mondo granata

Le belligeranze pre-derby – 1° parte

Redazione Toro News
di Silvia Lachello

Giovedì 26 febbraio 2009. Caro Diario, sembra che le belligeranze pre derby abbiano avuto inizio: te le racconto. Ieri mattina quel pesce lesso del barista ha aspettato che finissi di parlare al cellulare, mentre gli mimavo un semplicissimo “mi fai un caffè, per favore?”, per dare fiato ad una cacofonia che vado ad esporre cercando di darle una parvenza di comprensibilità: “Ninjazziofffàporcospino, questa sera vinciamo due a zero, due gol di Del Piero, ninjazziofffàporcospino!!! Siamo troppo forti!!! Uno e due, pum pum!!!”

Nota bene: non sono proprio sicura che abbia detto “Ninjazziofffàporcospino”… però gli somiglia molto…

Ritorno al pesce lesso: senza scompormi l'ho guardato con indifferenza e l'ho segato in due dicendogli che la questione non rivestiva il benché minimo interesse né per me né per il mio microcosmo che per quanto micro era pur sempre un’immensità rispetto a lui. Concetto un po’ troppo difficile visto l’interlocutore, vero?Avrei potuto semplicemente dirgli “Gu.” che, come mi insegna il carissimo amico Mauro, è l’espressione più completa del sapere gobbo. Ho preferito compiere un'opera umanitaria rendendo il gobbo partecipe dell'esistenza di altre parole.Ed è andato avanti – avrei dovuto dare retta a Mauro e dire “Gu.”… ma che cosa ci posso fare? Io sono del Toro: sono diversa (da quelli).E' andato avanti, ti dicevo: “E poi tra due settimane facciamo lo stesso: pum pum, due belle mine di Del Piero, voglio proprio vederti dopo!”Ho continuato a bere il caffè, tranquilla come una Pasqua, ho pagato, l'ho di nuovo guardato con indifferenza e mi sono espressa: “Può darsi che tu abbia ragione... io sono abituata a parlare sempre DOPO ma si sa: NOI siamo diversi.”Serenamente ho voltato i tacchi e sono uscita dal bar, lentamente, senza scompormi.Avrei voluto fotografare il ghigno maligno dipinto sul suo volto.Se non altro avrei potuto confrontarlo agli occhi da basset hound che aveva questa mattina. Con una collega ho improvvisato una discussione sulla droga ma, che strano, continuavo a “sbagliarmi” dicendo Drogba. Lì, vicino al bancone, così: tanto per gradire.Il pesce lesse non ha detto nulla, era solo più gentile del solito, quasi melenso. Mi ha fatto lo sconto su tutte le consumazioni della giornata e non ha nominato neppure una volte il rigatino che doveva fare i due famosi gol di cui sopra.Ha provato, ha provato ad un certo punto a parlare della partita della sera prima e di nuovo gli ho ribadito che la questione non rivestiva il benché minimo interesse ecc. ecc..Lui sapeva che stavo mentendo, sapeva anche che lo stavo sbeffeggiando e sapeva pure che non era in grado di controbattere.Mettiamola così: in quel momento ho segnato.Io – Ninjazziofffàporcospino 1 a 0. Palla al centro.

Sul calar delle tenebre - anzi: a tenebre già calate - la piccola Giulia mi ha scossa dal torpore che mi prende la sera. La pasta stava bollendo in pentola ed ella ha preteso di fare il bagno.Bene: tuffata la bimba in acqua mi accingevo a compiere alcune operazioni di riordino quando sento un urlo disumano: “Maaaaaaaaaaaaammmmmmmaaaaaaaaaaaaaaa!!!”Corro da lei con i capelli dritti – evento che ha dell’incredibile – ed esclamo: “Che cosa succede?!?!?!?”Giulia serafica dice: “No, niente... volevo dirti che l'ho detto a Tommaso.” Tommaso è il suo fidanzatino, quattro anni lei, quattro anni lui.“Che cosa gli hai detto?!?!??!?”“Beeeee'... gli ho detto che la giuve puzza e che il Toro è più bello. E che quelli del Toro sono più belli!”2 a 0. Gol di Giulia. Una olaaaaaaaaaaa!!!

Venerdì 27 febbraio 2009

Caro Diario,un po' mi scoccia avere la testa già al derby, sai? Domenica allo stadio ho lasciato voce e tonsille e la testa era altrove.Dopodomani si gioca a Cagliari, la mia testa continua ad essere altrove.

Domenica 1° marzo 2009

Caro Diario,è arrivato marzo: quante cose succedono in questi giorni.

Questa mattina mi sono concessa il solito lusso domenicale della colazione al bar in solitudine. Ah, che pace: nessuno mi chiede nulla, il mondo ancora dorme.Mi avvicino al bancone, il barista mi sta già preparando il caffè: macchiato freddo, come piace a me.E' un fratello... nonostante io sia poco socievole all'alba, non mi dispiace scambiare due parole con lui.Ma inaspettatamente, senza dire né crepa né sciopa (un semplice “ciao” sarebbe bastato, magari in risposta al mio), mi molla nella bocca dello stomaco la sua opinione (non richiesta): “Sai, a me il Toro non interessa più...”.Autogol.Il risultato delle belligeranze pre derby diventa 2 a 1.Ed un fratello diventa cugino.Vabbe', cambierò bar.Anzi no. Mi limito a dar voce ai miei pensieri: “E' un problema tuo. Adios.”3 a 1 per NOI.Però che noia... pazienza e viva le differenze (a volte no…).

Aspetta un momento... è meglio che faccia un riepilogo delle marcature...- passiamo in vantaggio con goal mio su assist di Drogba: 1 a 0- raddoppiamo con goal di Giulia: 2 a 0- essi accorciano le distanze con l'autogol di un ex fratello: 2 a 1- ripristiniamo il vantaggio precedentemente acquisito grazie a me medesima (yeeeeeeah!!!): 3-1

Bene. Passiamo ad altro.

Oggi a Cagliari non abbiamo fatto granché (la palla deve andare in rete, in rete, santa polenta!!!) ma ci siamo portati a casa un punticino.E la mia testa continua ad essere girata in direzione del prossimo sabato.Posso iniziare a fare il conto alla rovescia? Posso iniziare a fare il conto alla rovescia.Meno sei.Se cambio l'ordine delle parole diventa una sufficienza risicata: sei meno.Oppure diventa l'incipit della mia tipica frase di saluto a qualche collega gobbo: “Sei meno di uno zero, sei meno di un paramecio, sei meno di [qualunque cosa mi venga in mente in quel momento]”.

Quanto manca al derby? Sei giorni.Penso che mi dedicherò a cercare altri momenti di belligeranza pre derby.Le occasioni si presenteranno senza dubbio, magari inaspettatamente.Poi ti racconto.Poi.Meno sei.Non vedo l'ora.Comunque vada.Forza Toro, forza: NOI non ti lasceremo mai da solo.

Ah, dimenticavo: sai perché ho scelto quella foto? Perché mi piace l'idea di dire “Fila!” ad un gobbo e di pronunciare il nome di Casa mia nello stesso momento. Il potere delle parole.Fila per sempre.Via verso nuovi scontri. D'altra parte lo sai... abbiam paura NOI? No. Siamo solo un po’ stanchi. Ma tutta la stanchezza dell’universo non basterebbe a piegarci.