di Walter Panero
mondo granata
L’esplosione
Nota dell'autore: questo è un racconto di pura fantasia che si svolge nel futuro prossimo. Suggerisco a tutti coloro che iniziano a leggerlo di avere la pazienza di continuare fino alla fine. Grazie e buona lettura!
Giugno 2011. Un venerdì mattina.
“Domani sera, alle ore 21, alla presenza del Ministro dello Sport, del Presidente della Regione, del nuovo Sindaco e di tutte le autorità cittadine verrà finalmente inaugurato il nuovo Stadio delle Alpi che sarà intitolato alla memoria del grande Gaetano Scirea, tragicamente scomparso. Si chiuderà così una vicenda iniziata oltre vent'anni fa con la costruzione del vecchio stadio della Continassa. Finalmente abbattuto nel corso degli anni passati, lo stadio è stato ricostruito, pur tra mille difficoltà ed ostacoli, ad opera ed a spese della Juventus F.C. Alla serata condotta da Massimo Giletti e Cristina Chiabotto, per la quale è previsto il tutto esaurito, interverranno tutti gli esponenti dell'attuale dirigenza bianconera, i giocatori della rosa della Juventus, e molti ex giocatori tra cui lo stesso Presidente dell'Uefa. Verrà organizzata un'amichevole tra vecchie glorie bianconere cui seguirà un concerto con grandi star italiane ed internazionali. La serata si concluderà con spettacolari fuochi d'artificio.Si segnala inoltre che nelle principali piazze cittadine verranno allestiti numerosi maxi schermi grazie ai quali, anche coloro che non potranno essere presenti allo stadio, avranno comunque la possibilità di godersi questo evento di portata mondiale....”
Tutto era iniziato con questo articolo di giornale. Come faccio ogni giorno, quel mattino di inizio estate ero uscito di casa presto per andare al lavoro; come sempre, ero passato dalla mia edicola per prendere il quotidiano cittadino da leggere durante il viaggio in pullman. Da giorni in città non si parlava d'altro. Sui giornali, nelle televisioni, nei salotti buoni, nei bar del centro come in quelli della periferia. Ovunque.Per un attimo alzai gli occhi dal giornale e vidi là, sullo sfondo, lo scheletro dello stadio Filadelfia. Il nostro stadio. Il nostro tempio ridotto quasi in macerie. Loro domani festeggiano e lo fanno sul nostro cadavere. Lo fanno sulla nostra rovina, sulle nostre macerie. Questo pensavo mentre leggevo e camminavo.Fu in quel momento che qualcosa mi scattò dentro. Una rabbia che ancora adesso non riesco a spiegare o a descrivere. O meglio, forse a spiegarla sì, ma a descriverla no. Dovevo fare qualcosa. Non potevo permettere quello scempio. Certo, sarebbe stato meglio lottare per ricostruire il nostro Fila, ma ora c'era qualcosa di più urgente da fare. Non era il momento di progettare, quello. Era il momento di agire. Era il momento di....
Non c'era molto tempo, bisognava darsi da fare. Subito. Per questo tirai fuori dalla tasca il mio cellulare e composi il numero. Un paio di squilli e udii la voce del capo gobbo....e te pareva che non fosse già là, al suo posto di combattimento...sempre vestito come se si dovesse sposare quel giorno.
“....Guarda...oggi non riesco proprio a venire in ufficio....” dissi.
“...Ma come? Oggi abbiamo quell'importantissimo appuntamento con i Signori Rumpabale e poi quella riunione in sede col Dottor Ciulatutti, cioè il Supermegacapogalattico che ci insegnerà come fare a fregare meglio i clienti....e poi il corso sulla Cess Policy e sulla Rat Keeping....e poi....tutte cose irrinunciabili...lo sai bene....”
“...Non me ne frega un c...o delle tue riunioni, io sì che ho una cosa importante da fare....” avrei voluto dire. Invece cercai di giustificarmi dicendo che avevo una nonna che stava poco bene (pace all'anima delle mie nonne che sono morte da qualche anno), che i miei non potevano andarci, che mi dispiaceva tantissimo per tutti quegli impegni che avevamo preso e della cui importanza ero assolutamente consapevole, che ero desolato ma che proprio non ce la facevo. Insomma, lo sommersi di così tante parole che alla fine riuscii ad ottenere quello che volevo: un giorno di permesso. Eh sì perché avrei dovuto assolutamente agire entro quella sera. O quella sera o mai più. Avrei avuto l'intera giornata per.....
Tornai rapidamente a casa per dismettere gli abiti da lavoro e indossare un paio di shorts e una maglietta granata. Prima di uscire nuovamente, ascoltai qualche brano di un vecchio disco di De Andrè che ritenevo particolarmente adatto a quanto stavo per fare. Uscendo, lanciai ancora uno sguardo a quello che restava del Fila. Poi i miei occhi si diressero verso l'alto seguendo la linea delle colline che proteggono la nostra città. Fino alla basilica che si erge lassù come una spada che va a tagliare il cielo.“Lo faccio anche per voi” dissi ad alta voce. Uno strano ghigno si dipinse sul mio viso.Un tale si accorse che stavo parlando da solo. Mi guardò e scosse la testa con un misto di compassione e di disgusto. Uno dei soliti matti di cui questa città è sempre più piena, dovette pensare. E dire che non ero manco un extracomunitario.Ma a me in quel momento fregava poco di quello che pensavano gli altri.Avevo una missione importante da compiere, io. Non c'era tempo da perdere. Mi misi rapidamente in cammino verso il centro della città.
I giorni successivi....
Testimonianze di alcuni giornali cittadini nei giorni successivi:
“RINVIATA!”
“Un piccolo problema tecnico impedirà stasera la prevista cerimonia di inaugurazione del meraviglioso stadio dedicato alla memoria del compianto Gaetano Scirea.....l'evento è rinviato a data da destinarsi ma si ritiene comunque che si tratti di un problema lieve e risolvibile nel giro di pochi giorni....”
“CROLLATO!”
“Il nuovo stadio della Juve, la cui inaugurazione era prevista per stasera, si è improvvisamente accartocciato su sé stesso intorno alla mezzanotte di ieri....fortunatamente non ci sono vittime....ancora si ignorano le cause del crollo....alcune persone della zona testimoniano di aver udito un boato fortissimo e, affacciatesi alla finestra, di aver visto solamente un mucchio di macerie....la polizia indaga in tutte le direzioni e allo stato attuale delle cose nessuna ipotesi può essere esclusa....”
“ATTENTATO!”
“Pare siano state trovate alcune tracce di esplosivo nei pressi della tribuna del nuovo stadio. L'ipotesi più accreditata è ora quella di un attentato da parte di qualche gruppo terroristico internazionale...”
“PRENDETELI!”
“La città è in subbuglio. Tutte le autorità cittadine hanno rivolto appelli in modo che chiunque dovesse avere qualche elemento utile ad identificare i colpevoli si rivolga rapidamente alla polizia. Gli autori del più grave attentato avvenuto nella storia millenaria della città meritano di essere presi e condannati in maniera esemplare....”
“UNA TRACCIA....”
“La polizia sta seguendo una traccia che porterebbe in una direzione completamente diversa da quella che era stata seguita fino a questo momento. Si pensa che il vile attentato possa essere opera di un folle. Le ultime indiscrezioni dicono che costui avrebbe abbandonato la città, ma a quanto pare le sue ore sono ormai contate....”
“PRESO!!!”
“Arrestato in un isolato casolare sulle montagne torinesi il vile criminale che ha compiuto il vigliacco attacco allo Stadio. Si tratta di un bancario torinese, evidentemente un folle frustrato e disadattato, che ha agito da solo utilizzando una massiccia dose di esplosivo acquistata a quanto pare in alcuni negozi del centro città. Le sue prime dichiarazioni sono state deliranti: “L'ho fatto per ripristinare la normalità in città” ha detto tra le altre cose “perché è uno scandalo che si sia abbattuto uno stadio costruito con i soldi della collettività per edificarne un altro al suo posto, mentre a pochi chilometri c'è un monumento storico del calcio italiano (?) che è stato abbandonato al degrado più completo”Evidentemente parole folli ed incomprensibili che non meriterebbero neppure di essere riportate e commentate...”
“A MORTE!!!”
“C'è una cosa ancor peggiore di uccidere delle persone: distruggere i loro sogni. L'infame che ha fatto saltare per aria lo stadio ha distrutto il sogno di milioni di persone non solo nella nostra città, ma in tutto il mondo. E quel che è ancora peggio ha rovinato la fragile esistenza in divenire di milioni di bambini.Per questo, e lo diciamo con la massima consapevolezza delle parole che stiamo qui utilizzando, riteniamo che neanche la pena più severa prevista dal nostro ordinamento sia adeguata in questa fattispecie.Perciò si ritiene che ci sia solo un modo per fare giustizia: la condanna a morte!”
Dal diario di un carcerato....
Dovevo farlo. Per me e per tutti quelli come me. So che troveranno il modo di ricostruirlo ancora, anche se lo facessimo saltare in aria altre cento volte. Ma dovevo farlo. Anche solo per il semplice fatto che magari ora il mondo si accorgerà delle contraddizioni della nostra città. Dello scandalo di uno stadio nuovo che è stato distrutto per costruirne un altro. Mentre la città dimentica la sua storia ed i suoi templi.Probabilmente non cambierà nulla. Ma io dovevo provarci. E' stato bellissimo mettere tutto quell'esplosivo facendo attenzione a non farsi vedere. Ogni tanto passava qualche macchina con una prostituta di colore scarrozzata da qualche cliente, ma io mi muovevo in modo da non far capire che cosa stessi facendo.E' stato bellissimo vederlo saltare per aria come un fungo velenoso. E' stato bellissimo vederlo ridotto ad un mucchio di macerie. E' stato bellissimo fotografare quelle macerie e saltellarci sopra come un bambino felice.Sono un folle?!? Sì lo sono! Hanno proprio ragione i giornali a dipingermi così. Ma io dovevo farlo. Per svegliare tutti coloro che una testa per pensare ce l'hanno, ma che vengono ogni giorno ubriacati da chi vuole impedire loro di ragionare. Sono un folle, certo. Ma non meno di coloro che hanno permesso di trivellare denaro dalle tasche dei contribuenti per costruire uno stadio nuovo di zecca, salvo poi accorgersi dopo pochi anni che quello stesso stadio andava abbattuto e ricostruito a spese di chi non si sa. Ma io sono un folle.Sapevo che mi avrebbero preso. Quel venerdì avevo lasciato talmente tante tracce in città che solo dei fessi sarebbero riusciti a non arrivare fino a me. Volevo soltanto che passasse qualche giorno. Volevo divertirmi a vedere come la notizia dell'esplosione sarebbe stata trattata dai mezzi di informazione.Aspettavo che venissero a bussare alla porta, lassù nella mia piccola casa di montagna nel paese in cui andavo fin da bambino a trascorrere le vacanze con i miei. Ci hanno messo fin troppo tempo. Ma alla fine ce l'hanno fatta a scovarmi ed a prendermi. Non so che cosa sarà di me. Forse davvero riusciranno a far passare l'idea che io sia il peggior criminale nella storia dell'umanità. Peggio di Hitler. Peggio di Pol-Pot. Peggio di Bin Laden. Peggio di tutti. E mi condanneranno a morte. Se sarà così, voglio solo ringraziare i miei amici che continuano a venirmi a trovare nonostante tutto. Voglio ringraziare anche alcuni tifosi comuni che si sono espressi in mio favore, non certo quelli che si riempiono la bocca un giorno sì e l'altro anche col fatto di essere dei nostri e poi non hanno mosso un dito in mio favore, anzi. Voglio ringraziare il nostro Capitano per l'appello di solidarietà nei miei confronti.E infine ringrazio Toronews che è stata l'unica testata che, pur non negando la mia colpevolezza e pur non sminuendo la gravità del mio gesto di cui io stesso mi rendo conto, ha cercato quanto meno di invitare l'opinione pubblica alla ragionevolezza sottolineando il fatto che, in fondo, non ho ammazzato nessuno. Ma Toronews, purtroppo, conta poco. Sono tutti contro di me: giornali, televisioni, politici, gente dello spettacolo. Tutti. Mi condanneranno, lo so. Porranno fine alla mia vita.Ecco. Mi stanno chiamando per la lettura della sentenza. So già come andrà a finire.Spero che un giorno qualcuno si ricordi ancora di me.Penso di aver fatto il mio dovere fino in fondo.Ora posso anche morire tranquillo e con la coscienza a posto. Forza Toro e Juve m&?§@!Sempre!
Giugno 2011. Un venerdì mattina.
Driiiinnnnnnn.....
“Ehi....Ehi.....sveglia! E' ora!”
“Oh nooooo.....l'esecuzione....la fine.....”
“Ma cosa dici? Quanto hai bevuto ieri sera a cena coi tuoi amici del giornale? Non hai ancora smaltito?” dice una voce che sembra proprio essere quella di mia madre.
Mi guardo intorno. Il poster degli Invincibili, quello di Coppi e Bartali e quello del Mondo che alza la sedia dicono una sola cosa: sono nella mia cameretta, quella che ho abbandonato da qualche anno per trasferirmi altrove, ma che ancora accoglie il mio sonno quando per qualche motivo devo rimanere a Torino che non è più la città in cui abito, ma resta la mia amata ed odiata città.Oh mamma mia. E' tardissimo. Devo prepararmi di corsa. Prendere la macchina e spararmi due ore di viaggio perché il mio capo gobbo, alcuni clienti rompiballe e una noiosissima riunione mi aspettano.Prima di partire vado a comprare il solito giornale.
“Hai visto che stasera i porci festeggiano?...mentre il nostro Fila cade a pezzi...” mi dice il mio amico edicolante mostrandomi la locandina del quotidiano.
“Eh già: bisognerebbe che qualcuno gli facesse passare la voglia di festeggiare. Maledetti!” gli rispondo digrignando i denti dalla rabbia.
Lo saluto, mi allontano e mi metto in viaggio. Percorro lentamente Corso Grosseto. Poi Corso Ferrara. Il mio sguardo viene rapito dalla cattedrale nel deserto che sta alla mia destra. Lo stadio appare lì, altezzoso come sono quelli là, ma ancora in piedi.Mi sa che mi sono proprio sognato tutto.Altro che storie. E' tutto pronto per la grande inaugurazione di domani sera a cui prenderanno parte il Ministro dello Sport....il Presidente della Regione....etc... etc. Penso ancora al nostro caro vecchio Fila. A come è ridotto.Intanto alla radio Fabrizio De Andrè racconta di un impiegato divenuto bombarolo. Poi, è la volta di Francesco Guccini che canta di un macchinista che si lancia con la locomotiva contro un treno che immagina pieno di gente ricca.Avrei voglia....sì avrei voglia di....prendere il telefono, avvisare il mio capo e....
….e dirgli che oggi mi prendo una giornata di ferie.....perché voglio andare al Fila....poi a Superga....poi al Museo della Memoria....e infine infilarmi in qualche vecchio bar a sentire qualche pensionato che parla di “quelli là”....Per ricordare a me stesso ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, chi siamo e da dove veniamo.Per cercare di capire se in questa povera città sempre più a strisce ci sia ancora spazio per chi la pensa diversamente e per chi cerca di opporsi e di combattere ogni giorno il pensiero unico strisciato.Per cercare di comprendere se da queste parti ci sia ancora speranza per chi, come noi, lotta ogni giorno contro tutto e tutti affinché l'idea di Toro possa continuare ad esistere. Per vedere se, al di là dei ricordi del nostro glorioso passato e della tristezza del nostro presente, ci sia ancora un futuro per il Toro e per tutti noi.
Per chi volesse ascoltare la colonna sonora di questo racconto:
Fabrizio De Andrè:
Fabrizio De Andrè:
Fabrizio De Andrè:
Francesco Guccini:
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