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130 anni dalla nascita di Oreste Bolmida, il trombettiere del Grande Torino

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Oggi, lunedì 17 Aprile, sono trascorsi 130 anni dalla nascita di una delle figure più iconiche nella storia del Toro tra i non calciatori
Redazione Toro News

Oreste Bolmida nasce il 17 Aprile 1893. Di professione faceva il capostazione a Torino Porta Nuova dove la sua mansione principale consisteva nel far suonare la tromba per regolare le partenze dei treni. Strumento al quale nel corso degli anni si è inevitabilmente affezionato e che portava spesso con sé, persino nei momenti in cui sosteneva la propria squadra del cuore, ossia il Grande Torino che durante quegli anni viveva il suo più grande periodo di gloria.

La Leggenda del quarto d’ora granata

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Persino una squadra all’apparenza inarrestabile come il Grande Torino, talvolta barcollava e subiva gli attacchi avversari. Oreste, da gran tifoso qual era, non era capace di rimanere immobile davanti alla sconfitta e quindi dagli spalti faceva del proprio meglio per cambiare le sorti della partita: estraeva la tromba e con tutto il fiato che riusciva ad accumulare all’interno del proprio corpo liberava nello strumento un fortissimo boato, che maestoso e solenne riecheggiava nell’intero Filadelfia, simboleggiando l’inizio del famoso “quarto d’ora granata”. Capitan Mazzola, allora, si rimboccava le maniche e a gran voce suonava la carica ai compagni di squadra. Grinta, tenacia e passione allo stato puro caratterizzavano quei minuti di gioco capaci di rendere il Torino invincibile dinanzi a qualsiasi avversario. Sugli spalti le urla di incitamento da parte dei tifosi rendevano lo stadio un posto unico in cui l’adrenalina era quasi tangibile.

Così il Toro dei cinque scudetti di fila

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La meravigliosa favola del quarto d’ora granata ebbe un finale catastrofico, che ancor oggi a distanza di numerosi anni lascia l’amaro in bocca. Il 4 Maggio, quando l’aereo che trasportava gli Invincibili si infranse contro le mura di Superga, tutti i desideri ed i sogni accumulati dai tifosi nel corso degli anni tramontarono, assieme al Grande Torino. La tromba di Oreste Bolmida suonò per l’ultima volta, ma diversamente dal solito non fu in grado di risvegliare gli animi degli undici inarrestabili, che giacevano nelle proprie bare, vinti dal tragico destino.