mondo granata

La seconda volta

La seconda volta - immagine 1
di Silvia Lachello
Redazione Toro News

Domenica 21 dicembre 2008. Caro Diario,oggi è il Solstizio d'Inverno, il giorno con il minor numero di ore di luce di tutto l'anno. E dentro alle circa otto, quasi nove, ore di luce concesseci oggi, con il pensiero rivolto alle tante ore di buio, una luce si è accesa al Comunale.E' tutto più lieve oggi, è quasi Natale, la festa dei bimbi. Noi bimbi granata, da uno a centodue anni siam tutti più rilassati.Allora oggi voglio raccontarti della prima volta in cui ho portato i miei bimbi al Fila. Ma soprattutto della seconda volta.Spesso ci focalizziamo sulle prime volte ma le seconde, le seconde... possono avere un sapore anche più speciale. Si sa a che cosa si va incontro e si può goderne con più consapevolezza.

La prima volta, ti dicevo... due anni fa: era quell'ora del giorno che io chiamo Quasibuio, si scrive tutto attaccato ed è quel momento in cui non è più giorno ma non è ancora sera.No, non è il crepuscolo. E' il Quasibuio.Il Quasibuio è una sensazione, un click che scatta dentro e ti urla a piena voce di VIVERE.Bene, era una sera d'estate o di Quasiestate... oh, sì: era una sera di fine maggio, una di quelle sere in cui fa abbastanza caldo per stare in maniche corte ma talvolta si alza quel venticello bello che ti fa stare bene dentro ad una felpa.

Ci stavamo un po' annoiando: Claudio era all'estero, Davide era rognoso come tutti i bimbi che stanno per finire la scuola e Giulia, eeeeh... anche la piccola Giulia stava iniziando a dare segni di cedimento: i lunghi mesi di nido l'avevano affaticata... che cosa potevo inventare?“Bambini, mamma dice che è arrivato il Quasibuio: andiamo allo stadio degli Invincibili?”Davide aveva risposto gioioso: “Andiamo!”, Giulia si era accodata con altrettanto entusiasmo più per simpatia che altro... però con lo stesso entusiasmo con cui segnala la presenza di bandiere granata... cresceva già granata, la piccolina.

Davide subisce il fascino delle storie/leggende che sono intorno al Toro, Giulia è granatamente reattiva senza un perché. Due diversi modi di essere granata, un unico obiettivo.Prendiamo l'auto, in cinque minuti siamo lì.Le mura del Fila.Le conosco meglio di quanto conosca me stessa.Sono ferite aperte e bruciano bruciano bruciano.Ma tant 'è: forza, bambini, scendiamo dall'auto.Quasi non guardo i gradini stuprati dal noto quacquaracquà: i miei occhi si dirigono a centrocampo."Hey, degli uccelli! " urla Davide. E si levano in volo. Uccelli, angeli, ombre... chissà...

Ed intanto racconto.Le partitelle, l'ultimo saluto a  Capitan Ferrini, la distruzione.“Dov'eri tu, mamma, quando sono venute le ruspe?”“Lontano, piccolo mio, lontano... sono stata vigliacca ed ho preferito fuggire...”Ma non mi sta più ascoltando: corre per il campo e poi urla “La prossima volta possiamo venire con un pallone?”.Non riesco neppure a rispondergli: ho la faccia bloccata in un sorriso quasi doloroso e gli occhi... oh, sì, sono un po' annebbiati.Giulia alza le mani e grida forte: “Tovooooo!”. Non sa ancora pronunciare la erre, piccina... chissà se anche lei avrà quella belle erre francese che ingioiella i discorsi di Davide...

Sono sopraffatta dalla gioia.Guardo Davide che corre felice, in braccio Giulia mi avvolge di sorrisi e di “Tovooooo!”: non mi rimane che alzare gli occhi al cielo e ringraziare Dio, il Fato, Qualcosa, non so che cosa, Qualcosa. Anche il Toro. Ma c'è Qualcosa di più lì. Dentro e dappertutto. Ovunque sia è dovunque. Energia. Saldamente intrecciata nelle mie fibre, quelle più interiori, quelle che rendono me quella che sono.

Poi facciamo un salto allo Sweet: ho bisogno di un caffé.Giulia non appena varcata la soglia alza le braccia e pronuncia quella parolina che mi/le/ci piace tanto: "Tovoooo! " , Davide corre ed urla: "Mamma, c'è la foto degli Invincibili! ".Il barista si complimenta per come cresco i bambini ed io... io mi sento a casa.

Bastano cinque minuti di CASA perché il Quasibuio diventi Luce.

E così me ne vado con i miei bambini e saluto le mura del Fila e pronuncio il solito "Ciao, ragazzi..."  e guardo verso la collina e, COMUNQUE, ringrazio il Cielo per avermi dato tanta sofferenza e tanta gioia, per avermi fatta GRANATA.

Tornati a casa eravamo tutti più sereni: Giulia si è addormentata subito, Davide mi ha chiesto una favola della buonanotte. Gli ho raccontato una storia felice, una storia con il lieto fine. Per quella sera né aerei che cadono, né macchine assassine.La location la conosce già, ci è appena stato, i protagonisti sono gli Invincibili quando il Buio non era neppure un'ipotesi (anche se alcuni Dei invidiosi stavano già progettando una tragica traiettoria verso la collina).Il Quasibuio diventa Luce e così via così via così via.

E quella è stata la loro prima volta.

Ma la seconda volta... oh, quella è stata ancora più importante.

E' stato lui, Davide, a chiedermelo qualche settimana dopo: “Andiamo allo stadio degli Invincibili?”“Tu che cosa ne dici, Giulia?”“Tovoooo!” (sapeva già dire altre parole, allora, ma sai com'è... ognuno ha le sue preferenze)Andiamo, allora.Mi fanno strada loro, Davide mi racconta tutte le cose che gli ho raccontato io, Giulia abbraccia un palo di una delle porte... eccoci lì: tre personcine gioiose, romantiche, battagliere (saranno solo due bimbi ma te lo garantisco: sono fieri e determinati), sognatrici, granata e felici.Ci muoviamo a nostro agio, nell'assurdità di quelle rovine, respiriamo perfino meglio e perdiamo tempo per non andare via.Due anni fa.

La seconda volta.

Come la seconda volta in cui IO vincerò lo scudetto. Succederà. E in quel giorno ritroverò tutta la forza che avevo nel maggio del '76. E sarà ancora più importante. Perché avrò l'ennesima conferma del fatto che i realisti sanno dove vanno mentre i sognatori ci sono già.

Poi ti devo raccontare di quando ero una piccola granata alle elementari ma non adesso, non adesso...

Sorelle e Fratelli,carissimi tutti,due righe ancora per augurarvi buone feste: siate sereni, godetevi le persone che amate, amatevi (amate voi stessi, amate chi vi ama!) e, ovviamente, amate il Toro.Rubo qualche parola a Jacques Prevert che ha scritto d'amore senza sapere che stava scrivendo di Toro:

Questo amore / Così violento / Così fragile / Così tenero / Così disperato / Questo amore / Bello come il giorno / E cattivo come il tempo / Quando il tempo è cattivo / Questo amore così vero / Questo amore così bello / Così felice / Così gaio / E così beffardo

Il Toro è così. Anche NOI siamo così. Ci si rivede il 14 gennaio e... GRAZIE per avermi letto fin qui.