mondo granata

La Guerra Civile

Redazione Toro News
di Mauro Saglietti

E' andata come doveva andare. Chiave di volta messa dal solito architetto inesorabile. Il Toro è arrivato lì. E’ una vita che arriva lì.Sempre lì.Fossimo stati eliminati contro il Sassuolo, non sarebbe stato così perfetto.Bisognava aggiungere l’ennesima finale persa ad una storia che ne ha gli scaffali pieni.Quella play off mancava.Per una che vinci, dieci ne perdi.Tifare Toro è stato spesso come poter vedere da una collina, dopo lungo cammino, una splendida valle rigogliosa.Nella quale però altri sono andati a vivere.

 

Questa volta ho fatto di tutto per soffrire il meno possibile, temendo che andasse come è poi andata, lottando contro lo spiritello che mi suggeriva pensieri negativi da molti mesi.Così mi sono appeso al tasto F5 del computer, rifiutando qualsiasi invito ai bar o a casa di amici.Non è servito a nulla. Sono sprofondato nel mutismo più nero e lucido che conoscessi.Il giorno dopo, nella ditta dove lavoro, ho trovato uno strano vuoto attorno a me.Solo in serata sono venuto a sapere dell’esistenza di una mail, nella quale si consigliava ad eventuali stolti sprovveduti che non mi conoscessero, di girare al largo dal sottoscritto ed evitare qualsiasi riferimento calcistico.Ignoro l’autore, ma credo che esistano ancora persone intelligenti a questo mondo.

 

E’ penoso cercare parole di conforto per te stesso, quando sai che hai già visitato questi luoghi.Che ti sei già detto tutta la serie di frasi rassicuranti, che dovrebbero servire a farti stare meglio, ed invece ti sembrano ogni giorno più trite e ritrite.Una volta si trattava di prendere o meno un treno.Ora non sai nemmeno se ne passerà un altro.Oh, sì, il cuore granata, Capitan Valentino e tante belle storie.Sempre più lontane, sempre più abusate.

 

Inutile nascondersi.Per quanto visto fino alla 42a giornata, il Brescia ha meritato di salire in A. Era squadra più forte di noi, meglio organizzata e continua.Ai play off, no però.Nessuno mi toglie dalla testa che il gol di Arma fosse validissimo, anche se tutto è stato frettolosamente dimenticato sull’onda del dispiacere, sensazione conosciuta e di casa.Però, ancora una volta, se ti metti nelle condizioni di essere bastonato, sai che ti bastonano.Se pensi per tempo a stare alla larga dai posti malfamati, forse ce la fai.Stessa storia dell’anno precedente.Certo, sapere che Baiocco e Caracciolo giocheranno in serie A è qualcosa che urla vendetta al cielo, ma è un boccone da ingoiare, sperando di rincontrarli prima o poi (assieme a tanti altri, la lista nera, sportiva, si sta allungando a dismisura).Complimenti al Brescia, dunque.Non a Maifredi.Il personaggio ha dimostrato il suo valore per intero e c’è da augurarsi, al prossimo incontro, un bel coretto (sportivo, ragazzi, ovviamente! Lo scrivo perché c‘è sempre qualcuno che se non metti le virgole, non vede l‘ora di saltarti addosso, non aspettando altro), per ricordargli il nostro sarcastico disprezzo in modo che le orecchie possano fischiargli peggio di una vuvuzela suonata per una settimana intera.Sempre se ce ne ricorderemo.Sì, perché abbiamo la tendenza a dimenticare molto in fretta.Esponendoci così a ripetizioni farsesche del “già visto“.

 

La storia di questo campionato invece sarà difficile da dimenticare.Un campionato sinistro, popolato da ombre, da movimenti spesso strani e disonesti.Da dubbi, sbagli e poche certezze.Da sorrisi e qualche speranza.Da orgoglio e tristezza.Ripercorrerne a grandi linee i tratti salienti è però difficile.Tutto sembra affondare le radici in un passato lontano lontano…

 

A Colantuono sono state mosse svariate critiche.Non voglio entrare nel merito delle questioni tattiche, capisco molto poco di calcio giocato e mi fido più dell’istinto.Credo che però a lui si possa addebitare uno degli errori più madornali di questa stagione.Non commesso in panchina, ma in conferenza stampa appena arrivato.

 

- Noi siamo il Toro, siamo la squadra da battere e tutti giocheranno alla morte per farlo.Quando sento queste prime dichiarazioni, a giugno 2009, mi si accappona la pelle.- Ah sì? - mi viene da dire.Ora, io capisco che un allenatore voglia far impressione sull’ambiente, magari caricarlo, ma questa frase mi sembrò il concetto di una persona che guardava la realtà con occhi distorti.Sì, perché sarebbe stata più adatta al toro di Fascetti, che giocò la B nel 1989-1990, dopo 30 anni di assenza dalla cadetteria.Dal 1996 in avanti abbiamo giocato 8 campionati in serie B. Abbiamo perso due volte a Castel di Sangro, col Cittadella, ne abbiamo prese 4 in casa dal Ravenna, tre dal Modena, abbiamo perso tra le mura amiche con Treviso, Messina, Pescara e Arezzo.Scusate, come mai quest’anno eravamo diventati improvvisamente la squadra da battere, noi habitué della ribalta cadetta?L’illusione che chiamarsi Toro, appellarsi ad un passato glorioso, potesse fare la differenza, si è rivelata ancora una volta fallace, creando aspettative grandiose nell’ambiente.Che peraltro le meritava.Valentino non scende dal cielo a far gol per noi, amici.Né lui, né altri. La maglia granata, semmai si rinnova di presente e non si ciba del passato, come se i gol di Pulici e o chi altri, avessero valore riflesso sull’oggi.Per troppo tempo abbiamo creduto così.In campo vince chi è più attrezzato ed organizzato, senza tanti appelli al passato, che può essere onorato soltanto esaltando il presente.Non a caso il Torino è diventato Toro soltanto quando si è calato nella parte dell’umile, nella seconda parte del campionato, quando è andato a Sassuolo senza la boria vuota di dire “Noi siamo il Toro”.E lo è stato per davvero.

 

Torino-Figline Valdarno è il sunto di tutto un campionato.Si gioca ad Ivrea ad inizio agosto, al Comunale (oppure Olimpico) ci sono i Testimoni di Geova.Fa caldissimo e puntualmente si scatena un nubifragio che fa saltare l’impianto di illuminazione per qualche minuto.L’ambiente è ancora a pezzi per la retrocessione, ci si aspetta una squadra caparbia, che faccia sfracelli.Nel frattempo, durante il ritiro estivo, due tifosi hanno insultato Rosina. Si comincia bene. Il rapporto con la tifoseria è ormai incrinato. Così, Rosina se ne va altrove, la sua partenza panacea a tutti mali.Dicevamo, il Toro col Figline fa 5 minuti di fuoco.E poi più nulla.La partita si arena ben presto su un niente a niente.- Tirate fuori le palle - gridano i tifosi.E’ il primo di una lunga serie di cori che andranno avanti per qualche mese, ed è un segnale cattivo, perché mai era successo alla prima uscita stagionale. E’ il sintomo di qualcosa che nell’ambiente non va e non andrà.Probabilmente si gioca sull’equivoco, al quale crede anche il sottoscritto, che questa squadra sia più forte perché si chiama Toro. Certo, il Toro di Pulici ne avrebbe fatti 15 al Figline, quello di Vasquez 10.Ma questo non è quel Toro, questo ne subisce soltanto la lunga ombra del ricordo.Bianchi, nella ripresa, su assist di Di Michele, ci regala la qualificazione.Pochi giorni dopo andiamo a Livorno e ne prendiamo due, da una squadra che disputerà un campionato pessimo.

 

Comincia il campionato e ne facciamo subito tre al Grosseto in trasferta, anche se si patisce un po’ nella prima frazione.Non tardiamo a capire che la voglia di ben figurare di Bianchi va oltre il suo talento.Replichiamo poi il 3-0 contro l’Empoli in casa, dopo un primo tempo scialbo.Di Michele gira a mille e sblocca il risultato, poi ci pensano Pratali (…) e Bianchi.I mezzi di informazione parlano di Toro schiacciasassi e nessuno mette in dubbio la promozione trionfale e certa.

 

Alla terza giornata arriva la sconfitta nella fatal Brescia.Spiace che a segnare sia stato Flachi, forse la sua ultima rete in carriera.In fondo l’unico che poteva segnare, seguendo la ben nota regola del nostro saper resuscitare i morti.Appare però chiaro che basta una squadra aggressiva, che pressi il nostro centrocampo lento (altro retaggio dell’anno precedente), per metterci in crisi. Cavasin vince la sua partita tattica e viene da chiedersi come mai si impegni così tanto solo quando deve affrontare la squadra granata.Non andrà tanto lontano e verrà esonerato.La squadra poi sembra fisicamente molto leggera (Gasbarroni, Loviso, Di Michele, Coppola).La rete di Flachi è un brutto segnale anche per chi crede a strani segnali, ad un non saper andare contro un certo destino, centrandolo inesorabilmente.L’ambiente comunque festeggia con euforia isterica la sconfitta, definendola con concetti agghiaccianti.Una sconfitta “salutare”.Mah, sarà, a me non sembra che nessuna sconfitta sia salutare.Una sconfitta che ci ha fatto prendere coscienza della nostra forza.Ah, bene, perdiamo sempre allora. Mai capite ‘ste cose.

 

Vinciamo la quarta con l’Albinoleffe, dopo essere passati in svantaggio ed andiamo a vincere largo contro la Salernitana, nella quale viene espulso un certo Pestrin.Sarà un caso.Ad ogni buon conto siamo di nuovo primi e tutto fila per il meglio.

 

E poi capita qualcosa.Comincia a circolare la voce sui proventi televisivi in caso di promozione.Saranno quaranta milioni per il Toro.Una bella notizia.Abbiamo 12 punti, fatti in 5 giornate.Ne faremo altri 15 nelle rimanenti 16.Sì, sì, sicuramente sarà stato un caso.Io non so cosa sia successo nel girone di andata, amici.Non ho informazioni sufficienti e solo qualche cattivo pensiero che cerco di far scappare.Fatto sta, che, coincidenza per coincidenza, il nostro campionato si azzoppa.

 

Il Padova, che si salverà ai play-out, viene qui e sembra il Real Madrid nei confronti dei nostri giocatori.Di nuovo in svantaggio, questa volta non recuperiamo.Pareggiamo poi contro un Frosinone in forma, dopo essere stati due volte in vantaggio ed aver sbagliato un rigore.Poi giochiamo in casa contro l’Ancona.Becchiamo un gol ridicolo da 50 metri al ‘90, altro strano segnale di cose che vanno per i fatti loro.E’ la prima di una lunga serie di reti subite nei minuti finali, che ci costeranno punti preziosi, un po’ come l’anno precedente.Abbiamo però la forza per tirare fuori le unghie.Bianchi pareggia e corre a inveire contro il fenomeno l’aveva insultato. Ricordate? Si parlò di possibile squalifica del nostro centravanti già allora.Ding.

 

Quindi affrontiamo il Modena in casa e riperdiamo, con un gol allo scadere di Tamburini, che batte una difesa immobile e un Calderoni di cemento.Perdiamo punti, ma li recuperiamo andando a vincere in rimonta ad Ascoli (Grazie Frezzolini!) ed in casa con la Reggina, una delle partite più belle della stagione, incorniciata dalla splendida rete di Bianchi in rovesciata.

 

La squadra però alterna buone prestazioni ad altre completamente prive di nerbo.Si prendono due gol a Trieste senza lottare, prima che sul pullman della squadra salgano alcuni tifosi per chiedere spiegazioni.Uno dei tanti momenti di tensione, che non verranno risolti facilmente nel corso della stagione.

 

Le gare contro il Lecce sono la chiave di volta dell’intero torneo.All’andata la squadra arranca, e si sentono strane frasi allo stadio.Persone che non vedono l’ora di poter contestare.E così capita infatti, quando siamo sullo 0-1.Il Toro lotta, pareggia su rigore e al ‘90 (incredibile, noi!), Bianchi mette in porta la rete del 2-1, festeggiato soltanto da due compagni.Con questo risultato il Toro sarebbe primo in classifica, in barba a tutte le contestazioni.Leon fugge in contropiede, ha la palla buona da mettere in mezzo, per il 3-1 conclusivo.Oppure in porta.Ma né passa, né tira. Cerca di scartare il portiere, che gli porta via la palla.Contropiede e gol di Giacomazzi al ‘94.Riprende la contestazione.Il Toro è terzo in classifica.

 

Da lì in avanti è un semidisastro.0-0 al Garilli di Piacenza tra critiche feroci, quindi pareggio miracoloso a Cesena, contro una squadra in palla.Altro segno del destino, in questo disegno nel quale tutti i tasselli vanno a posto.Malonga non ha ancora segnato un gol.Indovinate contro chi lo fa?Sorpresa, sorpresa!E quando segnerà Di Michele?Sorpresa! Sopresa!

 

La contestazione, nonostante la squadra sia nei primi posti in classifica, parte serrata.Viene deciso di osservare un quarto d’ora di silenzio all’inizio delle partite.Ora, io rispetto le contestazioni e le sue forme, anche se quest’anno non ne ho condivisa proprio nessuna, ma quelle coreografiche mi lasciano alquanto perplesso.Ora che il campionato è finito e non si corre il rischio di mettere tensione, qualcuno gentilmente mi spiega a che cosa è servito stare zitti 15 minuti? A quale scopo? Quali sono stati i benefici?Lasciare vuota la Curva, a cosa serve?In quel momento si sono venuti a creare i primi attriti tra tifosi, la genesi della (spero bonaria) Guerra Civile di cui si parla oggi.Tra chi proprio voleva contestare squadra e società e chi ne era totalmente contrario.Una divisione che ci ha accompagnato fino a questi giorni.

 

La partita giocata contro il Crotone è di quelle micidiali, ed è passata alla storia per altri motivi.Il Toro fa l’1-2, ma la gente continua a gridare - Vergognatevi!Non ce la faccio più, è il mio punto di rottura con tutto e con tutti, forse la fine di un amore che credevo eterno.Questa è una storia dolorosa al di là del pallone che rotola, fratelli.

 

Colantuono se ne va ed arriva Beretta.Prendiamo 3 punti contro il Gallipoli per Grazia ricevuta, con l’ultimo gol segnato da Di Michele in maglia granata, mentre i pali della nostra porta tremano per due giorni.La vittoria dovrebbe portare serenità, ed invece perdiamo in casa contro il Sassuolo.Guarda caso segna quel Noselli ex Mantova dal dente avvelenato.Non ci facciamo mancare nulla, tutti i tasselli vanno sinistramente a posto.

 

Non basta. Prima di Natale perdiamo anche a Vicenza, resuscitando Lazzaro Sgrigna, quindi il 5 di gennaio pareggiamo in casa col Mantova (che avremmo dovuto ridicolizzare), prendendo il solito gol all’ultimo minuto.

 

Sono i giorni convulsi delle contestazioni alla Sisport alla presentazione di Petrachi, delle dimissioni di Foschi, del Ristorante Cavalieri, delle presunte scommesse.Ripeto, non ho una risposta per tutto, ragazzi, e non è detto che il mio punto di vista sia quello della ragione.Posso solo tentare di fare 1 più 1, per cercare di capire cosa sia capitato.Ma non è facile, e la somma spesso dà tre, anziché due.Ero uno dei più accesi sostenitori di Di Michele a inizio stagione.Potete quindi immaginare quale sia stata la mia delusione in quei giorni.

 

Giorni furiosi, di telefonate tra amici, di insulti tra tifosi che tifano per la stessa squadra granata, con opinioni diverse.Giorni di pretesti, se vogliamo.Tra le tante “nefandezze” societarie, ci si appiglia al pullman dato in affitto.A prescindere dal fatto che ognuno fa quello che vuole con le cose di sua proprietà, specialmente se gli possono rendere soldi, l’accanimento della vicenda pullman, mi ha ricordato, ripensandoci in questi giorni, la questione lavanderia - Vidulich.Forse a qualcuno tornerà in mente, era il 1999-2000.E questa cosa carta-carbone, non mi è mica piaciuta, sapete?Anzi, mi ha fatto pensare a quei giorni, con i quali ho trovato strane somiglianze…

 

Da lì in avanti comincia un altro campionato.Arrivano, spesso tra scetticismo, i giocatori che abbiamo imparato ad amare negli ultimi mesi. Nomi sconosciuti, qualcuno li chiama scarti.Scarti o non scarti, iniziano a correre il triplo di chi ha in gran parte sulla coscienza la nostra permanenza in B.La supponenza del “Noi siamo il Toro”, si sgretola.Il Torino ritorna ad essere presente e quindi Toro.Non basterà, ma a questi ragazzi non potremmo rimproverare proprio nulla.

 

La storia scorre veloce.E’ recente ed anche amara.Si perde col Cittadella, ma dalla domenica successiva, col Grosseto, con Colantuono di nuovo in panca, è tutta un’altra musica.4-1 in uno stadio semivuoto, dopo una settimana di inutili polemiche e divisioni tra contestatori e non contestatori.E’ la triste storia di questo campionato.

 

Si pareggia ad Empoli (Coralli si divora un gol stile Pacione) e si impatta in casa col Brescia, riuscendo a pareggiare in 10.Quindi, senza Bianchi, si va a vincere a Bergamo contro l’Albinoleffe, partita nella quale il semisconosciuto Morello para un rigore.Ahimè, nel turno successivo però, si riprende la buona tradizione di farci battere dall’ultima in classifica. Il 2-3 casalingo contro la Salernitana si rivelerà fatale, nei conteggi di fine campionato.

 

Si vince a Padova, dove Morello para un altro rigore, si fanno tre benedetti punti in casa contro il Frosinone, con Bianchi sugli scudi, ma si perde male ad Ancona, una sconfitta simile a quella finale di Brescia.Poi si vince con Modena, Ascoli, reggina e Triestina, all’ultimo minuto.Forse la gioia più bella di tutto il campionato.Siamo a un punto dal secondo posto.Ci pensate?Un punto dal secondo posto.

 

In molti ritengono che il Toro debba puntare alla promozione diretta, non fidandosi dei play off, dove non basterà chiamarsi Torino, per passare.La gara di Lecce è decisiva, fondamentale, vincerla sarebbe essenziale.Invece Colantuono comincia a fare strani discorsi sulla stanchezza dei giocatori.Giusti o no che siano, si sembra creare una giustificazione per la sconfitta, che puntualmente arriva.Ancora una volta, dunque, il bivio si chiama Lecce.E noi prendiamo anche questa volta la strada sbagliata.

 

Quando il Toro ti fa godere, ti punisce subito.Tanta è stata ala gioia per la rete di Loria contro la Triestina, che da lì in avanti totalizziamo due punti in quattro partite.Col Piacenza gettiamo alle ortiche la vittoria, accontentandoci dell’1-0 e prendendo il solito gol allo scadere (ne sentivamo la mancanza).E visto che abbiamo buttato via il campionato nelle partite interne, ripetiamo l’opera pochi giorni dopo contro il Cesena, facendoci rimontare ancora una volta.La sconfitta di Crotone, gol dopo 40 secondi, ci riporta fuori dalla zona play-off.E gli altri nel frattempo si sono messi a correre.

 

Il Toro stringe i denti e arriva al fondo del campionato, ritrovando un pubblico fantastico, che finalmente mette da parte le assurde divisioni e si ritrova compatto a tifare per un’idea.Sono immagini bellissime quelle del tifo degli ultimi turni di campionato, che, non possono non riempire d’orgoglio chiunque voglia bene a questa città e a questa comunità.Vinciamo 4 delle ultime 5 gare, salutando con soddisfazione la retrocessione del Mantova.Non basterà per la promozione diretta, soffiata dal Cesena al Brescia.Un appunto.Sento dire da più parti - Come siamo ridotti, se godiamo per il Mantova in C.Ebbene, sarò ridotto male, ma attualmente, in attesa di scenari migliori, questa è la mia dimensione.E quindi sono stato felicissimo che chi ci ha odiato assurdamente per molti anni, sia planato in Lega Pro.Non temete per i loro tifosi.Torneranno in fretta a tifare juve, Milan e Inter, così come di abitudine fino a pochi anni prima.

 

Si va ai play-off con i ricordi di quelli precedenti, vinti, seppur con affanno.Sappiamo come è andata a finire.Tutto questo sia da monito per il futuro.Per vincere, bisogna andare oltre.Al diavolo i play-off!Ma dobbiamo per forza finirci dentro?

 

E veniamo a noi, al punto più dolente della stagione.A questa inimicizia, in parte mitigata dalla fratellanza delle ultime gare, ma riacutizzatasi in questi giorni.Inutile nasconderlo, non ci si sopporta e ciascuna fazione accusa l’altra di essere la causa di tutti i mali.Ho brutti presentimenti, temo che questa folle divisione porterà strascichi assurdi, e potrebbe perdurare nel tempo.Comunque andrà a finire, nessuno avrà vinto. Siamo talmente tanto radicalizzati sulle nostre posizioni, che ognuno continuerà a tifare contro l’altra fazione, non sentendosene più rappresentato.Tutto questo è pazzesco, è uno stato di guerra civile che ha messo radici nella gramigna delle nostre ventennali e giustificate frustrazioni.Un tempo mangiavamo gli avversari.Un tempo gli avversari ci mettevano il kerosene in Curva.Ora il kerosene se potessimo ce lo tireremmo tra di noi.E’ una provocazione, ovvio, ma temo che ci si stia mangiando da soli.

 

Questa è una supplica, che l’armonia delle recenti domeniche dovrebbe avere reso ben chiara.Fratelli, gli altri imperano sulle nostre divisioni.Niente è definitivo e tutto vale rispetto, se è mosso da lealtà.Il fine ultimo è comune, non è separato.

 

Lo dico con stanchezza e con un po’ di mestizia, perché, salvo ripensamenti dell’ultima ora, questo campionato ha segnato il termine della mia frequentazione in Maratona.Non c’è astio, non c’è rancore, al termine di un amore simile.Non so, forse sono invecchiato troppo io, forse è giusto che le cose cambino.Non mi va di inveire contro i miei fratelli, di trovarmi contro di loro.Comunque sia, amici, ascoltate la mia supplica.Divisi non siamo nessuno, uniti siamo la nostra unica, seppur debole, speranza.

 

Questo però non vale per chi gioca sporco.Per chi ha sfrutta la passione della gente, sobillandola e tramando di nascosto.Perché la storiella dell’imprenditore romano, legato ad un personaggio del passato, è arrivata pure da queste parti, sapete?Ne ho letto e sentito in giro parecchio, ultimamente ed in settimana, dopo Brescia, ho ricevuto un paio di mail che sostenevano entrambi la stessa tesi, con preghiera di pubblicazione.La prima era molto generica, benché firmata.La seconda però era dettagliatissima. Talmente precisa e circostanziata, che adesso mi viene difficile credere che tutto quello che mi è stato scritto non sia vero.Caro Stefano, (ti chiamo Stefano, anche se ho la sensazione che il tuo nome sia un altro, ma ti capisco), non posso pubblicare la tua lettera, perché chiaramente non porta prove certe su quanto tu sostieni.Ma ti ringrazio molto per avermi messo al corrente delle tue idee.Anche perché la gente in buona parte è troppo smaliziata per non intuire che cosa si sia realmente muovendosi sotto tutto questo bailamme, qualcosa che ovviamente va ben al di là della palla che rotola, ma che si basa come sempre su interessi economici, o, come in questo caso, edilizi.

 

Spero che non sia vero, altrimenti schiumerei davvero rabbia.Perché se si dovesse mai scoprire che buona parte dei casini attorno alla società hanno a che vedere indirettamente con questi due signori, sarebbe gravissimo.Spero di cuore, ma davvero di cuore, che non sia vero.

 

Il problema è ancora una volta lo Stadio Filadelfia, autentica spada di Damocle sulla nostra testa.Sembra assurdo, e badate che sto per dire una bestemmia colossale [modalità bestemmia IN] ma se su quel terreno ora ci fossero due palazzi, avremmo molti meno avvoltoi che ogni tanto spuntano interessati [modalità bestemmia OUT].Ok, se mi avete perdonato, vado avanti.Il terreno del Fila rappresenta sempre una ghiotta occasione e si sa bene quali gruppi ne siano attratti, soprattutto per la possibilità di specularci sopra e per la dannata opportunità di sfruttare gli spazi commerciali.Finché teniamo la porta di casa aperta, non lamentiamoci poi che i ladri siamo venuti a farci visita.E’ quindi fondamentale, secondo il mio punto di vista, partecipare alla raccolta firme per diminuire la metratura degli spazi commerciali stessi.Qualora interessati, il gruppo “Rivogliamo lo stadio Filadelfia”, su Facebook si occupa attivamente di questa iniziativa.E’ l’unico modo per sbarrare la strada a questi avvoltoi.Anche se si finisce sempre sule barricate

 

Presidente, l’ho lasciata per ultimo.E forse non so neanche bene cosa dirle.La strada sembra quella giusta, ma ahimé molto tardiva.Ma io credo che lei in questi sei mesi abbia imparato più che nei quattro anni e mezzo precedenti.La supplico (supplico tutti, sembro un mendicante), questo però è veramente l’ultimo treno.E’ necessaria una società forte, con gente preparata al proprio interno.Gente che conosca la storia del Toro, le vicende recenti.Gente che non caschi dal pero quando ci sarà il prossimo caso di provocazioni e botte in campo, tipo Perugia 1998 o Brescia 2010, ma che sappia prevenire questi pericoli.E poi vorrei tanto dirle di non badare a spese.Ma non sono soldi miei, lo so. Ed è banale dirlo.Eppure, sono convinto che sarebbe una scelta azzeccata impegnarsi attivamente una volta per tutte anche nell’Area Filadelfia, murando così la serratura che nessun grimaldello potrebbe scardinare.Un anno fa, le scrissi di un viaggio, che ci ha portato in una stazione polverosa, dimenticata e fuori mano.Era il Treno dei Dannati.Abbiamo perso il penultimo e temo ce ne sia ancora soltanto uno, per fuggire da qui.L’ultimo.Sa, Presidente, in fondo meritavamo davvero un lieto fine per quest’annata.

 

Lo meritavamo davvero. Non faccio mai ringraziamenti, ma al termine del campionato sento bisogno di tirare il fiato e parlare un po’ dei miei amici, mentre scorrono i titoli di coda.A cominciare dai colleghi di Toronews.

Lo meritava la mia amica Silvia, con la quale abbiamo spesso ascoltato le “onde” di un destino che avevamo da tempo intuito essere infausto.

Lo meritava il Dottor Puzzetto. Che qualcuno lo convinca una volta per tutte del talento che ha.

Lo meritava Alessandro, per il lavoro svolto e per la professionalità.

Lo meritava Marco, artista poliedrico e uomo schietto, col quale abbiamo lungamente discusso su chi fosse a capo del casino, nei giorni bui di gennaio.

Lo meritava Walter, scrittore appassionato, lui che soffre in un’altra città e mi ha spesso chiesto se ne saremmo mai usciti, vedendo gli altri festeggiare.Non lo so, amico mio, non lo so. Vorrei poterti dare una risposta.

Lo meritava Guido, implacabile nel suo modo di essere granata, autentico faro per tutti noi.

Lo meritava il mio amico Arcitoro, splendido critico, che dovrebbe prendere atto una volta per tutte delle sue potenzialità letterarie.

Lo meritava Leigh, che sembra arrivare da un altro tempo.

Lo meritava il mio caro amico Alberto Lovisolo, col quale ci siamo scoperti fratelli separati alla nascita, nel modo di soffrire.

Lo meritava il mio grande amico Marco Ravera, vincitore del torneo dei Toro club a “Granata DOC”, compagno di tante battaglie, persona in gamba e generosa, sentiremo ancora parlare di lui.

Lo meritava Lucio, sua figlia Beatrice, ed Alessandro BeppeDossena69, compagni di poche gioie, ma di una grande amicizia.

Lo meritava il mio “fratello” Walter dalla Svizzera, che spesso sgattaiolava via a metà dei concerti, per chiedermi del Toro.

Lo meritava il mio amico Alessandro, che ha sempre un sorriso e una risata spontanea.

Lo meritava il grande Giovanni Tarantino da Palermo, tifoso così distante, ma sempre più vicino di tutti.

Lo meritavate tutti voi, lettori di Istantanee, compagni di viaggio di questo nostro mare in tempesta e di un deserto talvolta arido di soddisfazioni.Lo meritavate davvero.

A venerdì, prossimo :-) Mauro Saglietti