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mondo granata
di Silvia Lachello
Buongiorno Toro... questa è la storia di un altro incontro: lui è il mio dirimpettaio.Non posso proprio lamentarmi: sul pianerottolo si affacciano tre porte e quando si aprono esce o entra sempre qualcuno che ha a che fare con il Granata, anche se... devo fare una premessa.Mamma e papà mi raccontano da tempo immemore che quando accadde la Cosa Brutta a Superga, alcuni decisero di non tifare più Toro. Scelsero altre squadre - non quella là, eh? - e così continuarono a seguire il football, mettendo da parte i propri colori. Sì, accadde proprio così.Parte del mio essere del Toro è consistito di una sorta di 'odio' nei confronti di queste persone. "Ma come? Smettere di amare solo perché l’oggetto del proprio amore non c’è più? Inaccettabile." Questo pensavo, sentendomi tanto più Granata di essi.Poi un pomeriggio dello scorso anno, di ritorno da una partita, ancora bardata di giaccasciarpacappellopantalonibandiera Granata, lo incontro sul pianerottolo.- Buonasera! È di ritorno dalla partita? Com’è andata?- Male. Va sempre male ultimamente... [gli dico quasi digrignando]- Porti pazienza, le cose possono sempre cambiare...- Potranno anche cambiare ma lei, sicuramente, non ha di questi problemi... [sto sibilando e non vorrei/dovrei farlo: è così gentile]- Ogni epoca ha i suoi problemi. Lo sa che anche io tifavo Toro da bambino?- Come? E perché ha smesso di farlo?- Avevo otto anni, papà mi portava ogni tanto al Filadelfia: mi ricordo tutto. Poi la squadra andò a schiantarsi contro la collina e...- [o mia Dea... ha le lacrime agli occhi...]- ... e ho detto basta. Non volevo più saperne del calcio. Adesso tifo Milan: dovevo pur scegliere una squadra, no?- Ma... c’era il Toro... poteva continuare a tifare Toro, no?- E rivivere ogni santo giorno con il terrore che succedesse di nuovo? Io non so se sono migliore o peggiore degli altri, però so che da quel giorno, ed ero solo un bambino, ho avuto paura ad amare il Toro perché il Toro mi aveva regalato la gioia più grande e anche il dolore più grande. Forse io sono ancora quel bambino lì. Forse inseguo ancora il sogno che non sia successo. Forse quel bambino lì rivuole indietro il suo sogno e, non potendolo riavere, fa finta di sognare qualcos’altro...Mi dice tutto ciò con voce bassa, scandendo bene le parole, con lo sguardo un po’ altrove e un po’ nei miei occhi.Io rimango pietrificata: mi sento molto meno Granata di lui ed è un bel sentire.Lui, il mio dirimpettaio, è figlio di un momento tragico, io sono figlia di un momento altalenante e vivo. Soprattutto sono grata per aver ricevuto una lezione di cui avevo bisogno. Mi ero permessa di giudicare chi aveva fatto scelte che sento tanto lontane dal mio modo d’essere e, così facendo, ero scesa negli inferi di ciò che Granata non è.Grazie a lui, lui che non tifa più Toro (seee...), ho ricalibrato la mira ed ho pensato, ancora una volta (e non finisce mai), che questa mia strada è la migliore che il Destino potesse riservarmi.Buon fine settimana, Sorelle e Fratelli.
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