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La meglio gioventù

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Capita, quando le cose che fai sono imbevute della tua più incosciente passione, di trovarti ad avere molte persone da ringraziare.
Redazione Toro News

Capita, quando le cose che fai sono imbevute della tua più incosciente passione, di trovarti ad avere molte persone da ringraziare. Perché la passione ha questo di particolare: torna indietro. Quando è sincera e disinteressata si moltiplica, è contagiosa, si trasmette come la corrente, diramandosi senza perdere di intensità. In ogni nuovo rivolo c’è la stessa carica del primo.E così sta capitando a me, che scrivo le mie cose (canzoni, spettacoli) e le porto in giro con i miei compagni di avventura nei teatri, nelle piazze, nel più piccolo dei circoli Arci. Qualche volta con delle difficoltà, ma più spesso con almeno una sorpresa.Come ieri sera. Siamo in scena al Palaghiaccio di Champoluc, in Val d’Ayas. Lo spettacolo si chiama “Ostinati e contrari”, e racconta l’Italia del “miracolo” economico attraverso le canzoni di De Andrè, Tenco e Paoli. Siamo in montagna, non lontanissimi ma neanche sottocasa (uno di noi, poi, è di Piacenza), e il giorno dopo è lunedì mattina per tutti. Il pubblico è freddino, partecipa ma con applausi moderati. Siamo abituati bene, a sentire le risate e le emozioni muoversi nel buio e venirci addosso. Ma teniamo duro e tutto fila liscio come l’olio. Tra noi, siamo contenti. Ed ecco la sorpresa: finito lo spettacolo, mi viene a salutare Emauele, un granata affezionato a Toronews e alla mia piccola rubrica.Oppure come quella volta al "Diavolo Rosso" di Asti, quando ho scoperto che erano arrivati in due da Genova! Oppure a Ivrea, quando mi sono trovato sotto il palco Fabrizio, Alberto e il caro vecchio “Miccel”. Ora, per voi Michele Ferrero è “solamente” un ottimo opinionista calcistico, un ragazzo che nella sua rubrica Passione Toro è capace di analisi tecnica e parole mai banali. Ma per me è “Miccel”, compagno di centrocampo nei tornei universitari di inizio anni Novanta (vedi foto… lui sopra, in alto a destra, io sotto di lui inginocchiato). Ottimo piede, temperamento da vendere, un dieci che toccava di prima e su punizione sapeva castigare. Poi le strade, passati gli anni dell’Università, si sono separate: è solo merito del Toro se questa amicizia non si è dissolta nel tempo ma si è riannodata.Ho scoperto che questa grande comunità virtuale dei tifosi granata ha ben poco di virtuale. Grazie Michele, grazie Emanuele, grazie Alberto e tutti quelli come voi che mi hanno scritto e mi sono venuti a trovare in giro.

Sarà un caso, ma avete tutti circa la mia età... E allora permettetemi un ragionamento a voce alta. Non so molto di voi, neanche quale sia il vostro pensiero politico, e non me ne frega nulla. Abbiamo lo stesso molte cose di cui parlare, gioire, soffrire insieme: e questo non è affatto “disimpegno” (ho 35 anni e da più di dieci sento quasi quotidianamente vecchi uomini di cultura affibbiare a quelli della mia età l’etichetta di “generazionex”, “generazione invisibile”, “generazione shampoo”, MTV generation”, “generazione di mammoni” e così via…), ma semplicemente democrazia. Non avendo coltivato grandi sogni collettivi (come per esempio una Rivoluzione), né onde da cavalcare, né parole d’ordine, non abbiamo nemmeno avuto grandi scuse per i nostri errori. Abbiamo sempre dovuto regolare i conti con noi stessi e se ci regaliamo è senza secondi fini. Non per far passare il tempo, in modo anonimo e pilotato, ma per non farlo passare mai... Perché bere una birra con un fratello granata che hai conosciuto via mail è come vivere per sempre in una rovesciata di Paolino Pulici...

Qualcuno ha qualcosa in contrario?Un abbraccio e buona vacanza a tutti, Marco Peroni