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Lunedì sera ho capito…

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Cari lettori, riceviamo un racconto dalla nostra amica Giorgia che lunedì è tornata allo stadio per la prima volta nella cosiddetta 'età della ragione'.
Redazione Toro News

Cari lettori, riceviamo un racconto dalla nostra amica Giorgia che lunedì è tornata allo stadio per la prima volta nella cosiddetta “età della ragione”: ci è piaciuto tanto e lo abbiamo sentito così vicino alla nostra idea di Toro da volerlo pubblicare, e ci auguriamo che lo gradiate anche voi. Buona lettura! Silvia & Paolo di Giorgia GattiIl calcio visto da fuori mi è sempre sembrato qualcosa che non mi appartiene, troppo fanatismo, troppa rabbia, troppo spersonalizzante. Non mi piacciono quelle facce incattivite e quella violenza insensata.Però...volevo vederli i miei nuovi amici e volevo capire. Perchè loro sono diversi, sono persone e sono amici prima di tutto, con un'umanità che non si perde mai, neanche quando parlano di calcio, e allora volevo vederli e volevo capire.Così lunedì sono andata allo stadio, con loro, i miei nuovi amici granata. Avevo voglia di conoscerli, un po' di più, attraverso ciò che amano. Ho visto entusiasmo, emozione, preoccupazione. Non c'era rabbia, ma passione, nessun fanatismo, c'era appartenenza, energia, ma mai violenza.E allora ho capito, o almeno credo...Mi avevano raccontato solo chiacchiere: sui granata nostalgici che vivono nel mito del Grande Torino, additati con supponenza. Invece ho capito, o almeno credo, che ciò che la tragica fine degli Invincibili ha dato ai tifosi granata, passati e futuri, è fierezza e dignità, prima di tutto umana, e poi sportiva. I tifosi granata amano il Toro di oggi con la consapevolezza di una memoria storica importante, che non vogliono tradire; sono custodi di ciò che il calcio moderno, quello che io vedevo da fuori, ha dimenticato e cioè che tutto è nato per far divertire, emozionare ed unire le persone.La tragedia ha fermato nel tempo il momento perfetto, ha dato loro un'identità unica che custodiscono con dedizione. In tutto questo la squadra non c'entra, entra in campo e gioca, ma il Toro non sono solo quegli 11 in campo. Il Toro sono loro, che li seguono con quell'umanità che trasforma il tifo in sentimento, e trasforma la partita in un rito in cui rinnovare ogni volta la promessa, alla squadra di oggi e al mito scomparso, che loro sono, e saranno sempre, fedeli alla squadra, ma soprattutto fedeli a quel che significa essere Granata.Io li ho visti così ed ho capito, o almeno credo, qualcosa di unico e di grande.