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La gioia

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di Marco Peroni  Riporto dal (bellissimo) sito www.archiviotoro.it:“Campionato 1998-1999. Per il terzo anno consecutivo di B il Toro sceglie come allenatore Mondonico. La dirigenza non smantella una squadra composta da un'ossatura...
Redazione Toro News

di Marco Peroni

 

Riporto dal (bellissimo) sito www.archiviotoro.it:

“Campionato 1998-1999. Per il terzo anno consecutivo di B il Toro sceglie come allenatore Mondonico. La dirigenza non smantella una squadra composta da un'ossatura sufficiente a inseguire la promozione. L'inizio però è da incubo: in Coppa Italia il Toro soffre con l'Alzano (squadra di C1) e perde a Cremona e Terni nelle prime due trasferte di campionato. La squadra si riprende e occupa stabilmente le prime posizioni. Soltanto il primo maggio la svolta: a tempo ampiamente scaduto, Ferrante infila Mondini e il Toro supera il Napoli 3-2 al Delle Alpi. La A è vicina come non mai, ma due giornate più tardi si rimaterializza l'incubo. Il Toro perde in casa con il Cesena e, a quattro giornate dal termine, rivive il terrore del sorpasso da parte del Pescara. Arrivano un prezioso punto a Treviso e il successo con il Brescia: finalmente il 4-1 a Benevento, in campo neutro contro la Fidelis Andria. Dopo tre anni è serie A e per le vie di Torino si scatena una festa d'altri tempi”."Al ritorno si assiste ad una delle partite più incredibile degli ultimi vent'anni. Il Toro di Mondonico, lanciato verso la serie A, nel turno pasquale contro il Monza si ritrova sotto clamorosamente di tre gol dopo nemmeno mezz'ora. Il tecnico viene alle mani con il marcatore monzese dopo la rete dello 0-3: inizia così la clamorosa rimonta, con una doppietta di Ferrante e la rete del pareggio di Maltagliati, di testa sotto la Maratona. A fine gara i giocatori, stremati, escono tra gli applausi dell'intero stadio nonostante un 3-3 che ridimensiona le ambizioni granata”...

Aggiungo solo una cosa: ricordo perfettamente quella partita, e il cuore della curva che non smetteva di fare il tifo nemmeno sullo 0-3. Come se avessimo preso gusto a non chiudere gli occhi controvento, come se quel bruciore ci unisse in una comune esaltazione.Un po’ assurdo, ma sublime. Una di quelle esperienze che eri felice di non poter raccontare, “perché tanto non avrebbero capito”: come facevi a spiegare a un gobbo le emozioni vissute per un pareggio in casa con il Monza?

Sostenuta, quella squadra fu capace di portarci in serie A. Ritengo che anche questa squadra, sostenuta, possa farlo. Io mi tengo il bruciore degli occhi e, fino a quando vedrò impegno e onestà (e lunedì sera l'ho vista eccome), non sarà un problema qualche piccola lacrima di passaggio.Peggio sarebbe scoprire che non si è più capaci di divertirsi.Un abbraccio a tutti, Marco