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La paura fa 90°

La paura fa 90° - immagine 1
di Mauro Saglietti
Redazione Toro News

Finalmente una vittoria esterna… era da tempo… questa ci voleva proprio.E’ il ‘90 minuto e il Toro a Pescara sta vincendo 2-0, gol di Scifo e Aguilera, campionato 1992-1993.Sono a casa e sto tirando un respiro di sollievo. Al ’90 non può capitare certo più nulla… Mi sento quasi rilassato, per non dire felice. Il Toro che vince, in trasferta regala sempre una grande soddisfazione.Non posso certo immaginare che, tempo un paio di minuti, sarò vittima di una terribile crisi di nervi.

 

Borgonovo non segnava più da tempo. Peggio di Bjelanovic, non segnava neanche col mitragliatore, neanche se avessero sparato con un cannone lui e la palla insieme verso la porta dalla distanza di un metro.Eppure realizzò due gol (due!!!) a tempo ormai scaduto, in quel lontano Pescara-Torino.Due gol. Due stramaledetti gol in meno di due minuti.“Il Toro ha smesso di giocare, lasciando campo al Pescara e facendogli prendere coraggio”, diranno i primi commenti. Il Toro ha avuto “paura di vincere”.Paura di vincere… Ma che diamine…

 

Se c’è una cosa che il Toro insegna, è quella di non vendere mai la pelle dell’orso prima di averlo ucciso o catturato (povero orso).Ovvero, si esulta per una vittoria, ma solo quando l’arbitro ha fischiato o, la sicurezza non è mai troppa, quando gli avversari sono usciti dal campo.Mai fare i banfoni o i gradassi. Ne abbiamo viste troppe al ’90.Il Toro ti punisce. Sempre. In maniera quasi inesorabile.

 

Quante volte abbiamo incontrato sulla nostra strada il novantesimo minuto, o se preferite la “zona Cesarini”.Qualche volta l’incontro è stato piacevole, come una bella donna che si rivela all’improvviso e che non dimenticherai mai.Molte volte, ahimè, la bella donna si è tramutata in femme fatale che ti lascia quando ormai sei sicuro di avere il cammino della tua vita ormai segnato con lei.

 

Gol al 90°.Attimi di gioia incontenibile proprio perché inaspettata.Sfogliare gli annali granata è un po’ come scendere in cantina e ritrovare plichi di foto della propria esistenza. E rimanere lì a farle scorrere polverose tra le mani sotto la debole luce della lampadina.Questo ad esempio è il plico riguardante i nostri gol all’ultimo minuto…Scorriamolo velocemente.

 

I tifosi non più giovanissimi ricordano con grande piacere la rete che Topolino Toschi segnò al Napoli nella primavera del 1972. Un 1-0 allo scadere che consentì al Toro di catapultarsi nelle primissime posizioni della graduatoria.Un campionato purtroppo già segnato dal nefasto episodio di Marassi, che sarebbe stato completato da quello di due settimane più tardi a San Siro.Per trovare un ricordo più significativo, bisogna fare un salto in avanti di qualche anno, quando il minuto ’90 si lega alla parola “scudetto”.Uno scudetto che passa per una deviazione del laziale Re Cecconi su tiro di Santin, in una partita che sembrava ormai persa.C’è un’altra bella foto, scattata pochi mesi più tardi, sulla quale vale la pena soffermarsi. Il Comunale è strapieno, il Toro sta vincendo la gara di apertura della Coppa dei Campioni 1-0 contro il Malmoe. Il loro portiere ha parato di tutto, si meriterebbe ben altro margine di vittoria.Ma a due minuti dalla fine arriva la beffa, il gol di Jonsson.Palla al centro, attacchi disperati… ultimo giro di lancette. Graziani, gol.Chi c’era chiuda gli occhi. Sentirà ancora quel boato nelle orecchie.

 

Poi ancora buio per molto tempo, fino ad un diagonale di Graziani contro il Bologna dei giovanissimi, per il 2-1 finale nella gara conclusiva del campionato 1979-1980, quello delle scommesse per intenderci. Quest’altra foto invece mostra un rigore di D’amico in una drammatica semifinale di Coppa Italia, sempre contro il Bologna, nel 1981. Avevamo impattato 2-2 in Emilia, ma al ritorno c’eravamo andati a cacciare nei guai. Sotto 1-2 a tempo praticamente scaduto, il rigore dell’ex- laziale ci permise di andare ai supplementari.E di vincerli qualificandoci così per la finale con la Roma (persa, ovvio).Questa immagine invece è stata scattata in un buio giorno di pioggia… ah, ora ricordo… Il gol di Dossena che nel gennaio 1982 valse il 2-1 finale contro il Milan in un impensabile, fino a qualche anno prima, scontro salvezza. Poi c’è… eccolo qui… il rigore di Pulici contro la Fiorentina, sempre nello stesso anno. Bella storia quella…! Fu il 2-2 che pareggiò i conti e costò presumibilmente lo scudetto ai Viola.Poi non c’è più nulla per un po’ di anni… la foto seguente è datata Marzo 1986…Una punizione di Pusceddu quasi a tempo scaduto che ci fece vincere una bruttissima gara contro l’Avellino, mentre questo invece…è il gol del 2-2 di Schachner a Bergamo, sempre nella stessa annata e questo… Mamma mia, il Comunale strapieno… le maglie verdi del Panathinaikos… è l’autogol del greco Mavridis… il 2-1 a tempo praticamente scaduto, gara di andata della Coppa Uefa, sempre 1985-1986. Che tifo memorabile quella notte! Fracchia… le torce… il bandierone…Andiamo avanti… in questa foto è di nuovo passato un po’ di tempo… fine del 1988. Un gol di Skoro in Coppa Italia, gara interna contro l’Udinese, dopo colossale cappella di Lorieri che aveva permesso il pareggio ai friulani. Annata storta quella, si era già intuito da quelle prime partite.Poi c’è ancora un altro gol di Skoro, l’anno seguente in Serie B, ai danni del Brescia (molto probabilmente segnato con una mano), per il 2-1 finale. Ricordo che Zaninelli, il portiere dei lombardi si incavolò non poco.In questa immagine invece c’è Venturin che corre sotto la Curva.Che emozione in quel momento.E’ l’ultimo gol sotto la vecchia Curva Maratona, in occasione di Torino-Messina 3-0, 27 maggio 1990… proprio al ’90.

 

Andiamo avanti, trasferiamoci al Delle Alpi.Con questo gol di Dino Baggio nel 1991, recuperammo una partita da brivido contro il fanalino di coda Cesena. Eravamo stati in svantaggio per un gol di Piraccini quasi tutta la partita. Poi Lentini, a sei minuti dalla fine, quindi Baggio allo scadere, avevano fatto esplodere la Maratona.E questa immagine? Lo ricordate?Il rigore di Martin Vasquez che ci “salvò” nella finale di Mitropa Cup contro il Pisa, ed il gol di Carillo (!) che all’ultimo minuto dei supplementari permise al Toro di conquistare quel bizzarro trofeo?Nuovo salto in avanti, foto del 1993, il Toro vince a Roma per 5-4 (!) grazie al rigore finale di Scifo, poco prima dello scadere, dopo emozioni a lungo altalenanti.Scifo, ancora lui. Questa è la punizione battuta a Roma, in Coppa Italia contro la Lazio, che passò sotto le gambe di Valerio Fiori. Fu il 2-2 finale. Povero Fiori… ricordo le sue mani sul volto. Perse il posto per quel gol. E vi ricordate ancora la punizione di Aguilera deviata dalla schiena dello scozzese Booth, che completò il 3-2 casalingo contro l’Aberdeen, nella Coppa delle Coppe 1993-1994?Che ricordi, ragazzi… Passiamo oltre… Cos’è questo? Rizzitelli allo scadere… 1-1 contro il Napoli, campionato 1994-1995? Decisamente non me lo ricordo… Gli anni bui sono alle porte, i ricordi si avvicinano eppure sembrano scivolare lontano nel tempo.Scorriamo questi pochi attimi velocemente.Un gol di Martelli (poi scomparso), all’ultimo minuto di un Torino-Genoa 3-3 nel 1996-1997, la rete di Lombardini (Oddio, chi era costui?) per il 2-1 a Cosenza nella stessa annata, un gol di Fattori a Lucca nel 1998, con espulsione di quest’ultimo per essere andato, già ammonito, ad esultare sotto il settore ospiti.E poi, eccoli qua, ci sono gli anni di Ferrante, che segna in tutti i modi, anche allo scadere.Venezia, 1999, come dimenticarlo? Al ’92 siamo sotto 2-0.Fa gol Grandoni, ma la partita ormai è finita, c’è il tempo di un ultimo disperato assalto. Marco si inventa una rovesciata, alla sua maniera.Una delle nostre rimonte più belle, poi vanificata da una delle tante retrocessioni.Questa foto invece… quanto devo avere urlato per questo gol!  Sempre Ferrante che al ’93 di un Toro-Napoli 1998-1999 fissa il risultato sul 3-2 che ci lancia un’altra volta verso la A.I ricordi si fanno di cartapesta.L’anno dopo, 1999-2000, c’è la foto di Ciccio Artistico che sigla il 2-1 sul Venezia ad un minuto dalla fine, un ricordo che sta svanendo. Poi, nel 2001, il gol del 2-1 di Maspero a Ravenna, con galoppata sotto la Curva perché il gol significava la promozione quasi certa.Un’altra promozione.Che ascensore, che andirivieni. C’è da farsi venire il singhiozzo.E quanto è difficile ricordare e mettere in ordine la nostra storia recente!

 

Mi sto attardando qui in cantina, ma ne vale la pena.Non posso dimenticare questo gol.La vittoria a Parma nel febbraio 2002. Non siamo in tantissimi in Emilia quel giorno, piove a tratti.Il Toro si difende bene e in avvio di ripresa Lucarelli si divora l’occasione per il vantaggio. Si va avanti a reti bianche fino alla fine.Ultimo minuto: siamo in attacco. Punizione di Maspero dalla destra.E’ un attimo. Penso: - Volesse mai il cielo che per una volta…Non faccio a tempo a completare il pensiero.Maspero calcia, Ferrante spizzica di testa, Frey respinge.La palla resta lì.Un momento lunghissimo, nel quale Comotto, a un centimetro dal pallone, sembra muoversi al rallentatore, mentre Frey si sta rialzando da terra.Vincere in trasferta è una favola se sei lì.Vincere in trasferta all’ultimo minuto è fantastico.Curioso come di certi momenti ci si ricordi soprattutto la gente che ruzzola sugli spalti.

 

Ultimi scatti, ultimi lampi.Il gol di Galante a Venezia nel 2002, dopo che Ferrante ha sbagliato due rigori, una bordata al volo a tempo scaduto di Castellini (il terzino, non il portiere) contro il Bologna nel 2002, unica gioia in un’annata di vergogne, un 2-1 acciuffato al ’93 con un colpo di testa di Humberto nel 2004-2005 (meno di quattro anni fa ma sembra preistoria) contro il Catania. Nello stesso campionato un rigore di Pinga a tempo scaduto per il 2-1 casalingo contro l’Ascoli, marchigiani che avremmo ritrovato nei play-off.Annata ricca di episodi allo scadere!E’ sempre Pinga ad acciuffare il pareggio al ’94 a Perugia, umbri che, anche loro, sarebbero stati protagonisti dei play-off. In negativo naturalmente. Poi ancora la punizione di Muzzi fuori casa contro il Catanzaro e il rigore di Rosina contro il Catania nel 2005-2006, la prima annata di Cairo e De Biasi.E infine il ritorno al Comunale. Gol di Stellone contro il Parma, l’1-1 della prima giornata di campionato 2006-2007, l’eurogol di Comotto nella partita del centenario contro l’Empoli e la rete di Corini segnata quest’anno alla Sampdoria.Tutto? No, c’è ancora qualcosa.

 

Ho lasciato quattro foto sul fondo del plico.Le guardo sorridendo.Ne ho già parlato, ma sono i ricordi più belli, legati ai derby.C’è il gol di Zaccarelli nel 1975, quello del 3-2 finale… c’è quello dello stesso Zac, undici anni più tardi… la zampata di destro che raccoglie la respinta di Tacconi su punizione di Junior.C’è il tuffo di testa di Cravero nel derby di ritorno 1986-1987.E poi c’è il più bello.Il gol di Serena su corner di Junior.Dovessi sceglierne uno, opterei per questo.Ripongo le foto e sospiro… il solito discorso della magia e della rabbia per i ricordi che si allontanano.

 

Questi i ricordi positivi, i momenti magici.Non sono molti e parecchi sono dispersi o si intravedono nella nebbia.Le occasioni nelle quali invece siamo stati puniti allo scadere, sembrano più numerose rispetto a quelle nelle quali abbiamo trovato la forza e la volontà di non subire gli eventi. Inoltre questi momenti negativi sono concentrati in un periodo ben preciso della nostra storia.Quasi che il Toro o tutti noi fossimo spaventati dalla insostenibile bellezza del nostro sogno e preferissimo i luoghi nascosti ai quali via via siamo andati abituandoci.Anche qui c’è un plico di foto… passiamole in rassegna velocemente…

 

Negli anni ’70 il Toro raramente beccava il gol allo scadere.Era un Toro più forte, ovviamente, figlio di un’altra mentalità.I casi sono assai rari.Gli annuari parlano di un Milan-Torino, stagione 1972-1973, con gol a pochi minuti dal termine di Rivera, ma per trovare il primo vero e proprio dispiacere, bisogna andare fino alla prima giornata del campionato 1977-1978, quando è il primavera giallorosso Ugolotti, a due minuti alla fine, a fissare il risultato sul 2-1 per la Roma. Nello stesso campionato, il perugino Goretti gela Maratona e Comunale siglando il gol del pareggio ed estromettendo in pratica il Toro dalla lotta scudetto.Questa foto invece vede ritratto un personaggio che conosciamo bene. Un certo Novellino, che nel novembre 1979 regala la vittoria al Milan al Comunale, quando ormai tutti si è convinti dello 0-0.Ci sarebbe poi questa foto, risalente alla Coppa Uefa di quell’anno… mi verrebbe voglia di accartocciarla, forse la beffa più grande di sempre…

 

Ottobre 1979, al Comunale si gioca Torino-Stoccarda, trentaduesimi di finale.All’andata si è giocato bene e perso 1-0 su autorete. Tipico.Al ritorno i tempi regolamentari si chiudono 1-0, gol di Graziani. Nei drammatici supplementari ancora Graziani ci regala il 2-0.Greco divora il 3-0 e così si arriva al disperato forcing finale dei tedeschi.Un tiro della disperazione ai 4 km/h, forse deviato, forse un’autorete, forse una mano.Al ‘121. Gli anziani che piangono, la rabbia, la voce di Ciotti per radio…Piccole immagini che compongono un collage maledetto, da allora dimenticato.

 

Le foto che abbiamo visto finora parlano di episodi sporadici, saltuari e sfortunati.Questa ad esempio ritrae l’avellinese Ferrari mentre firma il gol del pareggio al Comunale, alla fine del 1981, l’annata di Giacomini in panchina, quest’altra invece mostra il malaugurato autogol di Dossena nella gara interna col Genoa, stagione 1982-1983, un amaro pareggio dopo una partita dominata.Un salto di due anni per un episodio amaro.Il Toro di Junior e Dossena sta vincendo per 2-1 a Marassi contro la Sampdoria. Hanno segnato Galbiati, Souness e lo stesso Junior. Ma al’90, dopo azione convulsa, Trevor Francis, acciuffa un pareggio insperato e forse immeritato. Una grandissima rabbia, ma anche un gran Toro.Ancora un salto di due anni a testimoniare che il Toro degli anni ’80 non era poi così male.Paolo Rossi segna uno degli ultimi gol su azione della sua carriera proprio al Toro (e te pareva), con la maglia del Verona, facendoci perdere una partita che eravamo riusciti a pareggiare con Pileggi. Se poi vogliamo, possiamo considerare anche la rete di Giordano del Napoli, poche settimane più tardi (uno 0-1 interno) ai margini della zona Cesarini.L’anno seguente, il 1987-1988 (quello di Poster), andiamo a perdere a Firenze allo scadere, grazie ad un bel tuffo in area di Nicola Berti, al quale l’arbitro Cornieti abbocca senza esitazioni.Rigore di Diaz e grandissima rabbia, anche perché l’evento del rigore a sfavore allo scadere per i Viola si era già verificato l’anno precedente, ma in quella occasione il penalty aveva colpito il palo, prima di uscire.Per la cronaca capiterà anche l’anno successivo, questa volta a sette minuti dalla fine.La stagione di 1987-1988 è però tristemente legata ai due derby di campionato.Brutte foto, maledizione… a pochi minuti dalla fine del derby di andata stiamo vincendo 2-1 ma Ezio Rossi anticipa Rush e mette in fondo al sacco l’autogol del pareggio. In quello di ritorno lo stesso Rush, poco prima di essere rispedito in Gran Bretagna, indovina un sinistro di rapina che infila Lorieri quasi a tempo scaduto.Ricordo distintamente lo sconforto di quel momento.- Non verrò mai più allo stadio – dissi.Giuro che lo dissi davvero.Già.

 

Come dimenticare poi lo stesso Lorieri che, nella disgraziata annata 1988-1989, spinge via mezza difesa su corner e permette così a Van Basten di appoggiare indisturbato in rete il pallone del 2-2 in occasione di Toro-Milan? Un punto che ci costò molto caro.

 Sarà un caso, ma sotto la gestione Mondonico, il fenomeno delle reti beccate allo scadere si acuisce, diventa cronico.Il campionario in questo periodo è vario e ha un non so che di fatale, quasi inevitabile.Non si parla più soltanto di “ultimo minuto”, ma di molte rimonte subite.C’è da perdersi.La squadra è spesso schierata alla perfezione, scende in campo con spirito giusto, spesso sblocca il risultato, sembra addirittura poter dominare le partite.Ma…“Ma”, maledizione delle maledizioni.Se si vince, fuori le punte, dentro i difensori.Paura, paura e paura.E così, vai con l’assedio immancabile degli ultimi minuti e spesso con l’inevitabile beffa.Siamo sempre lì a tre metri dal cielo, ci arriviamo vicino, lo intravediamo ma, spaventati, non toccarlo mai.

 

Si comincia subito nel 1990-1991, Joao Paulo del Bari segna su rigore il gol della vittoria negli ultimi istanti di gioco, grazie ad un disgraziato intervento di Carillo con la mano.Torino-Milan 1-1. Partita diventata famosa. Dopo un primo tempo grandioso, il Toro (complice l’arbitro Lanese che fischia a senso unico) si asserraglia nella sua metà campo, gettando via ogni pallone. Puntuale arriva il tiro della domenica di Maldini.Palo-gol.Replichiamo la domenica seguente a Napoli. Incocciati ci castiga all’88.In Coppa Italia a Milano contro l’Inter buschiamo due gol negli ultimi dieci minuti, di cui uno naturalmente allo scadere.Nella stagione 1991-1992 a Genova gettiamo via una grande prestazione, facendoci infilare da Aguilera quasi al ’90. A Roma perdiamo 1-0 nell’ultimo giro di lancette dell’orologio, ma in questo campionato sono più le volte nelle quali veniamo rimontati rispetto alle beffe dell’ultimo minuto.Come detto nel 1992-1993, Borgonovo ci ingriglia per due volte a tempo scaduto, scatenando le mie ire (e credo non solo quelle). Per non sbagliarci poi, Vierchowood la domenica dopo pareggia per la Samp in zona Cesarini.E poi perdiamo il derby. Male.Una delle beffe più atroci.E’ il derby dell’autorete di Venturin.Sì sì, rimpalli, casualità.Ma se la palla fosse stata distante dalla nostra area, ben difficilmente sarebbe entrata.A Parma facciamo gol al penultimo minuto e andiamo sul 2-1. Troppo bello.Mussi, l’autore del gol, casca nella provocazione di Benarrivo e si fa espellere.Palla al centro, cross e gol di Melli. 2-2.Infine, alla penultima giornata, Batistuta, pareggia per la Fiorentina allo scadere (gol sul quale si discusse molto), rete che non servirà ad evitare la B ai Viola, la domenica successiva.Per la cronaca in Maratona nessuno esultò.Quella volta.

 

Nel 1993-1994 infine, quando già i tracolli societari erano all’orizzonte, si domina contro la Cremonese, si fa gol con Silenzi e poi si arretra, ad aspettare l’inevitabile pareggio che arriva all’ultimo secondo con TentoniTirando le somme di questo periodo, si può dire che, dai e dai, alla fine la palla entrava.Altre volte la scampavamo per un soffio, tra mille ansie e uscivamo dallo stadio distrutti dopo l’ennesimo assedio.La chiamavano e la chiamano “paura di vincere”.Mai capita ‘sta paura.Ma perché? Quale fondamento logico c’è?Perché così avremmo vinto troppo? Perché altrimenti avremmo rischiato di fare il 2-0?Perché poi avremmo avuto gli incubi?Perché poi ci avrebbero picchiato?Perché avremmo alzato troppo la cresta?Perché saremmo usciti dallo stadio felici e noi dobbiamo essere sempre tristi?E’ più rassicurante un pareggio?Ci permette di essere nascosti e di tenere il profilo basso?Una delle tante zavorre che in tanti anni ci hanno tenuti schiacciati verso il basso è stata questa mentalità spesso perdente, questo non credere nei propri mezzi, questo accontentarsi, anche quando avremmo potuto permetterci di aspirare a ben altro.Continuo a credere che in quegli anni si sarebbe potuto vincere molto di più di quanto si è vinto.Traversa di Sordo o non traversa di Sordo.Una delle poche volte nelle quali eravamo noi in area avversaria alla fine di una partita.

 

Nel 1994-1995, stagione dei due derby vinti (ultimi. ehm…), un’uscita avventata di Pastine permette all’Inter di batterci al ’90 su rigore, dopo che Silenzi aveva pareggiato il gol di Jonk (lo stesso che ci aveva fatto gol da 40 metri con l’Ajax). Inutile dire che Jonk in quel campionato fece gol solo a noi.Poi c’è un’altra foto amara… Il Toro traballante di Scoglio nel 1996 sta vincendo a Roma con la Lazio. E’ un risultato importantissimo, permetterebbe un passo in avanti fondamentale. Però Maltagliati, su lancio lungo, pensa bene di arpionare la palla con una mano.Rigore…. Sconforto… No! L’arbitro ci ripensa! Punizione. - Siamo salvi!- pensiamo.Non facciamo tempo a finire il pensiero che Iannuzzi ha già calciato la punizione.Gol ovviamente.Nello stesso campionato perdiamo a Vicenza a due minuti dalla fine e la retrocessione diventa inevitabile.

 

Le nostre foto si fanno più saltuarie.Delle Alpi con larghi e tristi spazi vuoti, giocatori semisconosciuti.E’ l’annata di Sandreani, 1996-1997, una delle più anonime.Si perde in casa col Padova al ’90, segna Sotgia.Nell’annata di Reja, culminata come ahimé sappiamo nello pareggio di Reggio Emilia, ci si fa rimontare in due occasioni nelle quali si era stati in vantaggio di due reti a zero.La prima volta a Genova (ma quando Kallon pareggia mancano ancora 5 minuti), e la seconda volta a Cagliari, quando a un minuto dalla fine pareggia… Muzzi. Proprio lui.L’anno successivo, 1998-1999, torna Mondonico. Si perde a Ravenna allo scadere, di nuovo Sotgia, (cambiano le casacche ma non le cattive abitudini), col Genoa a tempo scaduto e a Pescara all’ultimo minuto.Siamo nel pieno della triste altalena A-B-B-A (gli svedesi non c’entrano).Nel 1999-2000 giochiamo in serie A, ma sarà una breve apparizione.A Firenze un gol di Sommese ci fa sognare, ma Balbo ci beffa proprio alla fine, così come perdiamo contro Reggina e Lecce, sempre all’ultimo minuto.

 

E così via, foto viste di sfuggita, magari distrattamente solo per una volta.Nel 2000-2001, stagione che vede l’avvicendarsi di Camolese a Simoni, si perde nuovamente a Genova allo scadere e a Venezia addirittura al ’94, dopo però una serie di otto vittorie consecutive.

 

Proprio il Venezia è una delle squadre che ci ha sovente colpito in zona Cesarini. Capita di nuovo nel 2001-2002, in serie A, quando Maniero ci infila in casa al ’93, in una fredda giornata.Proprio in quell’anno ricordo un gol segnato da un coniglio…Strano, vero? Un animale con le orecchie lunghe che fa gol è evento molto particolare… No, non era uno di quelli del mago Silvan. Mi chiedo solo se stia ancora scappando…Vorrei stracciare tutte le foto del 2002-2003, l’annata più vergognosa della nostra storia in A. Questo è il gol di Ze Maria che ci condanna alla confitta a Perugia, quest’altro è quello di Doni che pareggia al ’92, dopo che eravamo passati in vantaggio al ’90…Annata da incubo.

 

Scorriamo veloci quello che rimane.Un gol di Vieri (fratello di Bobo), per una sconfitta interna col Napoli nel 2003-2004, il pareggio del veronese Minelli poche giornate più tardi, il gol del veneziano (ancora!) Landaida al Delle Alpi nel 2004-2005, il Bari che ci rimonta due gol nei minuti finali nella prima annata di Cairo, il gol di Asamoah del Modena, che ci fredda in contropiede qualche giornata dopo…Poi il gol di Cozza della Reggina quest’anno… la rete di Vannucchi dell’Empoli e…Ce ne sarebbe ancora una.Ma è una foto che ho stracciato, non vale la pena ricordarla.Spero che Dio possa un giorno perdonarmi per quello che ho detto quella sera.Se ci riuscirà.

 

Bene, rimettiamo via i nostri plichi, sperando che d’ora in poi le foto aumentino soltanto in uno di essi.Risaliamo le scale e spegniamo la luce sospirando.Il Toro tante volte è stato maestro di vita.Non dare mai nulla per scontato, mai fare i gradassi.E, se puoi, lotta sempre fino al ’90, e anche oltre.Non capiterà quasi mai nulla, ma ogni tanto c’è una testa che salta fuori da un corner, quando non te lo aspetti più. Può essere Serena contro la gobba, Graziani contro il Malmoe, Ferrante contro il Napoli.Oppure possiamo essere noi stessi.E qualcosa di bello allora capita veramente. Mauro Saglietti

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