Il curatore del Museo del Benfica, Luís Lapão, ha raccontato in esclusiva ai microfoni di Toro News quello che ancora oggi è il ricordo del Grande Torino tra i tifosi del club portoghese, l'ultima squadra ad affrontare gli Invincibili prima del 4 maggio 1949. Un ricordo sentito anche se a distanza, in un anniversario della tragedia che verrà ricordato per le particolari circostanze in cui ricade.
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Il saluto del Museu Benfica: “Grande Torino pagina dorata del calcio”
Esclusiva / Il curatore del Museo del Benfica, Luís Lapão a Toro News: “ La leggenda del Grande Torino è un patrimonio e una grande eredità”
Buongiorno Luìs, la società granata è determinata a effettuare una celebrazione lo stesso per come è possibile. Condivide la decisione? Quale è il valore della commemorazione?
"A causa delle difficoltà e delle conseguenze che il mondo interno sta affrontando a causa della pandemia, tante cose sono cambiate. Ne consegue che anche una cosa naturale come la tradizione di salire a Superga, a causa del divieto di assembramenti, per quest'anno sarà sospesa. Credo che sarà ugualmente possibile - e auspicabile - ricordare in qualche altro modo questa data così importante per tutto il popolo del Torino. Sarà un 4 maggio diverso da tutti gli altri, forse il più difficile, ma non per questo non smetterà di essere il giorno degli Immortali".
L’anno scorso lei venne a Torino e salì a Superga insieme al Museo del Torino. Che ricordo ha di quel momento? Ha intenzione di tornare?
"Ho avuto l'occasione di essere a Torino nel 2019 e nel 2014, ospite del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata e dell'Associazione Memoria Storica Granata. In entrambe le occasioni sono stato a Superga, accompagnato da Artus Santos e José Bastos, storici giocatori del Benfica, e non ho parole per descrivere l'emozione che provai: è stato molto speciale. È una storia molto triste e tragica ma allo stesso tempo molto bella sotto una moltitudine di punti di vista, non per ultimo per essere l'espressione più autentica di una grande comunità di tifosi che vive e sente la storia della propria squadra in una forma unica. Il Torino non è più un colosso del calcio mondiale come lo è stato in passato, ma rappresenta ancora una pagina dorata della storia del calcio che non potrà mai essere cancellata. La leggenda del Grande Torino è un patrimonio e una grande eredità! Un patrimonio dei torinesi ma non solo. È soprattutto patrimonio storico dello sport, del calcio, dell'Italia e dell'umanità. Perchè, alla fine, la storia del Grande Torino è una storia di persone normali, di esseri umani".
Ormai quasi quattro anni fa il Torino arrivò a Lisbona per la Eusébio Cup e contestualmente ci fu l’apposizione di una targa allo stadio Do Jamor. È possibile secondo lei che vengano promosse altre iniziative tra Benfica e Torino in futuro?
"La partita di Eusébio Cup del 2016 con il Torino è stato il punto più alto della storia di questo trofeo, che in passato ha visto la partecipazioni anche di Real Madrid, Inter, Milan, Arsenal, Tottenham e Ajax. La partita contro il Torino, però, ha avuto un sapore speciale e forse è stata quella più bella, simbolica e sportiva tra tutte quelle disputate dal Benfica, nel vero senso di quello che lo sport dovrebbe essere: unione e ponte tra popoli. Mancava solo Eusébio, che era mancato appena due anni prima. In campo vinse il Torino, ma sugli spalti a vincere furono i tifosi, le persone. Sono del Benfica da quando avevo cinque anni. Ne ho 52 adesso e la partita del 2016 fu la prima volta che il pubblico del Benfica si alzò in piedi per omaggiare una squadra avversaria. I tifosi del Benfica piansero di emozione e sentimento fraterno, e i tifosi del Torino con loro. Se Francisco Ferreira e Valentino Mazzola fossero stati là, avrebbero fatto lo stesso. Ci furono abbracci e scambi di magliette e sciarpe. Da quel giorno, Benfica e Torino sono ancora più legati di prima. In quel contesto, non potrò mai dimenticare aver camminato sul prato del Jamor assieme ai famigliari degli Immortali, con i nipoti di Ossola e di Gabetto. Strinsi loro la mano! Questi ricordi non sbiadiranno mai!"
Con quanto affetto la gente del Benfica ricorda il Torino?
"I tifosi del Benfica conoscono molto bene i momenti storici e gli eroi della squadra per cui fanno il tifo. L'episodio di Superga occupa un posto speciale ed è rimasto impresso nella memoria storica dei tifosi. Tutti i benfiquisti considerano il Torino come una squadra amica. La Eusébio Cup del 2016 o l'appoggio dato ai nostri tifosi durante la semi-finale e la finale dell'Europa League del 2014 hanno ravvivato e consolidato il sentimento di fraternità che ha origine nella nostra memoria condivisa, che vi identifica e ci avvicina e che non potrà mai eclissarsi".
Infine, una domanda sul presente del calcio. In tutta Europa i campionato sono fermi. Il premier portoghese ha dato il via libera per il ritorno delle partite dal 30 maggio. Crede sia giusto che si torni a giocare?
"La pandemia ha portato il mondo del calcio e dello sport in generale a confrontarsi con problemi sconosciuti, mai visti né tanto meno immaginati. Disputare le partite a porte chiuse è l'esatto contrario di quello che è il calcio rappresenta: festa e spettacolo. Prima dello stop forzato alle competizioni, in campionato il Portogallo era molto teso e combattuto: Benfica e Porto erano e sono ancora separate da un punto, cosa che avrebbe garantito emozione e tensione fino al termine. Adesso tutto è cambiato: mentre siamo tutti in preda all'apprensione per il futuro, il calcio sembra essere passato in secondo piano. Nessuno è pronto per un cambio repentino delle regole, tanto meno il calcio con il suo pubblico, i giocatori e tutte le altre persone che servono per far funzionare la macchina. Questa, però, è la realtà, a cui dovremo abituarci e con cui dovremo convivere per un po'. Ma credo, e penso, che tutto si risolverà per il meglio e il Benfica vincerà il suo trentottesimo campionato".
(ha collaborato Federico Lanza)
DI SEGUITO IL RIASSUNTO DEL 4 MAGGIO:
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