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mondo granata
di Edoardo Blandino
È anche oggi una giornata uggiosa e umida. Come ogni buon 4 maggio che si rispetti è prevista la pioggia per il pomeriggio. Era successo già l’anno scorso, così come tante altre volte in passato. Oggi è una data particolare per qualsiasi appassionato di calcio ed è un giorno speciale per ogni tifoso del Toro: 61 anni fa si schiantava contro Superga l’aereo degli Invincibili. Da allora per i granata questa data è diventata sacra e ogni anno si va in pellegrinaggio a Superga a ricordare le vittime di questo schianto aereo.
Chiunque conosce la storia dell’incidente, ma solo i veri granata, solo chi ha nel sangue questi colori, può capire che cosa significhi questa data. Non è detto che oggi tutti i giocatori possano comprendere appieno quale privilegio e quale onore abbiano a trovarsi dentro la Basilica ad ascoltare la Santa Messa. Ed in fondo è anche comprensibile: tanti giocatori sono qui da pochi mesi e stanno imparando piano piano cosa significhi essere un giocatore del Torino.
Dall’anno scorso la rosa è stata profondamente rivoluzionata e sono pochi i giocatori non più vergini a questa tradizione. I più esperti avranno raccontati agli altri cosa voglia dire arrivare alla Basilica in mezzo alla folla. Oggi sarà una ricorrenza particolare che un calciatore appena approdato a Torino non dimenticherà mai. Sarà una prima volta illuminante, perché un conto è ascoltare i racconti e conoscere la Storia, un altro è parteciparvi.
Purtroppo mancherà Cairo. Il presidente granata ha deciso di disertare questo evento per evitare ogni polemica. Non entriamo nel merito se sia giusto o meno che Cairo partecipi insieme alla squadra alla funzione e alla lettura dei nomi, prendiamo solo atto di un comportamento estremamente intelligente e maturo. Il rischio di venire contestato o fischiato (seppure da una minoranza) era concreto. Rischiare di macchiare così una giornata come quella odierna non era proprio il caso. Oggi bisogna solo Ricordare il Grande Torino.
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