Mercoledì 4 novembre 2009, freddoCaro Diario,sono ancora immersa nella nebbia melmosa che mi ha lasciato dentro il due a zero di Trieste.E dire che la partita in sè, almeno nominalmente, aveva un fascino antico... vabbe', un colpo di vento e si riparte.C'è incertezza per il 'singhiozzo prestazionale' che di perplessità colma le anime granata ma tant'è... chi vivrà vedrà.Anzi: chi ha voglia di vivere vedrà, chi ha voglia di strepitare e di battere i piedi per terra vedrà pur esso ma si lascerà andare ad acidi rigurgiti di autoincensazione ritenendosi poi, a torto, meritevole di eventuali successi che - se ne rendano conto - dipendono solo da chi calpesta il manto erboso. Così come le sconfitte, ma di questo se ne rendono perfettamente conto.Due pesi e due misure, si dice così, no?Sono volutamente fumosa, caro Diario, perché se c'è qualcosa che mi annoia è discettare di cose viste talmente tante volte da risultare noiose. E dannose.Sono volutamente fumosa perché a volte ho voglia di parlare solo con me.Vabbe'...Giovedì 5 novembre 2009, freddissimoCaro Diario,l'altro giorno parlavo con Mauro e ci confrontavamo su differenti metodi educativi. Gli spiegavo che attraverso il dialogo generalmente si ottengono i risultati migliori.Per dialogare bisogna mettersi allo stesso livello dell'interlocutore sotto più punti di vista, bisogna essere empatici, bisogna SFORZARSI di mettersi nei panni dell'altro.E ci domandavamo se va ancora di moda farlo, se va ancora di moda andare incontro agli altri e non CONTRO.Forse in questi giorni parliamo d'altro che non sia il Toro perché abbiamo tanto altro di cui parlare, abbiamo delle vite, le nostre vite... o forse perché si avvicina un dei nostri momenti tristi, il momento triste che chiude l'elenco dei momenti luttuosi granata... e così proviamo a non pensarci.Mancano tre giorni e poi saranno trentatré anni da che Giorgio Ferrini se ne è andato.Sottovoce, con il favore delle tenebre, e poi si mise a piovere.Per l'ennesima volta.Venerdì 6 novembre 2009Caro Diario,che cos'è un supereroe? Un essere quasi infallibile. Dico 'quasi' perché ogni supereroe ha un punto debole, ogni supereroe ha la sua criptonite.Ogni bambino, a modo suo, è un supereroe ed il suo punto debole consiste nella perdita dei propri miti, nel constatare che in realtà i supereroi non esistono e che, in fondo, si è dannatamente soli su questa terra.Il giorno prima è tutto perfetto e gioioso, il giorno dopo si apre una voragine e si prova un freddo da cui non ci si può riparare.Poi ci si abitua al freddo, poco per volta, e si vive (anche) allegramente con le altre solitudini perché la consapevolezza dell'essere soli non fa sì che la solitudine si possa accettare.E così camminiamo a testa alta con il cuore pesante: ormai sappiamo che i supereroi non esistono... e se per caso esistono non sono così super come credevamo... vabbe', la Fede non retrocede... ma questi sono giorni tristi.Perché quel profumo di Toro, a volte, sembra essersi dileguato proprio trentatrè anni fa..Domenica 8 novembre 2009, pioveCaro Diario,niente... piove.Ciao, Capitano... ti portiamo nel cuore.A proposito di cuore... sai che cosa non finisce mai di stupirmi? Il numero (enorme) di persone che tifano colori diversi dal nostro ed affermano, con verità, di portare il Toro nel cuore.Generalmente di tratta di figli e/o di nipoti di tifosi del Grande Torino.Hanno preso strade diverse, hanno scelto percorsi più facili, però portano il Toro nel cuore.E sebbene abbiano la possibilità di alzare più spesso di NOI le braccia al cielo in segno di vittoria... godono delle nostre stesse gioie, dei nostri stessi dolori.Come quei migranti che hanno quasi dimenticato la lingua natale ma si gonfiano d'orgoglio se sentono parlare della terra delle proprie radici.Il Toro ti sceglie, no?Peccato che al primo 'sgarro' tutta la poesia (e ce n'è comunque sempre) scivoli via come lacrime nella pioggia, come insegna l'androide Roy in "Blade runner".A volte penso che piova perché si insiste troppo tenacemente a desiderare che le nuvole producano alluvioni.Lunedì 9 novembre 2009, quasi martedì, Torino-Lecce 3-1, anzi no: 2-2Caro Diario,ce ne stiamo lì a fischiare perché ammalati dello stesso protagonismo di alcuni di quelli che vengono fischiati.Fischiare tanto per fischiare è un atteggiamento maturo e produttivo.Come quando rompo in mille pezzi i giocattoli dei miei figli perché hanno fatto un po' più di cagnara.Indovina indovinello: quale fra le due situazioni sopra riportate è reale? I fischi o i giocattoli spatasciati? Vedi tu...Danno quello che hanno da dare, evidentemente.In campo.NOI prendiamo quello che ci danno e comunque e sempre ci fa schifo, perché NOI siamo il Toro, NOI qui, NOI là, NOI... io non userò più la parola NOI.Non la userò più fino a che non avrà di nuovo senso usarla.Schegge impazzite. E' quello che vedo. Vedo che i pesi e le misure non sono codificabili perché variano di continuo.Vedo la cultura (be', 'cultura' mi sembra una parola grossa...) del "ci è dovuto!", del "perché NOI!".La Stefi dice che ci portiamo addosso la tragedia di non poter essere mai più grandi dei padri, e il dovere di esistere comunque. E la nostra strada, per destino, non può essere di mezzo.Aggiungo che si diventa grandi quando dai padri ci si distacca.E vale per TUTTI.Poi ti devo raccontare della confusione di alcuni e delle ferme, indiscutibili, catastrofiche, definitive certezze di altri ma non adesso, non adesso... perché sto camminando su gusci d'uovo e, ti dirò, non mi sento propriamente a mio agio... un po' come quando certi prof al liceo mi alitavano sul collo ed andavo totalmente fuori di testa anche se ero conscia delle mie capacità... non era paura, era solo... noia.
mondo granata