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E' una sera d’estate del 1984. Sono appena terminati i campionati europei di Francia vinti dai padroni di casa di Le Roi Michel Platini. Il sole è al tramonto e gli italiani si apprestano a cenare. All’improvviso la voce della giornalista del Tg1 si staglia nitida e forte: “… prima di chiudere, una notizia di sport: Il Torino Calcio ha ufficializzato proprio pochi istanti fa l’acquisto del campione brasiliano Leo Junior. Domani ci sarà la presentazione presso la sede della società. Una buona serata a tutti…”. All’indomani, in pieno pomeriggio, migliaia di persone bloccano il traffico per salutare il nuovo acquisto. Scoppia il carnevale, l’atmosfera è euforica. I tifosi del Torino si apprestano ad osannare colui che sarà per tre anni il trascinatore dei granata del nuovo corso di Gigi Radice. Questo il ricordo del calciatore a distanza di tempo. “E’ il 2 luglio 1984. Mi affaccio dal balcone della sede granata, in corso Vittorio Emanuele, e vedo un mare di gente. Ci sono persino ragazzini appollaiati sugli alberi del viale. Poco più in là, un’orchestrina suona “Brasil Carnaval” e “Tristezza”. La regia era di Ginetto Trabaldo, capo storico della tifoseria torinista, ma questo lo seppi solo più avanti. Con una sciarpa al collo mi sporgo dalla balaustra e levo i pugni verso il cielo. Dal basso si alza una densa cortina di fumogeni granata e un tifo assordante... Ero sinceramente commosso".Leovegildo Lins Gama detto Junior approda, quindi, alla corte di Sergio Rossi, grazie ad una rapidissima trattativa di mercato conclusa da Luciano Moggi. Proveniente dal Flamengo di Rio de Janeiro, Leo è un campione affermato. Milita nella nazionale brasiliana già da diversi anni e può vantare di aver vinto diversi scudetti, una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale. Tra i suoi compagni, nella squadra carioca, nomi illustri come Zico. Segna il suo primo gol con la maglia del Toro una sera d’agosto, in Coppa Italia, contro la Cremonese e già incanta il pubblico. Quella sera indossa la maglia numero 8 e firma il 3-1 con un gran tiro al volo, poi la corsa verso la panchina per festeggiare con i suoi compagni. Giocherà, successivamente, in campionato con il numero 5, nel ruolo di regista arretrato, il classico centromediano metodista come amava lui stesso definirsi.Classe, fantasia, tecnica, e tanta esperienza, gli permettono di guidare il Torino sino al secondo posto in classifica, alle spalle del Verona, al termine di una stagione trionfale per gioco e spettacolo. Nei successivi due anni riporta i granata alla ribalta europea sfiorando una storica qualificazione in semifinale nell’87. Fatale fu in quell’occasione la trasferta di Innsbruck. Pennella cross per Aldo Serena e Walter Schachner il primo anno, poi esalta le doti sempre dell’austricao e di Comi nella stagione successiva. Infine, con Dossena al suo fianco, fa splendere la bionda chioma dell’olandesone Wim Kieft nell’ultimo campionato in cui indossa la divisa granata.Conclude la sua esperienza italiana al Pescara, dove gioca ancora per due anni, per poi far ritorno in patria nella sua squadra del cuore: il Flamengo, laddove aveva incominciato a dare i primi calci al pallone. Giocherà sino a quarant’anni per poi dedicarsi al beach soccer a Copacabana.In assoluto, Junior è stato il miglior giocatore straniero ad aver giocato nel Torino ed è sempre rimasto legato ai nostri colori. Chissà, se prima o poi, ci consiglierà l’acquisto di qualche nuovo talento brasiliano che lo ricordi anche solo un po’ vagamente. Ci accontenteremmo comunque.
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