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Martino, dai titoli con la Primavera all’addio al calcio: “Il mio ginocchio non regge”

Alberto Giulini Vicedirettore 
Mondo Granata / Vincitore di Scudetto e Supercoppa Primavera, l'attaccante si è ritirato a soli vent'anni

Vincitore con la Primavera granata di Scudetto e Supercoppa Italiana, Massimo Martino ha comunicato ieri il proprio addio al calcio giocato. Classe 1997, l'attaccante si è dovuto fermare per un problema al ginocchio che lo ha tormentato dai tempi della Primavera. Il 14 novembre del 2015, proprio il giorno in cui i granata hanno alzato al cielo la Supercoppa, è iniziato infatti il calvario di Martino. Entrato in campo al 46' al posto di Debeljuh, Massimo ha dovuto abbandonare il terreno di gioco all'86', vittima della rottura di crociato e menisco. Un infortunio serio per un calciatore, che comporta un lungo stop e, in molti casi, anche ricadute. E così è stato per Massimo che, nonostante tre rotture del crociato, ha continuato a lavorare sempre di più per coronare il sogno di diventare un calciatore professionista. Il grandissimo atteggiamento non è stato però sufficiente, perché il ginocchio dell'attaccante non è più in grado di reggere a certi livelli, come ci ha raccontato lui stesso.

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GLI INFORTUNI -"Dopo l'infortunio al crociato ed al menisco in finale di supercoppa con la Primavera non sono riuscito a rientrare per le Final Eight: mi son rotto il menisco il giorno prima di partire per le finali. La stagione successiva (2016-2017) sono andato al Cuneo, in Serie D, e ad ottobre sono rientrato segnando all'esordio, ma a dicembre mi sono rotto il crociato anteriore per la terza volta. Io ho terminato la stagione e la squadra ha vinto il campionato. L'ultimo anno (2017-2018) mi hanno riconfermato a Cuneo, in Serie C: ad inizio anno sembrava che tutto filasse liscio, con l'esordio tra i professionisti. Il dolore però non passava: continuavo ad allenarmi e giocare con il male al ginocchio. Sono iniziati i problemi fisici e a gennaio è arrivato un altro piccolo infortunio al ginocchio: non sono più rientrato, perché il male non passava e non riuscivo nemmeno più a correre. È andata così fino alla fine dell'anno, quando la squadra ha conquistato la salvezza".

LA DECISIONE -"A quel punto ho iniziato a farmi visitare il ginocchio da vari ortopedici e tutti arrivavano ad una conclusione comune: a questi livelli il mio ginocchio non reggeva più e, se avessi continuato, avrei rischiato a breve di dover ricorrere ad una protesi. Ecco dunque la decisione di smettere. Purtroppo è stato durissimo il primo periodo dopo aver ricevuto la notizia, perché ci credevo molto e ho sempre lavorato tanto, ma poi ho realizzato ed ho capito quanto io sia stato fortunato nella mia breve carriera a raggiungere obiettivi che tanti bambini sognano. Tanti bambini di fede granata come me sognano di indossare la maglia del Torino da grandi ed io ci sono riuscito: per questo mi reputo un ragazzo molto molto fortunato. Mi reputo fortunato per aver conosciuto persone speciali che sono diventati amici, a partire dai calciatori miei coetanei fino ai "senatori" delle varie squadre, dai fisioterapisti fino ai dirigenti". Massimo, come è giusto che sia, preferisce ora mettere in primo piano la salute: ed ora si aprono nuove strade.