mondo granata
La sedia al cielo
di Giacomo Serafinelli
Buongiorno Toro...è il 13 Maggio del Novantadue e ad Amsterdam si gioca la finale di ritorno di Coppa Uefa tra Toro ed Ajax. I granata hanno il comando del gioco, colpiscono due pali ed una traversa , attaccano e dominano.
Ad un certo punto, dalla destra, Cravero entra in area e viene contrastato in maniera fallosa da un difensore olandese, cadendo a terra. Dalla panchina granata si alza un Emiliano Mondonico in pieno furore agonistico; sente di aver subito un torto e non vuole farsi strappare quella coppa ormai a portata di mano dopo una cavalcata maestosa e trionfale, che ha visto soccombere anche il Real Madrid sotto le devastanti cornate del Toro. La prima cosa che ha accanto a sé è una sedia, la afferra e la solleva al cielo in un moto di rabbia e orgoglio.
Con quel gesto, Emiliano Mondonico è entrato per sempre nel cuore dei tifosi granata di tutto il mondo. Perché fu un gesto antico, di passione, di ribellione, di chi non ci sta a subire ingiustizie e non vuole scendere a compromessi. Mai. In un gesto, ha sintetizzato la storia del Toro.
Quella sedia è e sarà il simbolo del mio calcio, il calcio che amo, quello antico, fatto da uomini, tifosi, calzettoni sporchi di fango, difensori arcigni, palloni in tribuna, fantasisti, campi di provincia, e giocatori che, quando segnano, esultano e liberano tutta la loro gioia, anziché fuggire l'abbraccio dei compagni con espressioni meste.
Mondo, tu sei un riferimento per molti tifosi granata, me compreso, ecco perché con queste poche righe voglio esprimerti tutta la mia stima e la mia riconoscenza per ciò che hai fatto per il Toro. Adesso devi affrontare una sfida impegnativa, ma tu hai lo spirito del lottatore e io non aspetto altro che vedere di nuovo quella sedia stagliarsi contro il cielo.
Dai Mondo! Fatti forza, il popolo granata è con te!
“Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti.
Ѐ il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione.
Ѐ un simbolo-Toro perché una sedia non è un fucile, è un'arma da osteria.”
Emiliano Mondonico
© RIPRODUZIONE RISERVATA