mondo granata

Manolo, ma no!

Redazione Toro News
di Marco Peroni

C'è una bella differenza fra vivere alla ricerca di emozioni e vivere con le emozioni che ti inseguono ovunque, come piranha, dalla mattina alla sera. Oggi c’è una partita al giorno, canzoni al supermercato, canzoni nel cellulare del vicino sul tram, notizie come piovesse, appena esci di casa, appena ti connetti, appena ti muovi. Prima dovevi uscire dal tuo metro quadro con le tue forze e pure con i tuoi limiti. Ma in questo spazio da colmare ti potevi sbilanciare in avanti, sognare. Quel disco, quella partita lasciavano il segno dentro di te perché li potevi aspettare, e nell’attesa ti preparavi, ti assetavi. L’epica senza attese non è possibile. Prendi una scena d’amore di Via col vento, mandala a doppia velocità e avrai qualcosa di simile alle comiche.  

Rimanendo al nostro gioco preferito: non ho voglia di vedere seicento big match, vedere i colpi di tacco di questa settimana di tutto il mondo e poi arrivare fiacco al sabato pomeriggio. Non ho voglia di giocatori che esultano nella maniera in cui desiderano che li si veda esultare in televisione, che sfiorano il gol e poi si fermano sul posto sapendo che è il momento in cui la regia dà loro il primo piano. Questo alla lunga stufa. L’altra sera, invece, abbiamo assistito a una partita bellissima, combattuta, d’altri tempi perché vera, giocata da gente vera. Appena sfiorato il gol, Pestrin era già voltato e correva a riprendere posizione. Senza protagonismi e diventando, così, protagonista per davvero. Io sono tifoso del Toro, e non faccio la clack di nessun rampante in pantaloncini. Ma Pestrin e gli altri ragazzi sono diversi, hanno tutto quello che chiedo al calcio e sono felice di andarli a vedere. Serate come questa ci insegnano che non tutto è perduto.

Per queste ragioni, il mio voto per lui è 8.Poi come sempre arriva il giorno dopo. Guardi il giornale e scopri che ci hanno rifilato sei insufficienze, Pestrin compreso. Allora, oltre al resto, pensi a quanto è ancora difficile per il Toro respirare a Torino.

E stamattina, se mi avanza un euro e venti, mi faccio un caffè e un cioccolatino. Un abbraccio a tutti, Marco.