Paolo Pulici, una bandiera, un’icona di un calcio che non esiste più. Non c’è tifoso granata, anche il più giovane, che non sappia chi sia Puliciclone, Pupi o Paolino. E’ nato sotto il segno zodiacale del toro ed ha incarnato tutta la vita lo spirito combattivo del Toro. Ancora adesso, a 58 anni appena compiuti, è coerente con se stesso, con le scelte di vita che ha fatto, con i suoi valori. Attaccante di razza, Pulici segna in maglia granata134 reti in 14 campionati e vince uno scudetto ed una Coppa Italia, prima di terminare la carriera tra Udinese e Fiorentina. Segna l’ultimo gol con la maglia che porterà per sempre nel cuore proprio contro i viola, il 14 marzo del 1982. Pulici si è sempre esaltato nei derby, ma ci sono tre partite che hanno segnato altrettanti momenti storici della sua carriera e tutte con la Fiorentina coinvolta, squadra con cui concluse la sua carriera calcistica. L’anno dello scudetto, era il 1976: a poche partite dal termine del campionato, Paolino rifila una tripletta da sogno ai toscani, allora allenati da Mazzone, che all’ultimo suo capolavoro si alzò in piedi per applaudirlo pubblicamente e stringergli la mano. Quella terza rete valse uno scudetto. La gara si concluse 4-3 per i granata.Nel 1982: il campionato iniziò con due vittorie che portarono la sua firma. Prima a Genova contro il Genoa e poi in casa contro il Bologna. Riuscì solo più tre volte a segnare e l’ultima fu su rigore proprio contro i viola. Il Torino, in quella stagione, si salva in modo sofferto, ma decoroso, schierando in prima squadra molti giovani del vivaio. Della squadra dello scudetto rimanevano a far da chiocce, oltre a lui, solo più Zaccarelli e Salvadori. La partita con la Fiorentina termina in parità con due reti per parte, ma sono altre le curiosità. Per la prima volta si affrontarono da avversari i gemelli del gol. Francesco Graziani lasciò il Torino alla fine del campionato precedente, insieme ad un altro protagonista dell’anno del tricolore, Eraldo Pecci. Segna proprio Ciccio il gol del vantaggio fiorentino. Dopo il momentaneo pareggio di Ermini, la scena fu tutta per Pupi. Prima, ad un quarto d’ora dal termine è protagonista di una deviazione fortuita nella propria rete, su tiro scoccato da Daniel Bertoni, poi, pareggia dieci minuti più tardi con il classico aplomb che l’ha sempre contraddistinto dal dischetto.Non poteva ancora saperlo all’87’ minuto di quella domenica di fine inverno, ma quel gol chiuse un’epoca. Fu l’ultima volta che la curva Maratona festeggiò una sua rete. Infine, un anno e mezzo dopo, è il 18 settembre del 1983, torna al Comunale da avversario con la maglia della Fiorentina, dopo la parentesi di una stagione con l’Udinese. Entra in campo poco dopo l’inizio del secondo tempo al posto dell’argentino Bertoni. E’ la penultima partita ufficiale che gioca a Torino contro il Torino (per dovere di cronaca: disputò ancora uno spezzone di gara l'anno seguente subentrando a Socrates). Passano una manciata di minuti e lascia tutto lo stadio attonito esibendosi in una rovesciata da sogno sotto la curva Maratona, che si scatena in un applauso scrosciante e prolungato. La palla finì sopra la traversa, ma fu un’acrobazia degna di un campione che decise di congedarsi così davanti ai suoi tifosi di sempre. Per la cronaca, finì 1-0 per i granata; Segnò la rete della vittoria Beruatto.
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