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mondo granata
di Fabiola Luciani
Ebbene lo dico, così mi levo anche il fastidioso sassolino che mi porto dietro da tempo. VERGOGNA!!
Visto che alla Sisport diranno che va ovviamente tutto bene, a similitudine dell'orchestrina che continuava inesorabilmente a suonare mentre il Titanic si inabissava nell’oceano; per depressione, nonché per disperazione sono andata a rivedere tutte le partite delle nostre dirette concorrenti, conscia che se di solito l'erba dei vicini è sempre più verde, in questo periodo sicuramente non brillerà certo come uno smeraldo, ma almeno non galleggiano nella melma.La prima cosa che mi è saltato agli occhi è che quelli là corrono. Sì, corrono anche molto bene direi, mentre se nel Toro riportassimo Pancaro farebbe addirittura la figura di Speedy Gonzalez. Qualcuno azzarda problemi di preparazione, ma non è affatto corretto dire che la preparazione della nostra squadra è stata sbagliata, semplicemente perché, in pratica non è mai stata fatta. Insomma due tuffetti in piscina e via in giro per amichevoli con i dilettanti. Ho assistito di persona alla fine di Agosto ad allenamenti della durata di poco più di mezz’ora … una corsetta attorno al campo, una sgambettata attraverso gli ostacoli disposti sul campo e due passaggi messi in croce, il più delle volte anche imprecisi.
I nuovi acquisti non si sono ancora visti, uno schema di gioco manco l’ombra e soprattutto c’è da sottolineare una serie impressionate di infortuni che solo per i superficiali è causata dalla mera sfortuna.La seconda cosa che ho notato è che gli altri hanno fame, tanta fame, mentre noi abbiamo l'atteggiamento di Gloria Swanson nel film “Viale del tramonto”.Ho visto il Cagliari, ieri, con poche idee, soprattutto confuse, ma lottavano su ogni singolo pallone; piangevano, guaivano, simulavano e la buttavano talmente in caciara che sono riusciti non solo a raggiungere l'obiettivo minimo prefissato, ma addirittura a prendersi l’intera posta in palio. Quelli del Toro invece sono molli, stanchi della vita, desiderosi di fuggire sul primo aereo pronto a portarli più lontano possibile. Molti sembrano giocare per se stessi, altri invece non sanno proprio cosa fare con il pallone. Non voglio ora entrare nel merito delle analisi tecniche, ma altrove gli allenatori hanno sempre ben chiare le idee su come mettere sul terreno di gioco la propria squadra, mentre da noi assistiamo in campo ad un totale stato confusionale. In questo caos, coloro che hanno a cuore le sorti della squadra giustamente sbraitano, Sereni su tutti.
Eh no, cari miei, non ci siamo proprio, perché il mio Toro non perde così. Non si fa certo scivolare la sconfitta addosso con un miserevole velo di tristezza.Il mio Toro si sbatte e s’infuria. Sempre. E poi magari perde uguale. Ma con orgoglio.Il mio mister non dice: “stiamo pagando esageratamente …”, ma dice: “mi girano le …”, oppure “mi rode il …”.I componenti del mio Toro non s’arrampicano sugli specchi per far contenti i giornalisti ed i media venuti ad accertarsi che il gattino spiaccicato a terra sia pronto per la sepoltura. Stanno zitti, casomai borbottano, imprecano a bassa voce e soprattutto sgobbano.Smarrito dietro i suoi sproloqui ripetuti come un disco incantato, il Mister ha perso progressivamente ai miei occhi il suo granatismo, per trasformarsi in un cupo ragioniere della sconfitta, della rinascita rinviata di domenica in domenica, col sottofondo incessante di Rossella O’Hara con il suo ormai celeberrimo: “domani è un altro giorno, si vedrà”.Poi se aggiungiamo a tutto questo l’assieme degli ormai noti problemi che sono sotto gli occhi di tutti, come una difesa inguardabile e piena di amnesie in fase di copertura dei terzini, sostenuta oltretutto da un centrocampo assente, per poi mettere anche in conto che i goal dovrebbero arrivare da una certa fluidità di manovra che peraltro non c'è e non c’è mai stata, e mancando dulcis in fundo quel giocatore che con un guizzo è in grado di risolvere le situazioni complicate, possiamo tranquillamente salutare anzitempo il nostro fegato, già martoriato da altre indegne prestazioni. A questo quadro già di per sé devastante aggiungerei la vigliaccheria arbitrale che ama affondare la lama del coltello laddove vede il terreno fertile che in poche parole si traduce in una società totalmente assente. Vi consiglio a tal proposito di gettare un occhio all'atteggiamento degli arbitri, prono nei confronti di alcune squadre mentre con il Toro è fastidiosamente spocchioso, e a osservare come costoro consapevolmente amano usare due pesi e due misure in gara, specie nella gestione delle ammonizioni o nello sbandierare inesistenti fuorigioco con la complicità di guardalinee incapaci e facilmente sacrificabili alla causa.Il bello di tutto questo che ad oggi abbiamo incontrato squadre teoricamente alla nostra portata, mentre da ora in avanti ci confronteremo con partite vere e affrontarle con questo atteggiamento remissivo non può che farci sprofondare inesorabilmente in una situazione pericolosa che difficilmente saremmo in grado di tirarci fuori in maniera indolore.
Non ci vuole molto a capire, nonché a pronosticare che questa è e sarà un campionato di sofferenza. Ne abbiamo vissute troppe così per non capirlo.Sono questi i campionati in cui si traccia la riga del o di qua, o di là. In cui si vedono i “granata”, in cui si diventa del “Toro”.Sono questi i campionati dove deve emergere l’orgoglio, l’appartenenza e l’amore per la maglia oltre il risultato. Invece la sgradevole sensazione che da un po’ di tempo mi impasta la bocca e mi continua a seccare la gola come un vino cattivo, è invece che questa squadra, abbiano molte cose nella testa, ma il Toro per niente. Insomma la sensazione è che con il Toro e con Torino abbiano poco o nulla a che spartire.Asserragliati nel loro fortino di paglia in cui la sconfitta è parte integrante del mestiere, li sento lontani anni luce dal mio Toro.Quello che scende in campo sempre a testa alta e a muso duro.Quello che non s’arrende mai dinnanzi a nulla.Quello degno dei mille garibaldini di Udine, sotto gli sfottò dei tifosi avversari e della Maratona che contro ogni avversione incita la squadra sempre fino alla fine, nonostante il “nulla calcistico”.A questa squadra serve un’incornata di toro, un digrigno di denti, un ringhio tale da far accapponare la pelle agli avversari. Serve un po’ di sana follia e di tremendismo granata.A questo Toro serve solamente essere “il Toro”.Quello che domina dall’alto anche dopo una sconfitta.“VERGOGNA!” hanno urlato i tifosi allo stadio alla fine della gara, perché noi possiamo accettare come sempre di cadere e di farci male, ma non accetteremo mai di scivolare nel viscido piano inclinato dell’indecenza e di una mediocrità senza orgoglio e senza un minimo di colore.Ridateci il Toro o ci toccherà venircelo a prendere.Ricordando a lor signori, sempre con rispetto e col dovuto garbo del caso, nonché con licenza poetica, un concetto elementare e fondamentale: Noi siamo il Toro, CA …volo!Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
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