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Caro Babbo Natale, mi chiamo Guido De Luca e non sono presidente di nessun Toro Club, ma mi permetto di inviarLe una letterina con una serie di richieste che spero vengano soddisfatte per l’anno venturo. Anzi, Le chiedo già un anticipo per la conclusione di questo 2010: la vittoria a Trieste (il cui ricordo più felice risale al 1990 quando salimmo matematicamente in serie A al termine di un rocambolesco pareggio per 3-3 con un giocatore della Triestina di nome Franco Lerda che, scatenato, ci rifilò una doppietta) e poi in casa quella con l’Empoli.
Per il 2011, invece, Le chiedo, sempre ammesso e concesso che Lei s’intenda di calcio, 3 giocatori di assoluto livello, uno per reparto. Calciatori veri da serie A, ma non della serie A di adesso, almeno di quella di un ventennio fa. Così, magari, avremmo quel difensore centrale che, se si azzarda ad impostare il gioco sul cerchio del centrocampo, non perde il pallone e non rilancia il contropiede avversario. Non so se ne ha mai sentito parlare da lassù, dove vive Lei in Lapponia, ma ci vorrebbe uno alla Roberto Cravero, tanto per intenderci: uno dai piedi buoni e dal cervello fino che sappia interpretare il ruolo di regista arretrato e che non ci faccia cagare addosso con scriteriati retropassaggi al portiere. Poi, un centrocampista che sappia dettare i tempi di gioco, che, quando la partita è a favore nostro, abbia il coraggio di chiamare palla e metterla in cassaforte. Capisco che mi sto esprimendo con un linguaggio un po’ tecnico, ma confido sul fatto che Lei riesca ad intuire cosa voglio intendere (a me piaceva molto un certo Leo Junior, forse qualche volta Le avrà scritto anche lui da bambino; vada a vedere nel suo archivio di letterine). Infine un attaccante, uno che sia in grado di affiancare il nostro capitano che si chiama Rolando Bianchi; uno che faccia tanti gol e che soprattutto non sia stanco dopo un quarto d’ora di gioco. Che sappia correre per la squadra e che magari sappia anche tirare con forza ed effetto le punizioni.Esaurita la prima richiesta, vorrei che regalasse a me, semplice tifoso di questa squadra che si chiama Torino, un allenatore che sappia leggere le partite e che effettui i giusti cambi, quando necessario. Oltre al bel gioco, a volte ci vorrebbe un po’ di pragmatismo in più. So che non Le sto chiedendo la Luna.Poi, in dono mi piacerebbe che il proprietario di questa squadra tornasse allo stadio (perché è giusto così), anche a rischio di ricevere nuove contestazioni, a patto che non esca più con dichiarazioni spavalde che tanto stridono con il suo ruolo di comunicatore di cui spesso si vanta. E’ bene che questo signore, che si chiama Urbano Cairo, faccia degli investimenti intelligenti, di qualunque genere essi siano, per il bene del Torino.Dal momento che non mi accontento di poco, il regalo più grande che potrebbe farmi è quello di realizzare la nuova costruzione di un vecchio stadio. Si chiama Filadeflia e sembra che adesso ci vogliano solo soldi e buona volontà per rimetterlo in sesto. Lì, potrebbe allenarsi la squadra del Torino e potrebbe anche ospitare un bellissimo museo con tutti i ricordi della nostra gloriosa storia calcistica.Sto arrivando alla fine delle mie richieste, non si preoccupi. Mi piacerebbe che i tifosi del Torino tornassero ad essere uniti e soprattutto tornassero a fare i tifosi. Vuol dire che dovrebbero tornare allo stadio quando il Toro gioca, urlare a squarciagola per tutti i novanta minuti, magari anche durante l’intervallo della partita e che tornassero a colorare lo stadio con il colore granata delle sciarpe e della bandiere. Vorrei anche che scrivessero di meno su come fare e disfare le sorti del Torino e della sua proprietà, perché a volte è meglio fare una sola cosa, ma farla bene. Se uno nasce tifoso, continui a fare il tifoso.
Concludo, forse, con il regalo migliore che Lei possa farmi: tanta salute per i miei figli e per la mia famiglia, perché sa, il TORO è importante, ma, come mi ripeto spesso, sino a quando le mie preoccupazioni e le mie incazzature riguardano il Toro, vuol dire che la mia vita è serena e felice.
Grazie mille, caro Babbo Natale. E buon 2011 anche a Lei.
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