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Ma che freddo fa

Ma che freddo fa - immagine 1
di Silvia Lachello
Redazione Toro News

Giovedì 4 febbraio 2010. Caro Diario,può l'APP (Ansia Pre Partita) iniziare un giorno prima della partita stessa? Può.E vabbe': godiamocela tutta.Le previsioni meteo parlano di neve e nebbia ma non sarà questo a fermarci... credo... spero...Venerdì 5 febbraio 2010, tardo pomeriggioCaro Diario,altro che APP... ho corso come una deficiente per tutta Torino per recuperare i bambini a scuola, per arrivare a casa, per prepararmi, e non si sa ancora nulla.Aspetto.Intanto la neve sembra aver mollato un po' ma la Stefi, in ogni caso, non se la sente di fare tutta quella strada... si rende conto di perdere 11 punti nella patente del perfetto tifoso granata ma preferisce salvaguardare la pellaccia.Ha anche ragione. E per quanto mi riguarda ha guadagnato 11.000 punti nella mia testa.Aspetta. Sì: si gioca. Si gioca! Vado.Venerdì 5 febbraio 2010, Torino-Brescia 1-1, quasi sabatoCaro Diario,è andata.Forza Toro, innanzitutto, forza Toro.Forza Toro, quel forza Toro che è scaturito FORTE dalle curve ben prima che il Big Ben del quarto d'ora di silenzio (uh, come cambiano i quarti d'ora nella storia, come cambiano...) dicesse che era ora di far casino.All'improvviso la bolgia.Sincera.Dal cuore.Ho chiuso gli occhi e per un momento ho pensato di essere su un altro pianeta, in un altro contesto, in un altro tempo.Ho provato gioia ma anche uno strano ed inaspettato senso di smarrimento. E non so spiegarti bene il perché. Anzi lo so ma vale la pena raccontartelo? Magari un'altra volta, dai...Intanto quando eravamo sotto di un gol sentivo levarsi voci di pessimismo cosmico e definitivo.Un pessimismo che rendeva ciechi di fronte alla DIFFERENZA in campo.Sì, il Real Madrid è un'altra cosa, decisamente un'altra cosa.Ma anche il Toro di poco fa era un'altra cosa, decisamente un'altra cosa, rispetto alle robe viste pre-rivoluzione.Sentivo levarsi voci di pessimismo, ti dicevo, e mi sentivo idiota perché ad alcuni dicevo: “Gran calma.”Mi sentivo idiota perché una parte di me dubitava di me stessa, dubitava della mia parte perennemente ottimista.Ed apro una parentesi: tu lo sai, io sono ottimista di natura. Sono ottimista così come i miei capelli sono ricci, così come i miei occhi sono verdi, così come ho le lentiggini sul naso. Qualunque cosa io faccia le mie caratteristiche di base non possono cambiare.Posso essere mascherate ma NON cambiate.Nonostante il mio ottimismo mi capita di avere cadute di umore terribili, difficili da comprendere a chi non sa quale sia il mio vissuto (ed ognuno, OGNUNO, ha una grande storia da raccontare).Ciò nonostante i miei momenti di buio non vengono accettati perché io sono 'quella che sa sempre trovare il positivo in tutto'. Non vengono accettati da chi non voglia andare OLTRE. Vengono viceversa compresi da chi non abbia la noiosa (e deleteria) abitudine di mettere etichette sulla fronte di chiunque.Vabbe'.L'altra sera, dopo il gol del Brescia, mi sono sentita rivolgere un “Ed ora il tuo ottimismo te lo puoi anche mettere nel c§%o!”, come se il mio modo di essere avesse una qualche responsabilità in quanto era appena accaduto.Non ho sentito dire “Viva il tuo ottimismo!” quando ha segnato Bianchi.Due pesi e due misure? Boh. Ma a dirla tutta: chi se ne frega.Il vitellino era diventato torello e forse, chissà, tornerà ad essere Toro.Ed io mio contributo (in termini di presenza/assenza, ottimismo/pessimismo, tifo/non tifo, cipperimerlo) non c'entrerà MAI con quello che succede in campo.L'importanza che ognuno si dà o dà ad altri è e rimane circoscritta alla testa di chi quell'importanza ritiene d'avere o di assegnare a qualcuno.E conta tanto come la fuffa. Chiusa parentesi.Mi sentivo idiota, ti dicevo, ma felice. Felice di far parte di tutto ciò. Felice di non aver sviato neppure per un attimo dalla mia essenza. Felice di non aver scelto di pensare con la testa di qualcun altro.E sentirsi idioti è un esercizio che bisognerebbe praticare almeno tre volte al giorno: aiuta a ridimensionarsi in caso di deliri d'onnipotenza e fa stare con i piedi per terra.Chi deve correre sono i ragazzi in campo, non altri.Sabato 6 febbraio 2010Caro Diario,mi capita spesso di chiedere alle persone quali siano i sogni che fanno.Quasi tutti mi rispondono raccontandomi dei loro sogni notturni, come se non venisse contemplata  la possibilità di avere sogni diurni.No, non parlo di sogni ad occhi aperti, parlo proprio di tutto ciò che si desidera diventare, di tutto ciò che si desidera accada.Un po' come quando si era bambini e si sognava di diventare calciatori, astronauti, ballerine, maestre.Quando ero piccola sognavo di fare la scrittrice, adesso che sono grande sogno di essere serena e tutto sommato riesco ad esserla (e non perché mi capita, di quando in quando, di scribacchiare qua e là).Spesso non si fa abbastanza attenzione alle domande, ecco perché si risponde parlando d'altro.Sto divagando... in realtà volevo parlarti del freddo porco di ieri sera e sai una cosa? Era bello.Era bello essere lì, era bello essere lì con quel freddo, era bello vedere che tutti avevano il naso rosso, era bello camminare con una goccia di speranza in più in tasca.Era bello anche pattinare sul ghiaccio di corso Agnelli. Più che bello era peculiare ma non sto a sottilizzare per una volta.Ho altro da fare in questo momento: rilassarmi dopo tutta quell'ansia pre-partita e soprattutto prendere un antipiretico perché quel freddo così bello mi ha fatto venire un po' di febbre (che mezzo utensile per tagliare vari materiali fra cui principalmente il legno, disse la regina delle metafore...).Buonanotte: vado a sognare. Sto parlando di sogni 'veri', quelli che si fanno ad occhi chiusi, quelli in cui può anche accadere di volare. Anche se... anche se sto imparando che vivendo in maniera più lieve, dando il giusto peso alle cose, può accadere di volare anche ad occhi aperti ma te ne parlerò un'altra volta.Sai che cosa diceva Diderot? Esiste una sola passione, la passione per la felicità.Domenica 7 febbraio 2010Caro Diario,intermezzo musicale.Giovedì Walter ed io abbiamo scambiato qualche sms (anche lui era in APP, ne sono sicura).Lui diceva che l'altra volta (quale altra volta, Walter? Non me lo hai mica detto!) pensare ad una canzone dei Beatles aveva portato fortuna. Voleva farlo anche questa volta e mi comunicava che il giorno dopo, salendo in macchina, avrebbe cantato una canzone che gli era appena venuta in mente.- Quale, Walter?- Che ne dici di Revolution? Mi sembra calzante...- Sìììì!- We all want to change the world... poi ne devo trovare una che parli di un ritorno... ci penserò...- Get back to where you once belonged ;-)- E' vero... We're on our way home, we're going home... e questa è Two of us... e ammetterai che conoscerla non è da tutti...- Vero, vero... sai che prima di Toro-Mantova al Comunello hanno fatto sentire Come together? Sembrava quasi un invito anche se poi era diventato tutto Misery...- Let it be...- Consideriamolo come A day in the life...- Do you want to know a secret?- Te lo dico io: finché brillerà The inner light sarà sempre così... e anche quando sembrerà affievolirsi sarà solo un effetto ottico: sarai in curva domani sera?- I will ;-)- Ciao, Walter!- Ciao, Silvia!Fine intermezzo musicale.Si possono fare interi discorsi con le canzoni dei Beatles, anche parlando del Toro. Olé.Martedì 9 febbraio 2010Caro Diario,ti dicevo dei Beatles e del Toro.Sai, i quattro ragazzotti di Liddypool fanno ancora parlare tanto di loro... Sir Paul continua a girare il mondo incantando generazioni, Ringo fa la sua vita e sembra sereno, John e George mancano... se ne parla tanto anche a sproposito: proprio come si fa con il Toro!Chissà se fra tanto tempo qualcuno avrà l'idea di inventare una storia sul Toro che assomigli alla teoria secondo cui Paul McCartney morì nel 1966 e venne sostituito da un sosia (altrettanto geniale e altrettanto mancino)... tipo che tutta la squadra (più allenatore, staff medico e quant'altro) venne rapita dagli alieni una quindicina d'anni fa e sostituita da cloni sfigati... forse sarebbe poco plausibile ma spiegherebbe tante cose.A parte le mie elucubrazioni... sto cercando solo di non pensare a questo anno che continua ad essere 'strano', diciamo così, per la mia famiglia.Prima la mamma azzoppata, domani il papà sotto i ferri per una cosa da niente ma... ma sempre di ferri e di papà si tratta.E quindi... e quindi è ora di mettere le cuffiette e di rilassarsi un po'.Che cosa potrei sentire questa sera? Ma sì: “Love”. Beatles, ça va sans dire.E dimenticherò tutto, anche tutta la carogna che mi sento addosso quando vado allo stadio e di cui ti parlerò ma non adesso, non adesso...