mondo granata

Luogo o non luogo?

Redazione Toro News
di Marco Peroni

In questi giorni c’è già tanto di cui parlare (fatti), io sono un po’ frastornato e mi prendo qualche settimana di stop. Quello che penso non è poi diverso da quello che pensate in tanti di voi.

1- Abbiamo un Presidente, che ha commesso errori a ripetizione, prima di tutti quello di voler costruire una casa cominciando dal tetto. Per inesperienza, e presunzione. Tuttavia, dato che è il primo a rimetterci in termini economici e d’immagine, e dato anche che non c’è alcuna alternativa, sarebbe bene per noi che non si rompesse le balle. Sarebbe bene pure che non ce le rompessimo noi, vero cuore di questa storia, e che quindi il Presidente ci mostrasse UNA BUONA VOLTA di volere partire dalle fondamenta. Società, allenatore con gioco, giocatori, giovanili. Sarei ancora capace di gratitudine.

2-La colpa più grande della retrocessione io la do ai giocatori, perché non ho mai visto la bava alla bocca, la convinzione, e con le rissetta di fine corsa Ferrini non centra veramente un tubo. Quella non era grinta, né tanto meno attaccamento, ma la reazione isterica del ragazzino che ha appena fatto una figuraccia e cerca di rimandare l’uscita dal tunnel. Hanno giocato veramente con poca intensità, tutto l’anno, e sono retrocessi vaneggiando di una svolta che guarda caso non è mai arrivata.

3-Gli errori degli arbitri li abbiamo visti tutti. Nulla da aggiungere.

4-Il sistema città si sta mostrando ancora una volta ostile: nascerà un grande autogrill con uno stadio dentro, non luogo che puzza di patatine fritte, negozinegozinegozi, parcheggiparcheggiparcheggi, e vittorievittorievittorie. Un torello sulla maglia bianconera e a Natale lo store ufficiale di via Garibaldi che darà di nuovo le buste granata con quel torello d’oro nel mezzo. Tempo due generazioni e vedrete dove andremo a finire. Una fusione antropologica precederà quella ufficiale. Così almeno è nei progetti. In tutto questo (ci scommetto, qualcuno da qualche parte, in giacca e cravatta davanti a un lucido, l’avrà pure chiamata “mission”), un Presidente granata economicamente milanese (cioè indipendente) è un fastidio e, mettiamola così, che andasse alla malora sarebbero contenti in molti.

5-Il Filadelfia è l’immagine fedele del futuro che la città prepara per noi. Persino un cuore da solo ha bisogno di un posto dove agitarsi, figuriamoci centomila. Senza una casa, recidiamo i legami col passato e diventiamo una squadra normale. Lo stato del Fila non è un caso, è il lungo risultato di azioni su azioni, decisioni su decisioni, rimandi su rimandi. Ma anche dell'aria che si respira in Italia.Quello è un luogo che ha valore ben oltre la nostra passione, in cui generazioni diverse (vero miracolo) hanno qualcosa di cui parlare. E a noi basterebbe una tribunetta in stile, la sede sociale, il museo e due campi.  Fra luogo e non luogo chi vince? Indovinello.Infine. Io mi abbono a prescindere. Anche se un po’ invidio chi ha la forza di smettere. Io non ce la farei mai, sono tossico. Sono schiavo. Non è mica una mia scelta andare allo stadio. Credo che non sia una cosa bellissima da ammettere. A volte mi fa un po’ paura. Figuratevi se mi spaventa un anno di B. Una passeggiata, guardate.... Adesso però ho bisogno di un break.

 

Un abbraccio a tutti e a presto! Marco

 

P.S. Pare che domani al Toro Day di Gavi il premiato sia io… Un po’ per il libro Parametro Zero e un po’ per lo spettacolo su Gigi Meroni con Le Voci Del Tempo. Vorrei ringraziare tutti, perché questa piccola avventura ha senso solamente assieme.