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L’inferno di Genova

L’inferno di Genova - immagine 1
di Guido De Luca
Redazione Toro News

Il desiderio di uscire da uno stadio e tornare a casa prima che finisca la partita è una spiacevole sensazione. Se questa volontà è figlia non di un brutta prestazione della propria squadra del cuore, ma di una situazione di reale pericolo per l’incolumità della persona stessa, viene spontaneo chiedersi quanto valga la pena continuare a muoversi dalla propria città per seguire il calcio. Precisando da subito di non voler cadere nella retorica e nella morale, la riflessione del caso aiuta, però, a introdurre, e a riportare alla memoria di tutti coloro che erano presenti, la trasferta di Genova contro la Sampdoria del 25 febbraio 2001. Lo stadio di Marassi è l’ideale teatro per una partita di pallone. Raccolto, a ridosso del rettangolo di gioco, è il classico catino che permette allo spettatore di godere da vicino le gesta dei propri beniamini e di incitarli al meglio, sicuro che il tifo venga recepito. All’esterno è invece un luogo che non trasmette un senso di sicurezza e ordine. Circondato da case e vicoli stretti, è raggiungibile in alcuni punti solo dall’attraversamento di uno stretto ponte sopra il torrente Bisagno. Quella domenica sono circa mille i tifosi al seguito dei granata. Sono proprio alcuni dei nostri stessi tifosi, appartenenti alla frangia più attiva del tifo, a creare per primi disordini all’esterno dell’impianto del Luigi Ferraris, prendendo alla sprovvista i supporters avversari e soprattutto le forze dell’ordine. Queste ultime, totalmente impreparate e disorganizzate, progettano durante la partita un’azione riparatrice di tardivo controllo dagli effetti assai discutibili: senza alcuna distinzione tra uomini, donne e bambini, provvedono a schedare ciascun tifoso ospite ritardando l’uscita dallo stadio del migliaio di tifosi granata sino a tarda serata. Sampdoria Torino è la partita di cartello della 5° giornata di ritorno del campionato di serie B 2000/2001. E’ l’anno in cui Camolese ha ereditato la squadra da Gigi Simoni e sta risalendo la classifica dopo un inizio disastroso. Il Toro è reduce da una striscia di risultati molto positivi e affronta i blucerchiati in una gara piena di insidie. L’entusiasmo è alle stelle, la squadra appare unita e ha in Antonino Asta e Riccardo Maspero i leader indiscussi dello spogliatoio. L’attacco è affidato a Stefan Schwoch e Ciccio Artistico. La difesa può contare su giocatori di categoria superiore come Galante, Delli Carri e Fattori. In porta Luca Bucci infonde loro sicurezza. Tutti questi ingredienti non sono comunque sufficienti per vincere ogni partita ed è ciò che è accaduto contro la formazione genovese, guidata da Gigi Cagni, che s’impone nell’occasione con un risultato all’inglese. Autori delle reti Flachi e l’ex di turno Possanzini, cresciuto nel vivaio granata. La sconfitta non influirà sul prosieguo del campionato che vedrà il Torino piazzarsi al primo posto in classifica con il record di punti e vittorie. La stessa Sampdoria, invece, dovrà accontentarsi del primo posto non utile per la promozione nella massima serie. La partita non offre grande spettacolo e già alla mezz’ora appare chiusa con i padroni di casa forti del doppio vantaggio. I primi caldi anticipatori della stagione primaverile fanno il resto sulle gambe affaticate dei giocatori. L’atmosfera tra il pubblico è mesta e forse influenzata da ciò che è accaduto fuori dal campo di gioco e che dovrà ancora accadere al fischio finale del direttore di gara. La sconfitta rimediata passerà in secondo piano.