mondo granata

L’alba a Superga…

L’alba a Superga… - immagine 1
di Silvia Lachello
Redazione Toro News

Buongiorno Toro... oggi scrivo io una lettera e la scrivo ad un Amico che è proprio come me: con i piedi saldamente a terra e il cuore gonfio di Granata. Sì, ieri sono andata a Superga, ti avevo detto che lo avrei fatto.Ero lì alle sette e mezza, ci sono stata per una mezz'oretta.Un silenzio che non ti dico... quando stavo per andarmene sono arrivate due madame con tre cani: i miei passi e i loro passi erano gli unici rumori.Ma prima... un silenzio che non ti dico. Così bello che quando sono tornata a casa mi pareva brutto sentire della musica.Sicuramente aleggiano: Loro hanno le ali.E' un po' come negli antichi riti sacrificali: il sangue del prescelto si mescolava con la terra per garantire buona sorte. In quella terra, in quel luogo sciagurato, sicuramente è rimasta parte del Loro DNA e si è mescolato con la terra.E andando oltre al DNA... la Loro energia vitale è stata strappata con una tale violenza che non ha avuto modo di rendersi conto (attenzione: l'energia vitale, l'anima - chiamala come vuoi - è senziente) di che cosa stava succedendo, di che cosa era successo.Lì ci sono voci che ancora si domandano: "Quando arriviamo a casa?". Ho provato a rispondere. Spero che mi abbiano sentita.Sai, ho notato una cosa... era la prima volta che andavo da sola lì, bene o male ho sempre fatto da cicerone a chi viene da lontano, ed ho drizzato bene le orecchie per sentire i miei passi, per sentire il loro ritmo.Quando vado in direzione della lapide il mio passo è spedito, quasi cadenzato. Al ritorno è un passo lento, quasi automatico.Come se il peso di 'quella cosa' ricadesse sulle spalle per scivolare giù fino ai piedi. Tutti NOI andiamo a passo lento quando andiamo via di lì.Un po' come quando leggiamo un qualsiasi libro su Loro: sappiamo che andrà a finire sempre nello stesso modo però in fondo abbiamo la speranza che, per una volta, vada a finire diversamente.E allora acceleriamo la lettura per arrivare alle pagine in cui si fa riferimento al cielo grigio, all'aereo e... e poi c'è lo schianto. Le pagine successive procedono lente: tutto si è compiuto.E mi sono domandata anche se è partito tutto da lì, dallo schianto.Mi sono domandata se senza quello schianto sarebbe tutto così, se saremmo così.Domande inutili. Ma scaturiscono ogni santa volta in cui vado lì. E allora le lascio andare. Passano fra i rami come il vento che soffia sempre al Fila.Ci sono domande che non hanno risposte ed è giusto così.Ecco... in tutta l'ingiustizia di quel che la lapide di Superga testimonia c'è la giustezza di qualcosa che è più grande di me.Qualcosa di talmente grande che non so descriverlo a parole ma io lo sento.Ed è la pace.

Siamo parte di qualcosa di IMMENSO.Buon fine settimana (come sempre sperando che lo sia davvero).