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mondo granata
Uhm...riesco a sentire l'eco della mia voce. Strano, stranissimo, di solito questo luogo è sempre affollato.Yuhuuu...dove siete? Boh?! Saròarrivato troppo presto? Aiuto, sono rimasto solo?Strano...passeggeò per le stanze vuote di questa Istantanea del venerdì. >Non c'è proprio nessuno, soltanto camere bianche e solitarie, spesso con fogli rovesciati per terra. Qui sentivo il ticchettio della tastiera del mio amico, potrei giurarlo... e laggiù la voce della mia amica, che provava a ripetere ciò che scriveva'. La mia stanza c'è ancora, tutto normale mah! Mi siedo e rifletto. Il silenzio alle volte fa paura, più spesso invita alla riflessione.L’assenza, qualcuno o qualcosa che non c’è.Partiamo dal Toro?Perché no, non ho voglia di farla tanto lunga.
Che bello quando il Toro non c’era.L’estate è il tempo della mancanza.Delle separazioni e della lontananza, nonostante si creda sia tutto un fiorire di nuove storie.Spesso l’estate è il periodo in cui due persone non possono stare assieme. Per mille ragioni, complicate o meno, perché uno dei due non può, perché sono destinate a esserlo.Così come il Toro, molti non riescono a starne distanti.
Esisteva un tempo mediamente lontano, nel quale l’assenza del Toro era salutare.D’accordo, sono anni che non torneranno più, ma la forzata inattività serviva a ricaricare le pile. A confrontarsi con persone diverse con le quali non c’era da ricamare sulla notizia ossessiva, cercata per forza, sullo stato d’ansia indotto che guai a farne a meno.La voglia di Toro tornava da sola, eccome se tornava, dopo un mese-due mesi di quasi silenzio, turbato soltanto dalle pagine di giornale della mattina.Certo, erano anni nei quali il Toro esisteva eccome, non si faceva attendere e a settembre sarebbe iniziata comunque una nuova avventura, andasse come andasse.
Il corso degli anni ha disintegrato questa abitudine indispensabile di vita.Il Toro non c’è stato per decenni, se non a sprazzi, spesso è scomparso o stato fatto scomparire ed abbiamo dovuto convivere con un ricordo, una mancanza totale, che fa sì che oggi non si molli la presa, facendoci uscire devastati dalle polemiche o dallo scoramento anche nei mesi di luglio.
Non so per gli altri, ma per molti di noi che non sono proprio di primo pelo, la festa della promozione, invece che segnare un punto di partenza, ha segnato un punto di arrivo.Ci si è concentrati sull’obiettivo, dando tutto, arrivando esausti a quel giorno di maggio, senza avere voglia di pensare al dopo.Sarebbe dovuto essere davvero un punto di arrivo, una tappa quasi obbligata, costruita sulla voglia di rivalsa dopo anni di polvere e aria irrespirabile.Invece, molti di noi hanno tentato di staccare la spina, dopo la festa.Che hanno affrontato con quel sorriso che sa di “Sì, ma…”, gioendo un po’ in secondo piano, lasciando il passo ai più giovani, come è giusto che sia.Immaginando che una campagna acquisti capace di mettere il Toro lontano dalla lotta salvezza, non sarebbe ma arrivata.Da lì, è nata la voglia di assenza, il bisogno di tornare a quello che era un tempo, per ridefinire i contorni della cosa amata, ancora una volta.Così non è stato.
In pochi hanno voglia di affrontare con entusiasmo giornate nelle quali probabilmente finiremo col prenderne parecchie dalle squadre titolate di turno.La sete di vittorie era soltanto all’inizio e in fondo pensare che sia già finita, per forza di cose, o che non si sia in grado di proseguirla, ha abbattuto parecchi.Sono dieci anni che non facciamo un gol ai gobbi, non dico vincere un derby, non so se sarà mai possibile.La prospettiva però di battere le mani ad una squadra che come obiettivo massimo ne possa prendere solo un paio dagli odiati, atterrisce, anche se questo fa soltanto parte dei peggiori auspici.Meglio dunque lasciare andare avanti le nuove generazioni, giocando a fare finta di non esserci, per recuperare un po’ di forze, allontanandosi dalle ossessioni del calciomercato e dalla incapacità di staccare.
E viene in mente quando il Toro non c’era, in quelle estati così belle.Un amore viene esaltato dal suo innamorato, se questi non è in grado di incontrarlo.Sa che forse lo farà, e vive di questo.Per il Toro era così.La sua assenza ne definiva la bellezza che avremmo ritrovato incontrandolo ancora.Da tempo non è più così, il pensiero ossessivo rischia di svilirne l’essenza, facendola diventare abitudine.
Per quanto riguarda invece le mie parole disilluse…Sappiate che lo scorso anno durante lo stesso periodo, sparavo a zero sulla squadra di Ventura, soprattutto dopo la sconfitta in Coppa Italia col Siena.Il mio non capire nulla di calcio è un ottimo presagio.
Che bell’ambientinoE’ stato l’anno della contrapposizione estrema tra contestazione ad oltranza ed ottimismo talebano, schegge ingombranti di quello che è diventato il nostro ambiente.Entrambi secondo me generano la stessa quantità di danni, perché pur di non dar ragione all’avversario, ci si radicalizza su posizioni estreme e spesso ridicole.Come sapete, per mille motivi non mi sono mai schierato in favore della contestazione, anche se, mi tocca riconoscere con moltadi rabbia che questi signori avevano parecchia ragione su alcuni punti. Sono però stati azzoppati dai loro stessi modi che hanno esasperato la gente moderata, che li poteva davvero supportare.Allo stesso modo ho trovato indisponente l’impossibilità di muovere critiche a squadra e società, pena essere tacciato di dover andare a tifare per i gobbi.Ormai l’ambiente granata vive, cotto da polemiche e rabbie che certo internet non ha contribuito a lenire.
Non è tanto questo il punto. Alle volte mi scrivono tifosi, o incontro persone, che avrebbero una grandissima voglia di entrare in contatto con l’ambiente granata, ovvero quella cerchia di cose e persone che ruota strettamente attorno alla squadra.Lo chiedono semplici tifosi.Ecco, statevene alla larga, e ve lo dico con cognizione di causa.Raramente, e non troverete molte persone disposte a dirvelo, mi sono imbattuto in un ambiente così mefitico, una meravigliosa collina splendente del verde di un prato rasato all’inglese.Sotto la cui erba però non c’è terra.Ma altro.Una montagna.
Persone che venderebbero la propria madre per un arcisecondo di similnotorietà, gente che vive di luce riflessa, che si valuta per chi conosce, che ti pugnala alle spalle, che ti soppesa per quanto gli puoi tornare utile, che di Toro non ha un fico secco.
E non crediate, l’apparenza inganna.Anche restringendo ulteriormente il cerchio e finendo nel ristretto numero di eletti, anche la persona più amata può rivelarsi, in maniera totalmente inaspettata, un misero che ha perso contatto con la realtà, una statua che crolla con fragore.Non crediate. I grandi valori morali vengono polverizzatiSe non altro questa rubrica vi ha sempre detto cose che da altre parti si sarebbero ben guardati dal menzionare.Tranquilli, è l’essere cani sciolti che rende coraggiosi.Mica altro.Tutti sono coraggiosi nella misura in cui non sopravvivono con questo mestiere.
Ancora una volta il Toro ha bisogno di una distanza ideale per essere tifato.Ancora una volta bisogna farne a meno, per averlo.
SqualificaNon era mai accaduto, un’onta che va oltre il punto di classifica, fosse anche stato mezzo.Non ho rancore verso il reo che ha causato tutto questo.Allo stesso tempo mi auguro che il consumo di Imodium, nel suo luogo di residenza, abbia un’impennata esplosiva e il suo utilizzo si riveli del tutto infruttuoso in modo inversamente professionale.Spero che il nostro amico abbia modo di meditare su quanto combinato, tra una fermata e l’altra in una delle stanze di casa sua. Fermate che mi auguro lunghe, frequenti, tribolate, in uno spettacolo pirotecnico spasmodico e continuato, destinato a durare anni.
Nello stesso tempo, guardate com’è strana la gente, noi non abbiamo pensato neanche per un istante al fatto di essere vittime di un complotto.Su Facebook in questi giorni è tutto un fiorire di piccole verità.Noi condanniamo.Altri li difendono.La cosa è incredibile. Invece di chiedere pulizia a tutti i livelli… no, cosa fanno?Difendono l’incriminato soltanto per il fatto che è uno di loro, se fosse stato dell’Inter lo avrebbero già massacrato.E’ incredibile la quantità di persone gobbe, solitamente ragionevoli, distorte dall’ottica rabbiosa del tifo su questa vicenda .Persone capaci di trasformarsi e di accettare distorsioni e adattamenti inventati pur che l’oggetto della propria sublime passione risulti salvo, pur di adattarle al loro pensiero a sua volta distorto.Più ancora, c’è tutto l’arrogante fastidio di chi difende un potere, alterandosi testardamente per la sorpresa del non poter gestire le cose a proprio piacimento.L’atteggiamento di chi proclama rettitudine morale per gli altri e poi si imbufalisce quando la rettitudine e il dovere è richiesto a loro, è un atteggiamento tipicamente italiano.Sotto questo punto di vista certe squadre avrebbero potuto esistere soltanto in Italia, per cibarsi con la cannuccia di queste deviazioni di pensiero.
TifoAnche in questo caso sarà l’assenza delle parole a definire la situazione.Dobbiamo fare il riassunto dell’ultimo anno con le parti in causa o ci arriviamo da soli?Potrei fare finta di niente, ma sarei un ipocrita.Cercate di leggermi tra le righe, qualcuno sa, qualcuno no.Non sarà un anno facile, per nulla.Per riassumervi come mi sento, sappiate che tempo fa era stata ventilata la mia partecipazione, con altri amici, a una trasmissione televisiva, della durata dell’intera stagione.Vi dico la verità, quando mi è stato comunicato che la cosa era saltata, ho provato un mezzo sospiro di sollievo.Perché?Perché non si sarebbe stati tranquilli, ecco la verità, ci sarebbe voluta troppa attenzione nel parlare delle cose.E andare a fare il pupazzo, dovendo cercare di adattare il proprio pensiero per non scontentare nessuno, non sarebbe stata una cosa piacevole.
OlimpiadiContinuo ad aggirarmi per queste stanze vuote, quelle dell’assenza, nella mente ancora le ultime parole.Da un locale vuoto provengono dei suoni.C’è un video acceso, sta trasmettendo le gare delle Olimpiadi.
Girano voci incontrollate.Ad esempio si dice che nella gara del Tiro con l’arco a squadre, vinta dai ragazzi italiani, sia passata in secondo piano la prestazione di Marotta, che ha ucciso tre spettatori.Ma sono soltanto voci.Si dice inoltre che un dirigente bianconero, che doveva gareggiare in corsia 8 nel nuoto, abbia preteso la costruzione di una corsia ancora più esterna, che fosse chiamata corsia 10.
Oltre a questo, vi devo dire la verità.Ho provato piacere a tifare per l’Italia, il contrario dello schifo provato a giugno.Il senso d appartenenza genuino abita tra questi sport, dove puoi tifare tranquillamente per la scherma, senza che nessuno il giorno dopo arrivi a chiamare l’Italscherma come Italjuvescherma.Senza il commento ruffiano dell’ex calciatore di turno che sa tanto di imbonitore di fiera che ti convince che l’Itaglia deve per forza vincere.Più ancora, sapere che da questo tifo olimpico è esclusa una certa massa burina con la quale non hai mai avuto nulla a che spartire.E dopo tanto, ho provato piacere nel vedere la bandiera italiana.A proposito, qualcuno sa se un certo dirigente bianconero parteciperà alla gara dei 112 ostacoli?
AmiciSi imbiancano i muri, si spostano i quadri, ci si muove di stanza.Quanto tempo della nostra vita abbiamo trascorso attendendo qualcuno che non c’è?Un oggetto, una data, soprattutto una persona.Un ricordo ricordato per anni.Forse tanto vale accettare le cose per quelle che sono.Lasciatemi quindi ringraziare delle persone che mi sono care e che ora non ci sono.Che hanno abitato queste stanze per anni.Persone che sono state e sono molto più che amici, prima di essere colleghi.Qualcuno lo deve fare.Lavorare con voi a Toro News è stato un onore, ragazzi.
IstantaneaUn tempo Istantanee andava in ferie ed agosto ospitava Istantanee estate, racconti di amici o lettori.Ora la gente non va quasi più in ferie e io non mi sono accorto che fosse agosto.Andiamo avanti così, dandoci appuntamento per venerdì, poi vedremo.Il sottoscritto ha un progetto editoriale da definire una volta per tutte e dovrebbe concentrarsi su quello. Chi lo sa. Forza Toro, gente. Mauro Saglietti
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