Miller è un uomo basso e grasso in maglia verde oro e con una bottiglia di Ceres in mano viene verso di me sorridendo e saltellando gioioso…. “Olè, olè,olè,oleeee…Miller…Miller” ripete ancora seguito da un gruppo di alcuni suoi connazionali imbandierati. I miei amici ed io siamo dapprima stupiti, ma poi ci lasciamo coinvolgere dal clima festoso di quella meravigliosa notte di festa di inizio estate. E così ci uniamo al loro coro…cantiamo per il Brasile….cantiamo per Muller (che, chissà perché, loro han sempre chiamato Miller)….ci abbracciamo….cerchiamo invano di fare amicizia con le bellissime ragazze brasiliane in abiti succinti. Le “Notti Magiche” di Italia ’90 sono iniziate ieri a Milano con la sorprendente vittoria del Camerun sull’Argentina campione in carica. L’Italia ha da pochi minuti battuto l’Austria per uno a 0 grazie ad un gol nel finale del gobbo Schillaci. In Piazza San Carlo, a Torino, si festeggia la prima vittoria azzurra. Ma a noi di quello importa abbastanza poco: a noi interessa conoscere (o almeno vedere per la prima volta dal vivo) qualche meravigliosa e giunonica svedese; a noi interessa ballare in piazza con qualche disinibita brasiliana. Come sempre finisce con un nulla di fatto: ci ritroviamo mezzi ubriachi ad inneggiare a Muller, a inveire contro il “mafioso” Lazaroni che fa giocare Dunga e non dà spazio a Neto, e a parlare di calcio con quattro o cinque energumeni svedesi con copricapi da cui spuntano corna da vichinghi. Dicono che le brasiliane e le svedesi siano tra le donne più calde del pianeta. Può essere! Ma noi non ce ne accorgiamo! Andiamo in bianco con loro come siamo soliti fare con le Italiane. Forse questo capita perché siamo del Toro. Forse la fama della sfiga che aleggia intorno alla nostra squadra si è diffusa anche in Scandinavia e in Sud America. Forse.Ma che importa? Domani iniziano i mondiali anche a Torino. Domani allo stadio nuovo che avrebbe dovuto chiamarsi Grande Torino, o al massimo Vittorio Pozzo, ma che qualche furbone ha deciso di battezzare “Delle Alpi”, si gioca Brasile-Svezia. Domani ci sarò anch’io sugli spalti: due anni fa ho speso centomila lire per il blocchetto valido per le cinque partite che si sarebbero giocate a Torino. All’epoca non si sapeva ancora quale delle sei teste di serie sarebbe stata di scena nella nostra città. Ma a dicembre, un po’ a sorpresa, il nome è venuto fuori….dapprima a livello di indiscrezione…poi in maniera ufficiale: Brasile! A Torino avrebbe giocato il Brasile. Il Brasile allenato da Lazaroni. Il Brasile di Alemao e Careca. Il Brasile di Dunga e Branco. Il Brasile del nostro Muller.
mondo granata
Maledetto Muller…
Il primo approccio con il nuovo stadio è semplicemente impressionante: abituato al vecchio Comunale, vengo colpito dalla dimensione di questo catino. Sembra di essere dentro un’ astronave. L’effetto del giallo dei colori brasiliani e svedesi mescolati tra loro sembra illuminarlo a festa. Non ho l’abitudine di venire alla partita da solo, e non mi piace per niente. Però non mi annoio di certo. Il mio sguardo è catturato dalla maestosità degli spalti. Dalle ragazze brasiliane in bikini. Dagli strani copricapi degli svedesi. Dalla gente che si alza e si abbassa dando vita alla “Ola”. Che spettacolo! Che festa i mondiali! Che bello averli proprio qui, a pochi chilometri da casa mia!Le squadre scendono in campo tra il tripudio generale. Cerco di riconoscere i giocatori delle due formazioni: e non è difficile, visto che molti giocano in Italia. La partita ha inizio. Il Brasile si lancia subito all’attacco ed è un piacere vederlo palleggiare. Quando per la prima volta la palla giunge sui piedi del numero 15 carioca si sente echeggiare un urlo: “Bastard!!!”. Questo è un gobbo di sicuro, penso mentre mi volto di scatto deciso a dirgliene quattro. “Bastard!!!” e vedo che il grido proviene dalla gola di un signore sulla cinquantina che ha tutto tranne che la faccia da gobbo….”Maledett! T’las fame perde ‘n sac ‘d sold de scomesse! L’aj giugame ‘n sac ‘d sigarette!”. Allora capisco il dramma dell’uomo e timidamente, sfoggiando il meglio del mio piemontese gli chiedo “L’è dco chiel d’el Tor?”. “Eh sì matòt!” risponde lui “E quel maledetto lì….quel Muller…Miller…come cavolo si chiama mi ha fatto perdere un sacco di scommesse con i miei amici gobbi. Quest’anno, ad esempio, mi ero giocato che avrebbe fatto 20 gol in serie B. Invece si è fermato a 11. T’capise?! Undes goi ‘n serie B….il centravanti della Nazionale brasiliana. Non capisco cosa lo facciano giocare a fare, ‘sto broc!”. “Guardi che non è così brocco come dice lei! Comunque l’anno prima in serie A aveva fatto 12 gol in una squadra che poi è retrocessa. E se il grande Brasile lo mette in campo con i fuoriclasse che ha ci sarà pure un motivo….vedrà che ci farà divertire….magari già stasera segnerà un gran gol…”Mi sbagliavo, ma non del tutto. Quella sera Muller non segnò, anche se il Brasile vinse 2 a 1 con doppietta di Careca. Tuttavia si rifece segnando nelle due partite successive contro il Costarica e contro la Scozia, eliminando la squadra britannica dal torneo. E a quel punto gli insulti dell’uomo delle scommesse si succedettero come in un rosario. Non aveva tutti i torti, visto che lì in Nazionale sembrava un fenomeno, mentre da noi….beh…lasciamo perdere…E poi chi glie l’aveva fatto fare di segnare quel gol? Io volevo passassero i simpaticissimi scozzesi, mica il Costarica come invece accadde!
Maledetto Muller! Meno male che poi il tuo Brasile uscì presto per mano dell’Argentina di Maradona e Caniggia. Maledetto Muller! Che arrivasti al Toro nell’estate di due anni prima, con quello strano soprannome da crucco, tu che ti chiamavi Luis Correa ed eri riccio e scuro di pelle. Maledetto Muller! Tu e quella quella “gran gnocca” della tua fidanzata, poi moglie, Jussara Mendez, modella o ballerina o attricetta o non so che non amava l’Italia e la fredda Torino e che spesso scappava in Brasile. Maledetto Muller che la seguivi con la mente e con il corpo saltando gli allenamenti e preferendo le notti brave in discoteca ai ritiri e al salotto della tua bella casa in collina. Maledetto Muller! Che andasti in Brasile nelle vacanze di Natale dell’88 e decidesti di non tornare in tempo per la partita del 31 dicembre. D’altronde a Torino si gelava, il Capodanno era meglio passarlo in Brasile e quella partita famosa era soltanto il derby. Maledetto Muller! Che sbagliasti il rigore decisivo nella partita con l’Ascoli alla quartultima di campionato: se l’avessi buttata dentro quell’anno non saremmo scesi in B, non saresti sceso in B! Maledetto Muller, perché Borsano non ti cedette alla Giuve che ti avrebbe pagato a peso d’oro nell’estate del 1989! Maledetto Muller, perché, malgrado tutto, quando non pensavi a tua moglie, insomma quando ti girava di farlo, sapevi giocare eccome! Ci deliziasti con dei tocchi sopraffini. Facesti comunque 26 gol in 75 partite, di cui alcuni meravigliosi come la doppietta alla Roma nell’aprile del 1989. Maledetto Muller, perché quando Borsano decise infine, complice Mondonico, di lasciarti partire e tornare nella tua San Paolo dimostrasti ancora una volta di essere un giocatore vero: vincesti due Coppe Intercontinentali consecutive, segnando peraltro il gol decisivo nella finale del 1993 vinta per 3 a 2 contro il Milan. Per fortuna ti lasciasti presto con Jussara. Ti risposasti con la giovanissima Miriam. Continuasti a giocare nel San Paolo, per poi passare al Palmeiras, al Santos, al Cruzeiro e al Corinthias: insomma tutto il meglio del futbol brasileiro. Tornasti anche per qualche mese in Italia, nel Perugia, ma pochi se ne ricordano.Cosa fai ora, maledetto Muller? Mi dicono che sei opinionista per una tv brasiliana che trasmette tra l’altro le partite del campionato italiano. Mi dicono che hai ritrovato la fede, che sei pastore di una chiesa evangelica di San Paolo e che celebri vivaci messe cantando e esaltando il nome di Dio.Chissà se, tra una telecronaca, una preghiera, un canto religioso ti ricordi ancora di noi. Dei nostri cori. Dei nostri canti. Del nostro affetto. Maledetto, benedetto Muller!
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