mondo granata

La nostra Idea di Toro

Redazione Toro News
di Walter Panero

Passato: martedì 22 novembre 2011, ore 10,30 circa. Sala d'attesa dell'Asl 3 di Genova. Ehm....mi scusi....signore...E adesso questo che vuole? Ero già contento di aver finito il mio giro e di potermene tornare a casa e lui mi ferma. Sarà il solito scocciatore che mi chiede qualche spicciolo. Finirà come sempre, e cioè che aprirò il portafoglio e gli ficcherò nelle mani un euro perché ormai con meno di un euro non si va da nessuna parte. Va beh. Me lo toglierò di torno velocemente e poi via verso casa. Via verso le mie due donne. Già. Le mie due donne, visto che da venerdì scorso le mie donne sono diventate due e, alla mia compagna di viaggio, si è aggiunta LEI: la mia Paoletta. La mia Paoletta che, tutto sommato stanotte, la prima trascorsa insieme a casa, si è comportata piuttosto bene.

“Approfittane adesso per dormire che poi....”... “Vedrai....vedrai che non chiuderai più occhio d'ora in poi e per un bel po'....”...“Dedicherai tutto il tuo tempo a lei e non ci sarà nient'altro....non avrai più un attimo per pensare al Toro e per scrivere le tue menate...” mi dicevano tutti. E invece, lo dico sottovoce e anche con un po' di vergogna per la fortuna sfacciata che probabilmente ho avuto, io stanotte sono riuscito a dormire abbastanza bene. Certo, la piccola si è svegliata tre volte per divorare le tette di mia moglie ed il loro contenuto (ma che gusto avrà 'sto benedetto latte materno?), ma alla fine si è sempre riaddormentata regolarmente, e noi con lei. Ed io mi sento non dico fresco come una rosa, questo no, ma non certo uno straccio come molti mi avevano preannunciato. E' anche vero che siamo solo all'inizio. E ci mancherebbe! Staremo a vedere. Ma io sto già pensando a come organizzarmi per salire a Torino per vedere il match di sabato prossimo col Livorno. Padre degenere che non sono altro!

“Ehm....mi scusi....signore....”

Alzo gli occhi e accenno un sorriso di circostanza, pronto come sono a mettere le mani sul portafoglio. Alzo gli occhi e vedo una faccia che mi pare tutto, tranne che quella di un mendicante. E' un ragazzo occhialuto che deve avere più o meno i miei anni e la faccia da bravo cristo. Una faccia che, se non ci trovassimo in una città di Genoani, Doriani e qualche gobbo, potrei quasi identificare come quella quella di un frat....ma no!...Non può essere...non adesso....soprattutto non qui!....

“Mi dica....” rispondo sorridendo ora con maggiore convinzione rispetto a prima.

“Ma lei....ma quella....cioè è un po' che la guardo....ma quella è....voglio dire....” dice indicando con un dito il mio collo. Cosa avrà mai il mio collo di tanto strano? - penso mentre inavvertitamente porto la mia mano destra all'altezza del bavero.

“...Voglio dire....ma quella è la sciarpa del Toro?” domanda infine.

“....Sì....sì....ma perché me lo chiede?...Non mi dica che lei è....non mi dire che tu sei.....”

Un fratello! Ma certo! Quando ho visto quella sciarpa ero incredulo! L'ho guardata per un bel po', visto che è così strano vederne qui....siamo così pochi che....è quasi incredibile!....”

“Già.....pazzesco!...Davvero non ci posso credere!...Ma tu sei proprio di Genova, o come me ti sei trasferito qui da Torino?...”

“No...io sono nato qui....ma la mia famiglia è di origine astigiana....mio padre era un grande tifoso...e come tutti a quell'epoca era innamorato di Gigi Meroni....per questo mi ha chiamato Cristiano come la fidanzata del povero Gigi.... è stato mio padre ad attaccarmi questa malattia fin da piccolo...mi portava sempre allo stadio quando il Toro giocava qui a Genova, e andavamo anche a Torino ogni tanto...erano gli anni più belli....quelli dell'ultimo scudetto.....dei Gemelli....del Poeta.....del secondo posto dietro ai gobbi....poi sono venuti gli anni di Junior e Dossena....e la Coppa Uefa del 1992.....ricordo come adesso quella finale...ricordo come adesso l'emozione che avevo addosso ogni volta che con mio papà salivamo a Torino per vedere la partita....o per andare a Superga...o al Fila....l'ultima volta con lui fu il 3 dicembre del 2006...il giorno del Centenario...purtroppo poco dopo, nel 2007, lui se n'è andato improvvisamente ed ha raggiunto gli Angeli di Superga ai quali avrà sicuramente consegnato la sciarpa del Centenario che avevamo comprato insieme. Mi resta un unico cruccio: il fatto che non abbia potuto conoscere i miei figli,  Leonardo che adesso ha tre anni ed il piccolo Riccardo che è nato pochi giorni fa....”

Il piccolo Riccardo? Pochi giorni fa? Non mi dire che anche tu sei qui per la scelta del pediatra e che.....”

“Sì!...E' nato sabato!...Poco prima della partita col Crotone e.....”

“Pazzesco!!! Questa poi. Pensa che la mia Paoletta è nata venerdì sera.....”

“Ma daiiiii....”

“Sì....sì....mamma mia!...Allora è proprio vero che siamo ovunque! Stiamo ripopolando anche questa città! Non moriremo mai.....”

“Mai e poi mai! Qua la mano fratello!”

Continuiamo a parlare. Del Toro del passato. Delle sofferenze degli ultimi anni. Del fatto che questo sembra davvero l'anno giusto. Di Ventura che pare pure lui l'uomo giusto al posto giusto. Di Bianchi. Degli altri ragazzi. Di quel maiale infame di Borghese. Di Toro, insomma. Magari intorno a noi passano dei Genoani e dei Doriani e guardano questi due pazzi che si accalorano a parlare. A parlare. A parlare. Di Toro. Che bellezza.

Guardo l'orologio. Si sta facendo tardi.

“....Oh....mi spiace....però devo andare....sai com'è....le mie donne mi aspettano a casa e....”

“Ma ci mancherebbe! Vai pure, fratello! Però lasciami il numero di telefono che ci sentiamo e magari organizziamo per andare a vedere qualche partita....io per anni sono stato abbonato ma ora ho mollato un pochino....sai com'è....i figli piccoli....i risultati deprimenti della squadra....il fatto di farmi il viaggio da solo....”

“Ma volentieri!....Tanto io cerco di andarci sempre....certo ora con Paola sarà più dura....però....spero di riuscire ad andare anche sabato col Livorno....”

Ci stringiamo calorosamente la mano. Penso che se qualcuno ci dovesse osservare in questo momento, crederebbe di aver assistito ad un incontro tra due vecchi amici che non si vedevano da un sacco di tempo. Nessuno potrebbe pensare che fino a pochi minuti prima, Cristiano ed io eravamo due perfetti sconosciuti. Sconosciuti per modo di dire, visto che noi del Toro sconosciuti non lo siamo mai, anche se non ci siamo mai incontrati prima. E' proprio vero che siamo fratelli. E' proprio vero che basta dire “io sono del Toro” che ti si apre un mondo. Un mondo di ricordi. Un mondo di pensieri. Un mondo di speranze. Un mondo fatto di amicizia.Un mondo fatto di Toro. E basta. Da sempre. Per sempre.

 

Presente: sabato 3 dicembre 2011.

 

“Oooooohhh...oooooohhhh....ooohhh...sembra impossibileeeee...che segua ancora teeeeee....”

“Non importa dove il Toro giocherà...i granata son qua, son qua...”

“Forza granata su e giù per lo stivale, forza granata deve rimbombare...”

Canto così per cercare di fare addormentare la mia piccola Paola prima che il match di Padova inizi. Probabilmente, poco lontano da qui, anche Cristiano starà facendo la stessa cosa col suo Riccardo. Come tanti altri genitori granata con i loro figlioletti. Noi del Toro siamo così.Buon compleanno a tutti noi!

 

Futuro: martedì 3 dicembre 2030. Ore 20 circa.

 

“Ooooohhh...oooooohhhh.....ooohhh....sembra impossibileeeeee.....che segua ancora teeeeeee....”

“Non importa dove il Toro giocherà....i granataaaa son qua, son qua....”

“Forza granata su e giù per lo stivale, forza granata deve rimbombare....”

Lo stadio è tutto esaurito come sovente accade negli ultimi tempi. D'altra parte, quella di stasera è una partita decisiva. Se il Toro batte il Bayern Monaco, accede alla finale della Champions League, che da qualche anno si disputa a dicembre e non più a maggio come accadeva in passato. Un traguardo storico, mica balle. Come storico e leggendario è stato lo scudetto conquistato nel maggio scorso dopo cinquantaquattro anni d'attesa.  Un traguardo storico che sarebbe bellissimo raggiungere proprio oggi, nel giorno del centoventiquattresimo compleanno del Toro. Chi l'avrebbe detto solo qualche anno fa. Chi l'avrebbe detto ai tempi in cui si faceva “l'ascensore” tra la serie B e la serie A. Quando lo scudetto sembrava una cosa impossibile. Quando la Champions era roba degli altri. Quando il Fila era un miraggio, non come adesso che ospita, oltre che il campo di allenamento, anche la sede societaria ed il Museo della Memoria.La Maratona è come sempre tutta colorata di granata. E come sempre i ragazzi non la smettono un attimo di urlare e di sventolare le loro sciarpe e le loro bandiere. Gli stessi ragazzi che avevano festeggiato per giorni lo scudetto di maggio. Ecco Giulia. Ecco Ernesto. Ecco Anita. Ecco Rebecca. Ecco Niccolò. Ecco Chiara.Ecco anche Leonardo e Riccardo, i due fratelli di Genova.E Paola che è venuta in macchina con loro, mentre i loro padri, che si sono conosciuti tanti anni fa in maniera sorprendente, hanno preferito andare in altri settori dello stadio dove è più tranquillo e si sta seduti. Ormai hanno una certa età e non hanno più voglia di stare in piedi. Così come gli altri genitori: Guido, Luca, Alessandro, Mauro, Silvia, l'altra Paola. 

Un boato copre lo stadio.Le squadre stanno entrando in campo per il riscaldamento.Tra poco lo speaker leggerà le formazioni.

“To-ro! To-ro! To-ro!” gridano Ernesto, Niccolò e Chiara.

“To-ro! To-ro! To-ro!” gridano Giulia, Anita e Rebecca.

“To-ro! To-ro! To-ro!” gridano Leonardo, Riccardo e Paola.

“To-ro! To-ro! To-ro!” gridano i loro genitori e tutto il resto dello stadio.

Ed eccolo là il Toro. Eccolo là il Capitano che saluta la curva. Eccoli là gli altri ragazzi che si allenano. Pronti a giocarsi la storia. Pronti a farci entrare una volta di più nella storia. Oggi come nel maggio del 1976; come nell'aprile del 1992; come pochi mesi fa; ma anche come nello spareggio col Mantova o in tante altre partite importanti in serie A come in serie B.

Come sempre. Perché il Toro può essere più o meno forte. Può farci ridere o piangere. Godere o disperare.Ma finché ci saremo noi, finché ci saranno i nostri figli, finché saremo in grado di trasmettere loro l'idea di Toro, LA NOSTRA IDEA DI TORO, il Toro non morirà mai.E con esso resteranno vivi per sempre i nostri sogni e le nostre speranze. Forza Toro sempre comunque ed ovunque!