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mondo granata
Sabato 29 agosto 2009. Caro Diario, non basta avere la faccia da Toro per averne anche il cuore e la testa.O, forse, abbiamo così tanta voglia di facce da Toro che se ne scorgiamo barlumi si accende il fuoco.Il fuoco.Quale fuoco? Quello che ci rende quel che siamo: testardi innamorati.Bene.Non esiste più la faccia da Toro, non esiste più la faccia da Toro che si adatti ai parametri che abbiamo costruito tanto tempo fa e che tramandiamo a coloro che le NOSTRE facce da Toro hanno visto giocare solo nelle immagini sgranate (non mi piace questa parola) di un argenteo DVD.Personalmente ho deciso di fare un'operazione di “pulizia” interiore lasciando che il Tempo, unico giudice abilitato ad emettere sentenze ed unico medico in grado di curare le ferite impalpabili, quelle che si posano sulla nostra parte eterea, dica la sua.La Storia, la sequenza di facce da Toro che sono passate davanti ai miei occhi nei decenni che porto in saccoccia, tutti i momenti che, inanellati, sono diventati monili (tribali?) di cui adornarmi.Io li guardo e mi perdo. Senza paura di cadere.A proposito di Storia... Annibale era del Toro.Come potrebbe non essere del Toro un uomo che decide di affrontare le Alpi a dorso di elefante? “Noi troveremo una strada. Oppure ne apriremo una nuova”, pare abbia detto in merito...Noi non disponiamo di elefanti ma abbiamo sempre monti di scalare.Alcuni li affrontano con la rabbia di chi ha le tasche piene di scalare e faticare, con la errata convinzione che non esistano più dolci colline e pianure.Altri lo fanno con entusiasmo sempre intoccato.Due atteggiamenti totalmente differenti che diventano uguali in termini di intensità.Forse lì risiedono la NOSTRA unicità e la NOSTRA forza, in quell'intensità inesauribile ed in continua espansione, contro ogni logica.Sì, è vero: ci accade di brontolare ma rimaniamo qui.Perché in fondo è qui che vogliamo rimanere, è qui che abbiamo trovato il terreno più fertile per i nostri sogni, per la nostra crescita...Domenica 30 agosto 2009Caro Diario,il Giovannone è in testa alla classifica: che inquietudine.Non ci posso credere... volevo scrivere Frosinone ed ho scritto Giovannone... tu guarda gli scherzi della mente... non so se ridere o se piangere.Forse dovrei smettere di giocare a trovar rime... un'ultima partita, dai? Che cosa fa rima con Frosinone? Giovannone, strafalcione, allusione, ciccione, rivoluzione, fifone, prigione, peperone, ceffone, cafone, co... cosa stavo dicendo? Ah già, le rime. Toro fa rima con capolavoro, tesoro, alloro, sonoro. Ed anche con ALEEEEEEEEEEEEEEEEEEE'!!!Credo si tratta solo di ansia prepartita... credo... che tensione...Lunedì 31 agosto 2009, albaCaro Diario,ci siamo: sta per scattare il piano T come Toro.Uscirò dall'ufficio IRREVOCABILMENTE alle 17, arriverò a casa alle 17:30, doccia e vestizione, alle 18:30 salirò sul Vecchio Caprone (l'auto della Stefi), alle 18:45 avremo trovato il solito parcheggio facile, alle 18:55 saremo davanti al chioschetto, alle 19:30 entreremo nello stadio e poi... e poi: te lo dico dopo.Lunedì 31 agosto 2009, notte fondaCaro Diario,sìììììììììì!!! Sìììììììììììì!! Sììììììììììììììììì!!!Non ho più voce... che meraviglia!!!Martedì 1° settembre 2009Caro Diario,è già il mese scorso: detesto i calendari.Se scrivo un-due-tre, forza Toro alé sai che cosa voglio dire, no?Ed allora voglio raccontarti dell'agitazione cadutami addosso all'improvviso, una paura subdola ed incontrollabile.Di che cosa potevo avere paura? Avevo appena visto ed abbracciato gli amici di sempre, riso, scherzato... sai, ha un fascino tutto particolare arrivare lì, fuori dallo stadio, ognuno dalla propria direzione, trovarsi uniti in cerchio, un cerchio che si fa poco per volta più grande, “Hey! Guarda chi arriva!”, intrecciare come una sorta di danza tribale, un'haka sommessa ma vigorosa, in continuo crescendo e poi rompere le righe per entrare là, tutti con la stessa sete di verde e di granata, ed incontrare altri amici, perfino Marco ed il suo spumeggiante padre (lui vide giocare i ragazzi di Superga...) ed anche i suoi figli, il NOSTRO futuro che non verrà mai a mancare, perfino Marek dopo circa vent'anni (com'è che non sei invecchiato?)... l'isteria che cresce scandita dal tic-tac degli orologi.“Quanto manca?” è la frase più espressa sia prima sia durante e il dopo... oh, il dopo si spera sia sempre glorioso...Al mio quattordicesimo “Quanto manca?” la Stefi mi ha fulminato con lo sguardo ma poi ha iniziato a fregarsi la mano sorridendo volpina ed ho capito che era proprio ora.Ed ho iniziato ad avere paura. Paura di un fuoco fatuo. Paura di corsi e ricordi. Paura e paura.Ma si è sciolta, oh come si è sciolta... si è sciolta vedendoli lì sul rettangolo verde: c'erano.Quello è il momento che ci accomuna: NOI ci siamo ed anche loro ci sono. E' un buon inizio.E poi e poi e poi... scese le scale, recuperate Giorgia e Michela, mi sono fermata a guardare.Guardavo la gente scendere dalle scale alla fine della partita, mi sono fermata a guardarla con attenzione.Era una marea granata e sciolta: non riuscivo a vedere ogni singolo volto perché ero accecata dalla NOSTRA luce.Ci sono alcune porzioni di scala per uscire dallo stadio che non sono particolarmente illuminate.Eppure si distingueva perfettamente il contorno di un'onda.Un'onda serena.Un'onda che difficilmente avrebbe potuto fare danni se fosse stata d'oceano e non di Toro.Era evidente persino la cresta dell'onda ed era, ironicamente, fatta di spuma 'trattenuta'... perché dobbiamo ancora imparare a lasciarci andare.Non importa se la volta dopo ci prenderemo una botta feroce sullo sterno, non importa... qui c'è molto lavoro da fare: dobbiamo di nuovo imparare a godere.E lo faremo. Forse non tutti ma poco importa. Ieri guardavo quell'onda e sapevo di farne parte e, stranamente, non avevo più paura.Ora guardo al futuro con un'unica intenzione: mai abbassare la guardia e procedere. Andare avanti. Per riappropriarmi di quella gioia fisica, che coinvolge tutti i sensi, liberatoria, granata, che io mi merito.Anche a costo di cadere fragorosamente per terra... tanto ora so, e lo so per davvero, che posso rialzarmi.Poi ti devo raccontare più dettagliatamente il sapore di vedere uno stadio pieno e di avere la percezione che sia diverso dal solito ma non adesso, non adesso...
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