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La caduta

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di Walter Panero Giovedì 16 febbraio 2012. Mattina. Al lavoro. “Brrrrrr….che freddooooo quest’anno qui a Genova!...Questa settimana siamo addirittura a meno sedici!…” dico sorridendo al collega...
Redazione Toro News

di Walter Panero

 

Giovedì 16 febbraio 2012. Mattina. Al lavoro.

 

“Brrrrrr….che freddooooo quest’anno qui a Genova!...Questa settimana siamo addirittura a meno sedici!…” dico sorridendo al collega Doriano con cui lavoro da quasi sette anni ormai, cioè da quando ho lasciato Torino per trasferirmi quaggiù a Genova.

Lui mi guarda. Mi fa un sorriso di circostanza. Non dice nulla, anche se so benissimo che mentalmente mi sta mandando a quel paese per non dire peggio.

Magari non se ne rende conto, ma io glie lo leggo negli occhi quello che sta provando. Lo so perché ci sono passato. Lo so perché l’ho vissuta in prima persona. Dall'inizio alla fine, ammesso che questa storia abbia una fine.

Sembra passata una vita, ma sono trascorsi soltanto ventuno mesi da quando…..

 

(Lungo viaggio nel passato)

Domenica 16 maggio 2010. Genova, stadio Luigi Ferraris. Tripudio.

 

“....Ma il cielo è sempre più bluuuuuu....cerchiato di bluuuuu....”.

Mamma mia. Dove diavolo sono finito? Cantano tutti qui intorno a me. Canta lei, la mia compagna di viaggio sempre, con la sua sciarpetta al collo; e pensare che sono stato proprio io a regalargliela. Canta il ragazzino che è venuto con noi. Canta suo padre. Canta anche il collega Doriano. Migliaia di persone in piedi intonano cori, sorridono e sventolano le loro sciarpe, mentre in campo si abbracciano dandosi alla pazza gioia. Hanno facce felici e, belle o brutte che siano, tanto diverse dalle nostre che sono da troppi anni piene di tristezza e di rabbia.

“The Champiooooonnnnssssss....”

Ecco. Ci mancava pure questa. Voglio scappare! Voglio andare via di qua! Ovunque nel mondo, ma lontano da questo posto dove tutti sono felici tranne me che sono l'unico che se ne sta seduto in un cantuccio con la sua faccia triste. Ebbene sì, perché negarlo, sono invidioso! Lo sono eccome! Anche se non dovrei. Ma perché va sempre a finire così? Perché sono sempre gli altri a festeggiare, e noi sempre giù a mangiare cacca?!? Sono scappato da Torino anche perché ero stufo di sentire i gobbi far festa, ma una volta qui a Zena ho visto gioire tutti quanti. L'anno scorso i Genoani che, dopo anni di anonimato peggio di noi, festeggiarono per giorni la qualificazione in Coppa Uefa, o come cavolo si chiama adesso, il tutto dopo averci dato l'ultimo calcio verso l'inferno della B. Quest'anno, mentre noi ci siamo dibattuti in un'annata piena di sofferenze e ancora ben lungi dall'essere giunta al termine, tocca a quegli altri festeggiare l'entrata in Champions, o meglio ai preliminari come dico io per sminuire i loro meriti.

Che invece sono tanti, inutile negarlo. Nessuno avrebbe puntato un centesimo bucato su di loro all'inizio di questo campionato, invece eccoli lì che festeggiano il quarto posto. Gran parte del merito è di Mister Del Neri (futuro gobbo, si dice, ma chi ce lo vede agli strisciati?) e del suo schema di gioco che suona pressappoco così: difesa di ferro, poi palla a Cassano o Pazzini e sperare che loro si inventino qualcosa, il che accade praticamente sempre. Uno schema che ha funzionato anche oggi contro un Napoli che non aveva più nulla da chiedere, se non di uscire incolume da questo stadio e da questa città imbandierata a festa. Uno schema semplice, ma efficace. Alla faccia di chi crede che il calcio sia una roba tanto complicata e ci costruisce sopra mille ricami. Alla faccia dei gobbi che ancora una volta rimangono fuori da tutto. Persino alla faccia mia che non ci avevo mai creduto.

Invece qui è tutta una festa. In strada ci sono macchine e motorini che strombazzano a tutto andare. E c'è già gente che fa il bagno nella fontana di Piazza De Ferrari. Andranno avanti tutta la notte. Andranno avanti per giorni. Forse per settimane. Che tristezza. Voglio andare a casa e chiudere le finestre. Dormire per giorni. Sparire dalla faccia della terra finché tutto questo sarà finito.

“Dai che magari tra un mesetto festeggerete anche voi la serie A....” dice la mia compagna di viaggio che, tra tanta comprensibile gioia, sembra essersi accorta che esisto anch'io.

Scuoto la testa. Mi piacerebbe crederci. Ma io sento, io so che non sarà così. Faremo i play off, sì sì....mi sembra inevitabile dopo la vittoria di Sassuolo e quella di ieri sul Vicenza. Ma so bene che la fregatura è già lì pronta ed arriverà, prima o poi. Faccio finta di credere che non sia così, ma so che arriverà. E' solo questione di capire come, ma arriverà di sicuro. E così saranno ancora una volta gli altri a festeggiare. Come sempre. Come da sempre.

 

Giovedì 9 giugno 2010 (primo interludio granata in mezzo a cotanto “ciclismo”)

 

Toro – Brescia 0 a 0Avrebbe dovuto essere 1 a 0 per noi con gol di Rachid. Ma si sa che in genere a noi queste cose vanno così.Il Brescia avrebbe dovuto finire la partita in nove uomini. Invece non è successo. Semplice no?C'è una puzza di bruciato che parte dal nostro stadio e mi insegue fino a Genova. Ma sembra che siamo in pochi a sentirla. O comunque chi la sente non lo dice abbastanza in giro. E anche se lo dicesse, non servirebbe a nulla. Che tristezza. Che schifo. Cerco di pensare che non è ancora finita. Ma so benissimo che ormai siamo fregati. Ci hanno fregati. Punto.

 

Domenica 12 giugno 2010 (secondo interludio granata in mezzo a cotanto “ciclismo” )

 

Brescia – Toro 2 a 1

Stavolta è proprio finita. Zio cane!Ancora un anno di B. Se va bene….E di questo, qui a Genova e in quasi ogni pezzo d’Italia, non frega niente a nessuno.Pensano ai Mondiali.Pensano alle vacanze.Pensano ad andare al mare.Pensano comunque ai cavoli loro.Solo io piango, mentre loro se la ridono. Tutti quanti. E pensano a quando ad agosto, nel loro stadio, risuoneranno le note dell'Inno della Champions League, che peraltro già infestano le suonerie dei loro cellulari.Beati loro. Sì beati loro, ma che tristezza infinita!

 

Martedì 24 agosto 2010 (l’inizio della fine)

 

“The Champioooooonssssss.....” risuona su tutta la città.

Per fortuna stasera me la sono risparmiata. Mi ero anche offerto di accompagnarcela, la mia compagna di viaggio, ma alla fine abbiamo lasciato perdere. Meno male: non so se l'avrei sopportato. Non l’avrei retto, soprattutto dopo che ieri le abbiamo prese in casa dal Varese. Ho detto dal Varese, cavolo! Mica dal Barcellona o dal Bayern! E neppure dal Werder Brema! Dal Varese che l'anno scorso giocava in serie C e che è venuto a darci un'autentica lezione di calcio in casa nostra, facendoci capire fin da subito che questa sarà l'ennesima stagione di sofferenza.

“...Non sarà facile, ma ce la potete ancora fare....quel gol di Pazzini nel finale potrebbe essere decisivo...” dico rivolgendomi alla mia compagna di viaggio, agitatissima quasi come sono io quando gioca il Toro. E te credo! Non so cosa farei io se fossi al suo posto. Ma sarò mai al suo posto?

“Ma vaaaaa....non abbiamo possibilità....ci manca l'esperienza che serve a questi livelli....e poi rimontare un 3 a 1 non è mica facile, anche se con quello stadio....”

“Pazzooooooo.....” urla una voce in strada. E sono passati solo sei minuti.

“Pazzooooooo...” urla ancora. Dodici minuti. Doria due, Werder zero. Così sarebbero qualificati. Che roba! Ma purtroppo per loro manca ancora un’eternità.

Il tempo passa e non succede nulla. Nulla di rilevante, insomma. Però i minuti trascorrono ed il sogno “ciclista” si avvicina sempre più. Finché….

“Cassanoooooo.....tre a zeroooooo.....si va avantiiiiii.....” ancora la voce della strada, mentre i clacson iniziano a risuonare ovunque, lo stadio è in delirio e la città sta per esplodere.

“Dai, dai che è finita....hai visto che ce l'avete fatta?...”(traduzione: siete i soliti rotti in c..o...vi è andata bene ancora una volta...).

“No....no....ha dato cinque minuti di recupero....se segnano si va ai supplementari....” risponde lei.

“La solita pessimista…peggio di noi del Toro....dai, dai ne sono già passati tre....tenete palla ed è fatta!...” insisto (traduzione: sai che bello segnassero adesso, in pieno recupero...). Ma lei non mi risponde nemmeno: è troppo concentrata su quello che sta succedendo in campo.

“Nooooooooooooooooooo….” gridano adesso dalla strada.

E cala il silenzio. Silenzio in casa nostra. Silenzio dentro lo stadio. Silenzio in strada. E’ incredibile come, nel calcio e nella vita, pochi istanti e pochi centimetri possano cambiare tutto. Fino a pochi secondi prima i giocatori ed i tifosi stavano pregustando il trionfo, la tensione dei sorteggi, la fase a gironi, l’emozione di affrontare le grandi d’Europa. Invece niente di tutto questo: Rosenberg è alla tre quarti e sembra ben coperto da un paio di difensori blucerchiati, poi si allarga sulla destra; i difensori anziché contrastarlo si spostano verso il centro dell’area pensando ad un cross; invece l’attaccante svedese, intravisto il varco, ci si butta dentro e lascia partire un diagonale a fil di palo da venticinque metri che si infila nell’angolino alla destra di Curci, gettando nello sconforto un’intera città, o meglio mezza città perché l’altra metà in questo momento gode.

“Te l’avevo detto….siamo fottuti!” mi dice adesso lei.

“….Dai….però non è ancora finita….si va ai supplementari e ve la potete ancora giocare lì….” rispondo per farle coraggio. Ma lo dico così per dire. In realtà lo so benissimo che non è così. Lo so benissimo che ha ragione e che è solo questione di tempo perché la sentenza definitiva arriverà, prima o poi.

Succede al decimo minuto del primo tempo supplementare con un altro tiro da fuori bellissimo del peruviano Pizarro che si infila nella stessa porta di prima, lambendo però il palo opposto. La stessa porta di prima. A volte anche i luoghi hanno la loro importanza quando le cose vanno bene, così come quando esse vanno male. La stessa porta in cui Pazzini aveva segnato per due volte nei primi minuti di questo match che sembrava glorioso e che d’improvviso si è trasformato in maledetto (o vice versa, se lo si guarda con occhi Tedeschi o….Genoani). La stessa porta nella quale, solo una manciata di mesi prima, Cassano aveva sparato una bomba da oltre venti metri che aveva permesso ai Doriani di battere la Gobba, regalandomi un’enorme gioia. La stessa porta che aveva fatto capire a tutti che il sogno era possibile, ora pone fine al sogno stesso.Per sempre. Senza possibilità di rimedio alcuno. Questo è il bello del calcio, ci raccontano.Sarà. Ma spiegatelo alla mia compagna di viaggio stasera. E al mio collega domani.

Sampdoria tre, Werder due. Il che, accoppiato all’andata, fa Sampdoria quattro, Werder cinque.

Mentre i tifosi crucchi festeggiano l’ennesima qualificazione, i blucerchiati abbandonano il campo a testa bassa. E anche sugli spalti si vedono facce tristi e lacrime. Le stesse facce che tre mesi prima avevano invaso la città festeggiando. Tutti a casa, senza speranza. Tutti a casa sapendo benissimo che, probabilmente, un’occasione del genere non capiterà mai più.

Certo resta il campionato, un campionato nel quale loro potranno ripetersi a livelli medio alti. Perché loro sono a quei livelli, mentre noi dobbiamo pensare a racimolare qualche punto tra la prossima trasferta di Cittadella e la partita casalinga col Crotone.Altro che Champions! Questa è la B! Che i “ciclisti”non ricordano manco più come sia fatta  perché ci sono lontani anni luce, ormai.E poi loro hanno Cassano. Loro hanno Pazzini.Noi invece abbiamo Sgrigna e Iunco. Basta. Non ho più voglia di farmi del male con questi sciocchi paragoni.Pensiamo a cose più importanti che è meglio. Ma ci sono davvero cose più importanti del Toro?

 

Qualche mese dopo. L'inizio della fine.

Domenica 2 febbraio 2011. Sampdoria – Cagliari 0 a 1.

 

“Mi sa che andiamo in B….” dice  la mia compagna di viaggio al termine di una partita in cui il Doria ha dato l’impressione di assoluta inconsistenza.

“Se non fosse che ci sono comunque squadre più scarse di voi….in effetti….” rispondo.

A gennaio hanno venduto Cassano che pare avesse dato di matto ed era stato messo fuori squadra. Bella punizione, proprio bella, mandarlo al Milan a vincersi lo scudetto! Poi Pazzini se n'è andato all’Inter, ceduto per quattro soldi. Ed anche Marilungo è stato venduto all’Atalanta in B. Al loro posto sono arrivati Maccarone, Macheda e Biabiany. Noi, a volte con ragione, ce la prendiamo tanto con Cairo, ma se avesse fatto una roba del genere altro che i maiali sotto la sede gli avremmo fatto trovare. Un diamante, nel giro di pochi mesi, è stato trasformato in un mucchio di letame. In un’armata Brancaleone senza né capo, né coda. Resto convinto che riusciranno a salvarsi, perché hanno terminato il girone d’andata a 26 punti e glie ne basterebbero una dozzina per farcela. E poi, dando un’occhiata al calendario, si vede che hanno tutti gli scontri diretti in casa. Magari se la faranno un po’ sotto, ma si salveranno di sicuro, penso.

Però la dimostrazione di assoluta inconsistenza che hanno dato l’altro giorno prendendone quattro dal Napoli e perdendo oggi col Cagliari suona come un vero e proprio campanello d’allarme. Sta a vedere che….voglio dire….che faranno la nostra fine….ma no….ma no….sarebbe davvero troppo, troppo grossa….anche se….anche se….

 

I mesi successivi….ovvero la Via Crucis....

Venerdì 4 marzo 2011 (prima tappa della Via Crucis)

 

“Domenica battiamo il Cesena e siamo a posto!” dice pieno di fiducia il collega Doriano.

“Mah….in questo momento mi riesce difficile pensare che battiate chiunque….” gli rispondo un po’ seriamente, un po’ per prenderlo in giro.

Infatti, domenica 6 marzo: Sampdoria – Cesena 2 a 3. E tutti a casa.

 

Marzo 2011 (terzo interludio granata in mezzo a cotanto “ciclismo”)

 

Lunedì 7 marzo: Vicenza – Toro 1 a 0.Mercoledì 9 marzo: via Lerda, arriva Papa. Ora cambierà la musica.Infatti: Sabato 12 marzo: Toro - Livorno 0 a 2Sabato 19 marzo: Frosinone – Toro 1 a 0Sì....la musica è proprio cambiata!Domenica 20 marzo: via Papa, torna Lerda.Forse è meglio che ci concentriamo sulle nostre disgrazie e lasciamo perdere gli altri va...

 

Venerdì 18 marzo 2011 (seconda tappa della Via Crucis)

 

“Non succede, ma se succede…..” dice un Genoano per strada rivolgendosi al mio collega Doriano, sempre il medesimo collega.

“Non ti illudere….in B non ci andiamo!…Domenica abbiamo il Parma e torniamo alla vittoria…così anche voi, maledetti gufi, ve ne starete zitti!…Facciamo ancora in tempo a raggiungervi in classifica da qui a maggio….” dice ancora il Doriano.

Io li ascolto. Me ne sto in silenzio. Osservo. Attendo gli eventi.

Domenica 20 marzo 2011: Sampdoria-Parma 0 a 1.

 

Sabato 27 marzo 2011 (quarto interludio granata in mezzo a cotanto “ciclismo”)

 

Ascoli – Toro 0 a 4. Che bello vincere senza soffrire. Speriamo....speriamo....speriamo....

 

Venerdì 8 aprile 2011 (terza tappa della Via Crucis)

 

“Domenica facciamo fuori il Lecce e mettiamo la parola fine a questa storia!…” . Il collega doriano non perde ancora la fiducia.

E continua: “...Li ho visti giocare…sono scarsissimi e prendono un sacco di gol….”

“Così scarsi che vengono qui a prendersi i tre punti….guarda che siete la squadra più debole della A ed in questo momento perdereste anche contro molte squadre di B….forse addirittura con noi!…” gli rispondo io stizzito.

“Pensa al tuo Toro, che anche quest’anno….” aggiunge allora.

“Io ci penso…e mi sa che il prossimo anno ci verrete a trovare….”. Un po’ comincio a crederci davvero.

Domenica 10 aprile 2011: Sampdoria 1, Lecce 2. Ora anche i più ottimisti tra loro cominciano a tremare.La mia compagna di viaggio, che seguendo anche il Toro sa bene come di solito si concludano queste cose, ormai ha realizzato da un bel po’ come andrà a finire.Anche se naturalmente ci spera ancora e lo farà fino alla fine.

 

Domenica 15 maggio 2011 (quarta ed ultima tappa della Via Crucis). Lacrime e funerali.

 

La vittoria di Bari contro una squadra ormai allo sbando li aveva illusi.

“Ora battiamo il Brescia ed il prossimo anno penseremo a questi momenti come ad un brutto ricordo…inoltre il Lecce non avrà vita facile col Napoli...” dicevano.

“Poi…” continuavano “…magari riusciamo a prenderci un punto nel derby e battiamo il Palermo in casa, e infine, all’ultima giornata, troveremo una Roma che non avrà più nulla da chiedere…e saranno altri tre punti...”

Quanti calcoli assurdi si fanno quando si è disperati. Lo sappiamo benissimo anche noi, che ci siamo passati tantissime volte. Peccato che poi le cose vadano quasi sempre in maniera diversa da come speravi.

Dunque:

Doria-Brescia 3 a 3 con le “rondinelle” raggiunte a tempo scaduto. Contemporaneamente il Lecce batte per 2 a 1 il Napoli con un gol nel finale di “Din-Don” Chevanton.

“C’è ancora speranza….c’è ancora speranza…..se il derby risvegliasse un po’ di orgoglio….” Dicevano, credendoci persino.

Segna Floro Flores alla fine del primo tempo, pareggia Pozzi e poi….all’ultimo secondo di recupero quel Boselli che forse, dico forse, non sapeva che…insomma che la stessa Signora Sindaco aveva chiesto un derby all’insegna del “reciproco rispetto”....Tant’è, probabilmente Boselli non ha ancora imparato l’Italiano, oppure dormiva quando la Signora Sindaco ed i giornali cittadini facevano i loro appelli: Genoa 2, Doria 1. Che gioia per i rossoblu! Una gioia che probabilmente noi non proveremo mai. E’ brutto a dirsi ma è così.

Infine oggi. Esattamente un anno meno un giorno dopo il trionfo dell’anno scorso con tanto di festeggiamenti.

Molti ritengono che il Palermo non abbia più niente da chiedere. Ma pochi ricordano che, esattamente un anno fa, fu proprio lo stesso Palermo ad essere estromesso dalla Champions ad opera dei “ciclisti”.Il Doria gioca anche discretamente, ma il Palermo ha Miccoli.

Sampdoria 1, Palermo 2.

Stavolta è finita per davvero.Stavolta arrivano da noi.I sorrisi, i cori, la festa di un anno prima si trasformano in lacrime.Piange Capitan Palombo.Piangono tutti.Resta la grande impresa di essere riusciti a retrocedere dopo un girone di andata da zona Uefa.Da gennaio a maggio hanno vinto due sole partite, realizzando dieci punti.Complimenti! Un grande record!Se un giorno qualcuno volesse scrivere il manuale di “come si distrugge una squadra vincente in poco tempo” potrà prendere a modello due esempi: il Toro di Borsano (che però ci ha messo qualche anno) e la Sampdoria di Garrone.

Intanto c’è chi non piange: la Genova rossoblu può scendere in piazza a festeggiare e a sfilare per le strade cittadine interpretando il funerale del “nemico”.Non sono uno che ama il buonismo. Quindi dico che è giusto così. Lo sfottò, anche pesante, è davvero una delle cose più belle del calcio.

Ma adesso pensiamo al Toro che, tra un paio di settimane, si giocherà tutto contro il Padova. Con poche possibilità di farcela, aggiungo io. Ma questo non lo dico a nessuno, per il momento.

 

Domenica 29 maggio 2011. Toro – Padova (quinto interludio granata in mezzo a cotanto “ciclismo”).

 

Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul fatto che li avremmo aspettati in B, oggi se li è tolti. Definitivamente. Punto.

 

Estate 2011 (sesto interludio granata in mezzo a cotanto “ciclismo”)

 

Arriva Ventura. E Iori. E Basha. E Guberti. E Vives. E restano Rolly e Angelo. E....una speranza. Forse.

 

Lunedì 6 settembre 2011 (nuova stagione, nuove speranze)

 

“Quest’anno non ce n’è per nessuno! Hai visto come abbiamo distrutto il Gubbio ieri?....Con Foggia, Bertani e Piovaccari là davanti roviniamo tutti quanti….vinceremo questo campionato con quindici punti di vantaggio e tutti lotteranno solo per il secondo posto!….” dice il collega Doriano al quale è stata sufficiente l’estate per gettarsi alle spalle le scorie della retrocessione.

“Beh….sì….ma considera che vi è girato tutto per il verso giusto…il Gubbio è poca cosa ed inoltre è rimasto in nove molto presto, così è stato tutto fin troppo facile….”

“Sì….ma là davanti siamo fortissimi…”

“…Uhm….ma dietro….guarda...parlo per esperienza: la B è dura per tutti!”

“Ma non ce n’è….quest’anno non ce n’è!…”

Sarà. Ma a me questo inizio scoppiettante, gli esperti che considerano la promozione come una semplice formalità, il clima di grande entusiasmo, l'eccessivo trionfalismo da parte dei tifosi riportano alla mente qualcosa di assolutamente famigliare.

Insomma: si comportano esattamente come facevamo noi due anni fa dopo il doppio tre a zero iniziale del Toro di Colantuono.Partimmo con grandi squilli di tromba. Ma poi le trombe smisero di suonare abbastanza presto, lasciando il posto al tunnel oscuro ed alle campane a morto.

Magari sbaglio, però….però qualche campionato di B in vita mia l’ho già visto, purtroppo….e sono pronto a scommettere che sarà durissima anche per loro....

 

Venerdì 30 settembre 2011 (esaltazione….ma stavolta granata!)

 

“Tutti a casa alèèèèèè….tutti a casa alèèèèè….”

Non ho altro da aggiungere. Questo per me è il momento della gioia e del godimento supremo.Chi l’avrebbe detto solo un anno fa che sarebbe potuta andare così?Com’è strano il calcio. Come sa essere imprevedibile.Sentenze che sembrano scritte vengono sovvertite nel giro di pochi mesi, a volte di poche settimane.Ed è questo, in definitiva, che lo rende così affascinante.E adesso lasciatemi cantare, in quello stesso stadio dove un anno e mezzo fa impazzivo di invidia.

“Tutti a casa alèèèèèèè….tutti a casa alèèèèè….”

Andrei avanti tutta la notte. Per giorni interi. Per settimane. Per mesi. Fino alla partita di ritorno. E ancora...e ancora...e ancora...

 

(Ritorno al presente)

Giovedì 16 febbraio 2012

 

“All’andata vi è girato tutto bene….stavolta tocca a noi!…” cerca di ribattere il collega Doriano.

La stessa frase che ho visto fuoriuscire da troppe bocche in questi mesi. Come se la partita d’andata si fosse conclusa dopo mezzora e non ci fosse stato un secondo tempo completamente dominato da noi. Come se non fosse vero che finora hanno vinto soltanto tre partite in casa. Come se non fosse vero che i punti di vantaggio nei loro confronti sono attualmente sedici. Come se non fosse vero che noi abbiamo tutte le possibilità per conquistare la A diretta e loro, partiti tra mille squilli di tromba, si dibattono a metà classifica, vedendo da lontano il sesto posto, ed hanno le stesse possibilità di conquistare la promozione diretta che ho io di diventare gobbo.

“Va bene….magari lunedì sera toccherà davvero a voi….d’altra parte avete una squadra fortissima, nessuno vi potrà fermare e vincerete questo campionato con quindici punti di vantaggio...” gli rispondo ghignando.

Mi guarda. Se ne va. Sono certo che sta provando invidia nei miei, nei nostri confronti.Me ne vado anch’io sorridendo, avvolto nella mia sciarpa granata.Sorrido mentre cammino tra la gente che mi osserva.Sbaglierò ma mi sembra di scorgere anche nei loro occhi un briciolo di invidia.Incredibile! Chi l'avrebbe mai detto?Un anno fa solo un pazzo avrebbe potuto pensare che qualcuno da queste parti avrebbe provato invidia per noi e per il Toro. E invece...

“Mi raccomando....lunedì regalateci una gioia....come all'andata....” mi urla l'amico genoano vedendomi in strada.Lo saluto con la mano e gli sorrido. Magari andasse davvero così, penso. Certo che è proprio bello trovarsi qui, lontano da Torino, ed indossare questa sciarpa alla faccia di tutto e tutti.Certo che è proprio bello essere del Toro. Sempre, ma più che mai in questo momento.E lo sarà ancora di più se lunedì sera andrà come dico io e se martedì potrò tornare in questo posto, tra questa gente, a sorridere e ad urlare a tutti che i punti di vantaggio su quelli là, sui ciclisti insomma, nel frattempo saranno diventati diciannove.

Forza Toro sempre, comunque ed ovunque!

 

 

Per chi volesse vedere le immagini dei due match della Sampdoria contro il Werder Brema dell'agosto 2010 può cliccare qui:

 

Per chi invece volesse divertirsi vedendoli piangere per la retrocessione può andare qui:

 

Per chi volesse infine rinfrescarsi la memoria dando un'occhiata agli highlights della partita d'andata: