città. A chi gli chiedeva perché girasse con una gallina al guinzaglio rispondeva “La gallina fa le uova, i cani no”. Purtroppo ho avuto la disgrazia di scrivere l’articolo quando è avvenuta la tragedia e l’ho fatto con un dolore immenso nel cuore’.
Per quanto riguarda la tifoseria granata ha preso la parola Mauro Patrignani, Presidente del Centro Coordinamento dei Toro Club: ‘Meroni è il simbolo della nobiltà e grandezza del Toro. E’ un punto di riferimento imprescindibile per noi, che non dobbiamo mai dimenticare le nostre lotte per sopravvivere e le marce d’orgoglio. Ebbene tutte le marce passano di qui, perché nei momenti di pericolo un popolo si rivolge alla sua storia, ricevendo la forza per andare avanti. E se il Toro è salvo e proteso verso obiettivi esaltanti è anche merito suo: grazie Gigi Meroni’.Dopo questi interventi è stato scoperto il monumento celato sino a quel punto da una bandiera italiana. Dopo pochi minuti il cippo è stato circondato da mazzi di fiori e sciarpe del Toro: a 40 anni di distanza il ricordo della Farfalla granata è più vivo che mai.
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