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mondo granata
di Silvia LachelloGiovedì 11 marzo 2010Caro Diario,ci si incontra quando meno lo si aspetta.Magari ci si conosce da una vita ma si è discusso di tutto (proprio di tutto) ma non di quello perché “Che ne sapevo io...” o perché era tutto nato da un libro, da un film o perché si condivideva tutto ma quello no.Senza motivo.Ma ci devono essere sempre dei motivi?No.Oppure ci si incontra al supermercato, alla posta, su un bus, in treno, e qualcuno ne parla allora ci si inserisce nella discussione e una parola segue l'altra ed è tutto così normale, così scontato (nell'accezione positiva del termine) che non poteva che essere che così.Oppure ci si incontra perché si frequenta lo stesso luogo e si parla d'altro, ci si conosce e si prosegue il cammino insieme e si sviscera tutto lo sviscerabile, in una continua opera di dissezione ed approfondimento per poi cadere sulla battuta pecoreccia, sulla freddura macabra, sull'umorismo politicamente scorrettissimo (perché diciamolo una volta per tutte: il politicamente corretto è una rottura in più in mezzo a tante altre, un ostacolo per la mente, un'imposizione che è tutto tranne che naturale...).Ci si incontra. Punto.Ci si incontra nel Toro, per il Toro, con il Toro, contro il Toro.Come se il Toro fosse un filo (granata, ça va sans dire): lo si segue, volente o nolente.Ma la volontà che cos'ha a che fare con l'amore? Niente niente niente.C'è chi l'ama sempre, chi lo ama ad intermittenza, chi lo ama però vorrebbe di più, chi lo odia perché lo ama, chi lo ama serenamente, chi lo ama con riserva, chi lo ama ed evita di vivere in nome di quell'amore, chi lo ama e vive una vita comunque piena, chi lo ama e la cui vita ha quel tocco di amarezza in più che aiuta ad apprezzare meglio il resto.Non riuscirei mai ad elencare tutte le sfaccettature di questa 'cosa'.Però le conosco tutte.Le conosciamo tutti.Per come la penso io – e so già in partenza di non avere tutte le ragioni... ma ho le MIE ragioni e per il mio microcosmo sono sacrosante – ci sono amori sbagliati ed altri non sbagliati. Amori giusti? Non pervenuti.A volte bisognerebbe dimenticare gli aggettivi e farsi bastare i sostantivi, i concetti primordiali, le quintessenze.Una visione più leggera della vita renderebbe tutto più facile.Vabbe'... sto divagando.Ci penserò domani.Venerdì 12 marzo 2010Caro Diario,Joe non sapeva nulla di calcio, squadre et similia. Veniva dalla campagna per studiare a Torino e si era reso conto, suo malgrado, che in città c'erano due squadre.Dopo molto tempo mi aveva confessato di avermi creduta pazza quando gli avevo spiegato che ce n'era una sola, una sola, ed aveva un solo colore, quello del sangue e del barbera.“E gli altri?”, mi aveva chiesto, beata ignoranza... “Non esistono, dolcezza, non esistono...”, gli avevo risposto sorridendo (io sorrido poco. Rido tanto, tantissimo, esageratamente. Riservo i sorrisi alle grandi occasioni... e quella era una grande occasione).E poco per volta aveva imparato a conoscere e ad amare il Toro.Come si pavoneggiava con la sua sciarpa granata, come! Sciarpa che fu causa di uno dei più grandi spaventi della sua vita... gli piaceva passeggiare ed una domenica gli capitò di transitare davanti al Comunale mentre gli altri uscivano di lì dopo aver preso un'incornata.Essi, gli altri, lo videro come l'ideale bestia sacrificale su cui sfogare l'usuale isterico nervosismo (loro, gli altri, non sanno perdere... proprio come noi che non sappiamo vincere... ma questo è un altro discorso...). Riuscì a fuggire all'accozzaglia bicolore e la sera mi telefonò da una cabina (non c'erano cellulari, allora...) ancora terrorizzato per dirmi che “Sì! Avevi ragione! Quelli sono malati! Non esistono! Non esistono proprio! Forza Toro! Forza Toro!”.Credo che non abbia mai visto una partita in vita sua. Ma quando ha saputo di essere condannato a lasciare questo piano esistenziale (la parola giusta sarebbe "morire" ma tu lo sai: non la gradisco) ha chiesto che nella sua ultima dimora venissero messi il suo libro preferito e quella sciarpa.Lui aveva visto e seguito quel filo granata.Sabato 13 marzo 2010, Ancona – Torino 2-1Caro Diario,dovrei forse dare spazio alla rabbia? No, non ne vale la pena... noia. Ecco: ho molta noia.Dopo la partita sono andata a fare spese ed ho incontrato casualmente Marco.Non ci vedevamo da una decina d'anni.Ci siamo guardati, abbiamo pensato alle tante partite viste insieme, abbiamo scosso la testa e alzato le spalle e poi ci siamo abbracciati.Dopo una decina d'anni.Avevamo fermato il nastro allora, ci siamo visti il nastro è ripartito.Ripartito dal Toro.E poi... e poi ci siamo detti che, in fondo, il mondo è troppo ridicolo perché si possa far finta di niente e non riderne.Marco una volta era della giuve.Poi lo avevo convinto.Non so bene come.Ma lo avevo convinto.Quindi va bene così.(non va bene affatto, ma fa lo stesso... no, non fa lo stesso ma non posso passare la vita a dare testate contro i muri... vabbe'... che magone...)Domenica 14 marzo 2010Caro Diario,fra i buoni propositi per il nuovo anno c'era anche quello di non farmi influenzare troppo dai risultati del Toro, di fare sì che il mio umore - già ballerino di suo - non seguisse pedestremente l'andamento del Toro.Fino ad ora come mi è andata? Eeeeh... te lo dico un'altra volta.Ora voglio parlarti di Roberto.Soffre di agorafobia, è daltonico, ogni tanto balbetta.Roberto non soffre di ansia pre partita: di più [disclaimer: non è pubblicità occulta].Inanella terribili momenti d'ansia nel pensare di uscire di casa per prendere il bus che lo porterà allo stadio, di scendere dal bus e camminare fra la folla, di attraversare la folla per raggiungere i tornelli, di passare attraverso i tornelli per andare a posizionarsi in curva, di non trovare il suo solito posto.Mi ha detto che mentre compie tutte queste normali azioni (normali per tutti quelli che non sono LUI) ripete come se fosse un mantra: "Solo per il Toro, solo per il Toro, solo per il Toro...", poi vede le maglie granata e tutto passa, anche la balbuzie. No, il daltonismo no.Roberto parla spesso del colore di quelle maglie, gli brillano gli occhi quando ne parla, gesticola con le braccia come se volesse/sapesse prendere il volo, poi porta le mani al petto, si strapperebbe il cuore da solo se potesse... ma ho capito che il suo daltonismo non gli permette di vedere il granata per com'è in realtà.Cioè: lui dice che la maglia del Toro ha lo stesso colore dei miei capelli.Ma io non ho i capelli granata.Almeno... credo che non siano granata... no, non lo sono.Ma vedendo come Roberto superi i problemi che ha nella vita extra Toro proprio quando entra dentro al Toro... be', mi domando quale visione del granata sia più profonda, più vibrante, più... vera?Non avrò mai una risposta però... Roberto e la sua personalissima percezione del mondo mi fanno riflettere.Anche lui segue il filo granata.Lunedì 15 marzo 2010Caro Diario,è come una specie di vertigine.A forza di salire e scendere, in termini di prestazioni (loro) e aspettative (nostre), il filo granata si sta consumando.No, non si spezza.Ma si consuma.Che non diventi mai troppo fragile... che non lo diventi mai.Che poi... in fondo...la vita è bella nonostante le privazioni e le paure. Non lo dico per dire o per tentare di consolarmi: ci credo davvero. Forse sono un po' pirla. E chi se ne frega.Vivo tra vertigini ed equilibri, fra mille stanchezze, milioni di cadute, miliardi di cambiamenti di vento... potrebbe essere diversamente? Mi piacerebbe se non fosse così? Non lo so... da quando ho preso coscienza di che cosa voglia dire seguire quel filo granata... da quando ho preso coscienza... quel filo granata... ma che senso ha perdere tutto questo tempo a spiegarti?Un senso ci sarà, sicuramente ci sarà... ma forse ho capito un'ulteriore cosa: il Toro. Punto. Il Toro.Ti-O-Erre-O.As simple as that.Martedì 16 marzo 2010Caro Diario,domani è San Patrizio, festa d'Irlanda: Guinness per tutti.E poi darsi da fare.Per voltare pagina.Un'altra pagina.Che enciclopedia monumentale...A proposito di pagine e d'Irlanda... lo scorso agosto ero in Irlanda quando venni a sapere del miracolo foschiano: la cessione di Barone. Ero dalle parti del Connemara. Il cellulare, come posseduto da un demone, fece una serie di brzapp-brzapp (sì, lo so: le mie suonerie sono strane) che sembrava non avere fine. Otto sms otto. Tutti con lo stesso contenuto. Otto. Come il numero che Barone indossava sulla nostra maglia. Che combinazione, eh?Che bei ricordi... che bella l'Irlanda... lì piove spesso e questo basterebbe a farmela amare. Una mattina sono andata a fare una passeggiata all'alba. Pioveva. Mi sono messa a guardare la pioggia stando con il muso in su: ogni goccia era un proiettile e sapevo che non mi avrebbe fatto male...Poi ti devo raccontare di Giovanna che è del Toro nonostante il Toro, di Paolo che è del Toro nonostante il Toro, di Ado che è del Toro nonostante il Toro, di Marquinho che è del Toro nonostante il Toro, di Marilena che è del Toro nonostante il Toro, di tutti quelli che sono del Toro nonostante il Toro e sono tanti ed è importante che ci siano nonostante il Toro e prometto che te ne parlerò ma non adesso, non adesso...
P.S. Felice St. Patrick's Day a tutti gli innamorati dell'Isola di Smeraldo...
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