Riceviamo e pubblichiamo la lettera ricevuta da Ivano Guglielmotto. Colui che ha scritto queste righe si è voluto soffermare sull'atteggiamento di un tifoso presente allo stadio Olimpico Grande Torino durante la partita contro il Venezia.
LETTERE ALLA REDAZIONE
Lettera di un tifoso: “Messaggio a un cretino nel terzo anello della Maratona”
Le parole di un tifoso granata presente allo stadio durante Torino-Venezia: "Ma quando ti sei messo a prendere a calci un seggiolino, della mia Maratona, fino a romperlo, hai superato ogni limite e ti ho odiato profondamente"
Questa lettera è proprio dedicata a te e tu non puoi immaginare quanto mi faccia soffrire, dare del cretino ad un mio fratello granata. Sabato sera, alla fine della partita con il Venezia eravamo tutti nervosi e arrabbiati allo stadio, perché pensavamo che la partita andasse in un modo diverso, visto anche l’inizio così promettente della squadra. Poi le cose sono girate storte, fino alla beffa finale con il goal annullato al nostro Capitano. Ma nel calcio, nello sport e nella vita in generale, queste cose capitano, ci si arrabbia, si è presi dallo sconforto, ma dopo qualche ora, perché così deve essere, si pensa già alla prossima partita e per noi visto che ci sarà il derby, ci si concentra su quella che probabilmente sarà la più importante partita della stagione.
Ma probabilmente a te, di tutte queste cose non te ne importava niente, hai insultato e detto bestemmie dall’inizio della partita nonostante ci fossero bambini e ragazzi intorno a te, senza mai tifare, senza seguire un canto che probabilmente neanche conosci. Ma a volte queste cose succedono, ognuno va allo stadio per sfogare (purtroppo) anche le proprie frustrazioni della settimana e così anche se il tuo comportamento era così fastidioso, a fatica (molta fatica), ho provato ancora ad accettarlo. Ma quando ti sei messo a prendere a calci un seggiolino, della mia Maratona, fino a romperlo, hai superato ogni limite e ti ho odiato profondamente.
Ma come ti permetti di distruggere quello che non è tuo, ma quello che è della squadra a cui dici di tifare. Ho 52 anni e da 45 anni vado allo stadio in Maratona e ti assicuro che ho visto e vissuto di tutto, contestazioni, invasioni, cariche… tutto il bello e il brutto di quello che si può vivere in una curva, ma il tuo gesto così “cretino”, perché in quel momento privo di alcun senso, mi ha ferito perché tu hai rotto qualcosa di mio, di nostro, di tutti noi che siamo davvero del Toro. Non voglio pensare che la curva in cui ho passato alcuni momenti più belli della mia vita, sia vandalizzata, neanche da violenti, ma ancora peggio da dei cretini, che non c’entrano nulla con la nostra squadra e con il nostro modo di tifare. Ma soprattutto, quando ti ho visto immortalare la tua bella impresa con il tuo smartphone per vantarti probabilmente con i tuoi compari del tuo stesso livello intellettuale, ho capito che sei davvero senza speranza e allora ho voluto immaginare e sperare che la tua sciarpa non avesse gli stessi colori della mia.
Quindi per favore, la prossima volta, guardati la partita da casa, così quando vorrai, potrai sfasciare la tua poltrona, il tuo tavolo o li tuo televisore e lo potrai fare senza che nessuno ti dirà niente e potrai raccontarlo in giro a chi vuoi, vantandoti pieno di orgoglio. Di cretini in giro ce ne sono tanti, purtroppo mi sono rassegnato, ma la mia speranza è quella di vederne un po’ meno nel posto che amo, la Maratona, un luogo in cui mi sono sempre sentito a casa e con persone che pur avendo idee diverse, condividono qualcosa di importante e nel nome del Toro e della sua storia diventano un corpo unico ed imbattibile. Per questo, ho sempre pensato e creduto che a prescindere da qualsiasi risultato che viene dal campo, noi del Toro non usciamo mai realmente sconfitti dallo stadio. Questa è la storia della Maratona e del Toro, non la tua.
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