SON: Non vedevo l’ora di scrivere questo articolo. Abbiamo fatto persino quello sui portieri di riserva mesi fa, proprio perché Calderoni ci convinceva di più rispetto al Matteone nostro. È mai possibile? Col Toro sicuramente, ed infatti per mesi abbiamo assistito increduli ad un Sereni molle, insicuro, nervoso. Ma adesso è tornato. Dopo 3 o 4 partite giocate a livelli ottimi (la difesa è anche migliorata, ma lui ci ha messo ben del suo, vero Matri?) finalmente posso commentare di un Sereni all’altezza dell’anno scorso. Che dire, ha una forza fisica pazzesca (non vorrei fare una rissa con lui come avversario, sinceramente…), è esplosivo nell’elevazione, è plastico. Gli manca solo la sicurezza in alcune uscite, ma un portiere così farebbe comodo a molte squadre da zona Uefa, quindi per il Toro attuale è davvero un outsider. Outsider, però, che si sente molto parte del progetto granata: ha rinnovato questo autunno, resterà da noi a lungo, e speriamo che faccia comodo al Toro che verrà, proprio quello, toccando ferro, da zona Uefa.
mondo granata
Mani di fata
FATHER: Per quanto mi riguarda, Giaguaro Castellini è forse stato il portiere della mia vita. Più di Vieri, più di Marchegiani, più anche dei tanti che li hanno preceduti e che io non ho mai potuto conoscere. Mi piaceva la personalità con la quale usciva sui palloni alti. Lì secondo me si capisce cosa vale un portiere. Perché se non esce per paura di essere spinto e di perdere palla, vuol dire che non ha le palle e che cerca solo la sufficienza. Tutto sommato i tiri da lontano danno il via a esibizioni a volte spettacolari, spesso decisive. Ma è nelle uscite che si applica la legge dei grandi numeri. Le uscite danno sicurezza alla squadra. Al punto che gli possono essere anche affidati i rigori: e infatti con lui capitava così. Otto anni al Toro, capace di far dimenticare il povero Pinotti. Grande Giaguaro.
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