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mondo granata
Stamani voglio riproporre un articolo di alcuni mesi fa, in cui riportavo la bella e mail di Simone su un tema ancora molto sentito dai tifosi del Toro: lo scudetto revocato. Perché, come dicevano i latini: repetita iuvant.
I giornali raccontarono così la vicenda: il dirigente granata Nani entra in contatto con il terzino gobbo Allemandi, pattuendo 50.000 lire dell’epoca in cambio di un "accomodamento del risultato", ripartito in due rate. Il derby terminò 2-1 per il Toro, ma Allemandi fu uno dei migliori in campo. Per questa ragione, Nani ritenne di non essere tenuto a pagare il resto. Avrebbe dunque litigato con Allemandi, ma il giornalista Farminelli, inviperito col Toro perché non omaggiato dell’abbonamento stampa, avrebbe origliato tutto.A campionato vinto dal Toro (secondo posto al Bologna), un articolo di Farminelli scatenò le indagini della FIGC del gerarca bolognese Arpinati. La “prova schiacciante” furono alcuni pezzi di carta che uniti risultarono una lettera nella quale Allemandi reclamava la seconda rata. Nulla impedisce di pensare che Arpinati non avesse i mezzi per produrre prove false.La sentenza sportiva decretò la revoca dello scudetto al Toro e la squalifica a vita di Allemandi, che però fu amnistiato nel 1928 e campione del mondo nel 1934. La gobba ne uscì pulita, poiché i bianconeri sostennero che il terzino si era mosso in autonomia e che il club era vittima, e non protagonista, dell'illecito. Insomma, se da una parte fu applicato il principio della responsabilità oggettiva (does Moggi remember?), dall'altra esso fu completamente disatteso.Lo scudetto restò, contrariamente alle norme del CIO, non assegnato.Forse Arpinati, preso dai rimorsi, non se la sentì di andare fino in fondo con il furto.Riepilogando, la cifra e le circostanze della corruzione, la tardività nella pubblicazione dello "scoop", i rancori personali di Farminelli, la buona prestazione di Allemandi e la particolare posizione di Arpinati sono elementi che costituiscono un valido fondamento per richiedere una revisione di quella sentenza.A ciò, si aggiunga la promessa dell'allora presidente della FIGC Barassi di restituire lo Scudetto al Torino il 6 maggio 1949, sulle bare del Grande Torino, promessa mai mantenuta.Lo Scudetto del 1927 è nostro. Ridatecelo.
Giacomo Serafinelli
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